Un singolo, Come on, un disco, Blind, e tre tattoo, tre frasi che raccontano tre momenti della sua vita. Chiara Grispo ci racconta il suo mondo in questa intervista. E intanto prosegue l'appuntamento settimanale con Bad Ink, in onda come sempre di domenica alle 22.50 su Sky Uno.
di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)
Ha stregato Nek, ma prima di tutto ha stregato un'Italia anestetizzata da una musica troppo spesso uguale. Chiara Grispo, diciannove anni, veneta di Noventa Vicentina, può lasciare un segno prezioso nel mondo della musica. Con la sua presenza, la sua voce, le sue parole e, perché no, con i suoi tattoo fatti di frasi che segnano momenti della sua vita. Ce ne parla in questa intervista che abbiamo fatto a Verona, in occasione della sua partecipazione ai Wind Music Awards. E intanto prosegue l'appuntamento settimanale con Bad Ink, in onda come sempre di domenica alle 22.50 su Sky Uno.
Chiara partiamo dalla musica: il suo singolo Come on è cantato da persone di tutte le età.
L'idea di Come on è nata due, tre anni fa in studio. E' nata semplicemente e io ne sono particolarmente soddisfatta perché mi ha fatto completare un percorso. Va aggiunta anche la soddisfazione perché è tutto mio.
Cosa racconta?
E' un testo semplice ma profondo. Trasmette l’amore per se stessi e altri. Oggi è importante soprattutto volersi bene. Non smettere mai di lottare e credere nei propri obiettivi.
Lei ci riesce?
Credo di sì. Ho una grande forza d’animo. Ho sempre vissuto tutto come un inizio. Anche i no collezionati sono stimolo ad andare avanti.
Il disco si intitola Blind ed è anche un inedito.
Ha una storia particolare. Lo ho scritto tre anni fa per mio fratello: c’era poca comunicazione con lui e dunque lo ho strutturato come una lettera a lui indirizzata. E’ sempre stato sordo alle mie parole. Lo ho scritto in due ore in camera mia col pianoforte.
Ha funzionato?
Eccome. Da quel momento si è sistemato tutto.
In Spirito fisico duetta con Nek.
La canzone è un dono suo, un regalo grande. E' stato bello trovarsi in studio e registrare. Sembravamo vecchi amici. Ha un bel carattere ed è un grande artista. Lo amavo già da bambina. La canzone è forte e noi siamo due voci diverse che si sposano bene.
Si è cimentata in una cover di Albachiara di Vasco Rossi.
Ammetto che all'inizio mi sono preoccupata, poi la ho provata col piano a modo mio e mi ha emozionato. Cantandola era nelle mie corde. Cerco sempre un chiave del testo che mi appartenga: qui è stato tutto naturale, mi sembrava di parlare a mia sorella.
Una canzone che la emoziona particolarmente?
Bella di Jovanotti: ci sono nata, non smettevo di piangere se non me la cantavano. Poi Price di Jessie J: mi diverto a cantarla. Mi ha accompagnato per anni, la ho eseguita in mille modi.
Gli studi?
Sono alla quinta del liceo musicale. Farò la maturità, forse magari un giorno la coach. Ma ora mi godo il momento.
Eccoci ai tattoo.
Sono recenti. Il primo è arrivato a luglio 2015, il secondo poco dopo e il terzo a inizio novembre.
Andiamo con ordine.
Il primo è Tears, lacrime, ed è incompleto.
Cosa manca?
E' sulla spalla e lo ha anche mio padre. Devo ancora scriverci no more, mai più lacrime.
Il secondo?
Recita Turn Back Time, tornare indietro nel tempo. E il mio essere, vedo positivo tornare nel passato. Forse anche perché a oggi rifarei tutto quello che ho fatto.
Da dove arriva la frase?
E' il titolo di un mio pezzo che è rimasto fuori da Blind ma spero sia nel prossimo disco. Un brano che ho registrato a Los Angeles in uno studio fantastico.
L'ultimo? Finora...
Nonostante tutto: fa parte di una lettera che mi ha scritto mia madre quando avevo dieci anni e che terrò sempre con me.
Il prossimo?
Non lo so ma arriverà. Ma non ho idea di dove dirigerò: potrebbe non essere più una frase e certamente non sarà colorato. Ma il resto è ignoto anche a me.