One Republic: "L'arte si respira nel mondo, diventa canzoni e tattoo"

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Tornano i One Repubblic con un nuovo disco, Wherever I go. Li abbiamo intervistati, parlando di musica e tattoo, mentre prosegue la missione di Dirk e Ruckus in Bad Ink, in programmazione ogni domenica alle 22.50 su Sky Uno

di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)

Tornano i One Republic. Lo fanno col brano Wherever I go che apre uno spiraglio sul disco che verrà e che segue Native, pubblicato nel 2013. Aspettando di ascoltare il nuovo lavoro, per il quale non c'è ancora una data ma sappiamo che sarà entro la fine di questo 2016, li abbiamo intervistati. Abbiamo chiacchierato a lungo con Ryan Tedder scoprendo la loro passione per i tattoo, che su Sky Uno sono protagonisti ogni domenica alle ore 22.50 con Bad Ink.

Partiamo proprio dai tattoo.
Sul braccio sinistro ha un tatuaggio che simboleggia God’s Will, l’ho fatto a Osaka, sono ossessionato dalla bandiera e dalla cultura giapponese. Anche gli altri ragazzi del gruppo hanno dei tatuaggi. Eddie Fisher ha tatuaggi praticamente ovunque, Drew Brown si è tatuato una musicassetta con scritto Queen sul braccio sinistro, i più piccoli non hanno idea di cosa sia, diciamo che è l’antenato dell’mp3.
Il valore di un tatuaggio?
Il tatuaggio è il ricordo di un’esperienza o di una nazione in cui sei stato. Tutti i miei tatuaggi sono importanti e ricordano qualcosa. Ogni volta che li vedo mi ricordo in quale occasione l’ho fatto, il giorno, il luogo e cosa avevo mangiato per colazione. Il tatuaggio che ho sul polso sinistro l’ho fatto in Giappone durante un festival in cui ci siamo esibiti.
Ci spiega l'estetica dei tatuaggi?
Quando abbiamo iniziato non eravamo così stilosi, poi negli anni siamo cambiati. Il principale elemento di influenza sono stati i viaggi perché ti permettono di entrare in contatto con stili, mode e culture diverse. Ci siamo evoluti in questi dieci anni.
Insomma i viaggi sulla pelle.
La cosa più importante è viaggiare perché ti permette di allargare gli orizzonti e scoprire nuove cose. Il nostro art director è Francesco Sozzani e ogni volta che andiamo in giro commenta i nostri outfit
dicendo cosa va bene e cosa no. Siamo circondati da persone che hanno gusti migliori dei nostri (ride, ndr).
Quindi assorbite molto nel vostro girovagare per il mondo.
Ogni volta che arriviamo in una città, andiamo in giro per cercare di assumere nuove ispirazioni. Il mio stile non è pensato, mi vesto con cose random, i pantaloni li ho comprati a Mosca, la giacca a Milano, diciamo che mette insieme cose diverse.
Parliamo del nuovo singolo Wherever I go: racconta un amore ossessionato.
E' proprio così. La maggior parte delle canzoni che ascoltiamo alla radio parlano dell’amore tra un ragazzo e una ragazza, mentre le nostre canzoni cercano di raccontare le diverse sfumature dei sentimenti: dall’odio alla perdita, dall'innamoramento all’ossessione. Wherever I go è l’anticipazione perfetta del nuovo lavoro perché le persone ritrovano subito il nostro stile, ma poi scopriranno brani completamente diversi da tutto quello che abbiamo fatto in passato.
In che senso?
A livello musicale. Quest’album sarà musicalmente differente perché siamo stati influenzati da generi come la disco italiana e francese degli anni ’90 e troverete canzoni con le quali poter ballare. Ci sarà anche un duetto con Peter Gabriel e una collaborazione con Pharrell Williams. Sarà il nostro album più divertente in assoluto.
Quando uscirà?
In autunno. Ci saranno circa 15, 16 canzoni.
Il video di Wherever I Go mostra un ragazzo coreano che impazzisce in ufficio, come è nata l’idea?
Spesso quando scrivo le canzoni, mi immagino già il visual e come le parole potrebbero trasformarsi in immagini, non sempre funziona, ma per questa canzone sì. La maggior parte dei video americani mostrano letteralmente il testo della canzone, noi invece cerchiamo di rappresentare le parole. Per questo video mi sono immaginato immediatamente un uomo stanco della vita che un giorno impazzisce in ufficio.
Qual è la ricetta per scrivere una canzone di successo?
Non esiste, la scrittura si allena negli anni. Quando viaggiamo, ci guardiamo sempre attorno. La pratica e l’esperienza si ottengono negli anni. Bisogna ascoltare tanta musica, studiare le canzoni, fare attenzione alle melodie ed essere sempre pronti ad accogliere le novità. È importante essere completamente immersi in ogni forma d’arte.
Quindi si fa influenzare da forme d’arte diverse.
Mi piace andare nei musei e visitare luoghi differenti come vedere le città nelle quali andiamo per rimanere connessi con il mondo che ci circonda.
Il vostro sound sembra più europeo che americano.
Siamo molto proiettati verso la musica europea, il mio gruppo preferito sono i Phoenix e mi
piacciono tantissimo anche i Gossip. La nostra estetica è molto più connessa al sound europeo che a quello americano. La musica europea è più eccitante di quella americana ma è anche vero che l’erba del vicino è sempre più verde.
Concerti in Italia.
Nel 2017 ma siamo già elettrizzati ora!

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