4 Ristoranti ai confini dell'antica Etruria

TV Show

Una nuova esperienza del gusto sta per prendere il via nella zona dell’antica Etruria con lo chef Alessandro Borghese. L'appuntamento con la nona puntata di 4 Ristoranti è martedì 26 gennaio alle 21.10 su Sky Uno.

In questa puntata ci troviamo tra Toscana, Lazio e Umbria, proprio nel punto in cui i confini di queste tre regioni si incontrano. È la zona dell’antica Etruria.

 

In questa zona sono ancora presenti moltissime trattorie a gestione familiare, con cucina semplice del territorio a prezzi modici. La particolarità di queste trattorie è la cucina: una mescolanza di piatti e sapori proprio di queste tre regioni. Si va dai pici toscani alla carbonara laziale, agli umbrichelli Umbri. Si salta da un cinghiale a un capriolo passando per il ragù d'oca, per finire poi con cantucci e vin santo.


4 trattorie regionali hanno deciso di sconfinare per sfidarsi a colpi di piatti tipici e conquistarsi così il titolo di miglior trattoria di confine:

 

 

Il proprietario della trattoria Da Gianfranco è Gianfranco Delli Campi, un simpatico signore verace. La sua è una trattoria tipica che si affaccia sulla piazzetta di Trevinano, paesino minuscolo nella provincia di Viterbo. La moglie Anna è salernitana e ha portato nel locale influssi partenopei.
La location è quella tipica della trattoria di provincia con tavoli e sedie di legno e un arredo poco curato, ma nonostante l’aspetto semplice le pareti sono tappezzate di foto di ospiti illustri. La presenza in sala di Gianfranco e della moglie Anna è molto accogliente. Qui si fa tutto a mano e si punta soprattutto sulla pasta, sul cinghiale, sui pennuti alla griglia e sui dolci della casa. Nonostante sia una piccola trattoria, ha una discreta selezione di vini della zona.

 

Silvia Chiatti è la titolare dell’Hosteria da Pantalla nel grazioso borgo di Pitigliano (GR). Mentre la mamma sta in cucina, Silvia si occupa della sala e dei dolci. Silvia e sua mamma amano mangiar bene e propongono la loro idea di cucina tradizionale e casereccia con materie prime di qualità. La presenza femminile nel locale è predominante. Nata come trattoria per contadini e cacciatori che passano le giornate a lavorare in campagna, il loro locale si distingue per l’abbondanza dei piatti e la loro ricchezza. Il menù è strettamente tradizionale, i tortelli con il ragù di cinta sono il must, chi li mangia torna per assaggiarli di nuovo.


Da Ciccio alla Capannaccia è il locale di Daniele Polici e della fidanzata Elena della Capannaccia, nel paese di Acquapendente (VT) . Oste chiacchierone e gioviale, non smetterebbe mai di parlare del suo locale. Romano di nascita, si è trasferito in campagna e si è innamorato del paesaggio incontaminato e della genuinità della vita. La cucina è casereccia, i prodotti sono tutti a km 0, provenienti dalle 3 regioni Lazio, Umbria e Toscana. Ciccio ci tiene a considerare il suo locale una trattoria e non un ristorante. Semplicità e pulizia sono i punti di forza, così come la loro onestà sui prezzi. Il suo compito è quello di gestire la sala, visto che in cucina non lo lasciano stare (mangerebbe tutto!). Il locale esiste dal 1954, ma Ciccio lo ha preso in gestione solo da 4 anni. Prima era una fraschetta, un posto con un braciere dove si vendeva vino e pane, poi è diventato un alimentari dove si poteva trovare di tutto. Alle pareti oggi vi sono dei murales che rappresentano scene di vita bucolica, a rimarcare la loro posizione in campagna. La Capannaccia è una trattoria come quelle di una volta, con cibo genuino ripreso dalla tradizione e ricette tramandate dal nonno di Elena. I pici e il cinghiale in salsa verde sono le loro specialità.


Adler Bonavera è la chef, sommelier e proprietaria del Duca di Orvieto, un locale pregno di tradizione. Adler è molto competente in materia e si abbandona spesso a lunghe spiegazioni sui piatti. Ama la competizione e non ha remore nel dire che il suo è il locale più forte di tutta Orvieto. È una proprietaria a 360 gradi: sta in cucina, è sommelier, accoglie gli ospiti in sala. Di origini trentine, è arrivata a Orvieto direttamente da Roma, dove ha vissuto 30 anni.
Adler propone una cucina “storica”, riprende le ricette del 1500 e le propone senza cambiare nulla. È una cucina molto lunga da preparare, alcuni piatti hanno bisogno anche di 5 giorni, per questo è costosa. Nel menu ci sono anche i formaggi di pecora fatti in casa. La sua filosofia è "faccio quello che mi diverte, quando non mi diverte più smetto e cambio".
 

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