Il progetto “Franco Battiato - Le nostre anime”, in onda su Sky Uno sabato 19 dicembre alle 23:10 e domenica 20 a mezzanotte, è un viaggio alla scoperta dell’affascinante mondo del maestro-filosofo di Jonia. Un racconto che ripercorre i suoi cinquant’anni di musica e vita, in occasione dell’uscita della raccolta antologica.
Le nostre anime, una produzione originale firmata Sky Arte, va in onda su Sky Uno sabato 19 dicembre alle 23:10 e domenica 20 a mezzanotte , è il racconto intimo di uno dei percorsi più affascinanti nel panorama della cultura musicale italiana, scandito da aneddoti, incontri, scontri, storie di vita e di carriera vissuta, episodi curiosi e poco noti, e ovviamente dai videoclip più famosi e dalle esibizioni live del cantante siciliano.
Intervistato nella sua casa di Milo, Franco Battiato ripercorre i suoi cinquant’anni in musica, in occasione dell’uscita della raccolta antologica Le nostre anime. Dal primo incontro con la musica, ragazzino nella Sicilia degli anni ’50, al trasferimento a Milano nel 1964, in cerca del successo con i primi brani commerciali. Poi la crisi, la lunga e rivoluzionaria sperimentazione d’avanguardia degli anni ’70 (con album seminali come Fetus e Pollution), l’incontro con Giusto Pio e la scoperta di una via colta al pop. Battiato fonde strutture melodiche della canzonetta con arrangiamenti e orchestrazioni classiche, e inventa una lingua in cui riferimenti letterari, filosofici, storici si sposano al gusto per il gioco e il pastiche lessicale. Il risultato è il trionfo popolare di dischi come Patriots e La voce del Padrone, primo album a superare il milione di copie vendute in Italia.
La ricerca di dimensioni più profonde dell’esistenza lo porta a scrivere nuovi grandi classici pop come Voglio vederti danzare e La stagione dell’amore, e contemporaneamente a confrontarsi con la scrittura di opere liriche. Negli anni ’80 e ’90 Battiato continua ad attraversare da protagonista il panorama musicale e culturale italiano, anche quando, nel 1988, decide di abbandonare Milano per rifugiarsi nell’eremo siciliano di Milo. Da dove ci regala altri album indimenticabili come Fisiognomica, Caffè de la Paix, Come un cammello in una grondaia, prima dell’incontro decisivo con Manlio Sgalambro, con cui stringe un prolifico sodalizio artistico durato due decenni e segnato dal clamoroso successo di un brano come La cura.
Vent’anni in cui il maestro siciliano continua a mettersi e metterci in discussione, ora sorprendendo con il techno hard rock di Gommalacca, ora recuperando il gusto per la melodia semplice con le delicate cover della serie Fleurs. Fino alle ultime prove che lo vedono musicalmente avvicinarsi alla club-culture (Inneres Auge) per poi tornare, come a chiudere il cerchio, alla sperimentazione elettronica da cui era partito con l’ultimo album Joe Patti’s Experimental Group, firmato in collaborazione col suo storico sound engineer Pino Pinaxa Pischetola.