Uno studio psicologico ha dimostrato come il quantitativo di cibo e alcol consumati quando si mangia fuori dipendano anche...dalla taglia del cameriere. Cosa ne penserebbero Joe Bastianich e Tim Love? In attesa di rivederli nel prossimo appuntamento, su Sky Uno, ogni martedì, scopri di più.
Quale potrebbe essere il prossimo trabocchetto per i futuri ristoratori che oggi concorrono a Masterchef Italia o si preparano per il prossimo round di Restaurant Startup? Uno studio scientifico dice di fare molta attenzione alle dimensioni dei camerieri di sala. Sì, proprio alle loro fattezze fisiche: a seconda della loro corporatura infatti potrebbe cambiare la tipologia e il numero di portate ordinate dai clienti. Bizzarro, ma provato scientificamente. Utile da sapere sia per chi gestisce un locale o ambisce a farlo, sia per chi a inizio anno, complici le feste appena passate, decide che è l'ora di mettersi a dieta per riacquistare il peso forma rapidamente e cerca qualche dritta per non cadere in tentazione.
Questione di IMC - Cosa c'entrano dunque i camerieri cicciottelli con le scelte sul menu al ristorante? Avrebbero un legame, come racconta uno studio psicologico svolto da due atenei, quello dell'università tedesca di Jena, in Turingia, e quello di Ithaca, stato di New York, Usa. Il loro lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica Environment & Behaviour, ha scoperto che al variare dell'indice di massa corporea (IMC) del cameriere, cambia anche il quantitativo di cibo mangiato e di liquidi bevuti a tavola. E in particolare, più il valore dell'IMC (numero ottenuto dividendo il proprio peso corporeo in chilogrammi per il quadrato della propria altezza in metri) è alto, più chi siede al tavolo indulge nell'ordinare pietanze ultracaloriche, si concede il dolcetto a fine pasto, beve un bicchiere di troppo, non disdegna la grappa dopo il caffè. Psicologicamente, le forme rotonde di chi serve al tavolo aiuterebbero a sentirsi più liberi di esagerare e caricare il conto calorico di alcune centinaia di calorie in più rispetto a quanto necessario.
L'indulgenza di qualche chilo in più - Si tratta di una condizione psicologica data dall'ambiente esterno: la sicurezza di un corpo più rotondo lascia presupporre al cliente di poter "sgarrare" senza essere giudicati. Almeno questo è accaduto al campione di circa 500 clienti di oltre 60 ristoranti diversi di cui gli studiosi hanno registrato pasti consumati, pietanze ordinate, calorie ingerite, paragondando poi le loro scelte con le misure fisiche dei camerieri ai loro tavoli. Qualche dato: il 18 per cento dei clienti serviti da cameriere o cameriera sovrappeso consumava più alcolici, mentre la scelta di ordinare il dessert era di quattro volte maggiore sempre se l'indice di massa corporea dell'inserviente era superiore a 25 (il valore oltre il quale si parla di sovrappeso per l'uomo).
Amici influenti e musica - Quello congiunto Germania-Usa non è certo il primo studio sul tema, anzi, la letteratura psicologica vanta molte ricerche sull'influenza che l'ambiente che ci circonda ha sul cibo che mangiamo. Nel 2013 i ricercatori dell'ateneo dell'Illinois avevano dimostrato come ci lasciamo condizionare dalle scelte dichiarate dei nostri commensali quando ordiniamo al ristorante. E tendiamo a omologarci, ordinando le stesse cose dei nostri amici. Ma a farci cambiare idea su cosa mangiare può contribuire anche la musica: il New York Times nel 2012 dimostrò come i locali usavano l'artificio della musica alta per convincere i clienti a... bere di più.