Carlo Cracco, spietato al punto giusto

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Cosa accadrà dietro le porte della cucina più infernale del piccolo schermo durante la terza puntata di Hell’s Kitchen? Scoprilo giovedì 4 giugno alle 21.10 su Sky Uno. Nell’attesa leggi intervistato al padrone di casa e guarda i VIDEO più cool della scorsa puntata

di Barbara Ferrara


Lo chef-sex simbol più amato dalle donne e temuto dagli uomini, è tornato più agguerrito che mai alla sua seconda stagione di Hell’s Kitchen. Anche se, a sentir lui, sono solo chiacchiere, in realtà: “questa storia del bel tenebroso è un’invenzione, e poi non sono più severo, sono lo stesso, uguale a sempre”. Le novità di quest’anno, invece a Hell’s Kitchen sono tante. La sfida si gioca in otto serate, non più due episodi a sera, ma un unico episodio farcito di sfide, punizioni e ricompense, e due servizi, pranzo e cena. Inoltre la seconda parte della serata, inizia quasi sempre con una prova di cooking e si conclude con una punizione per la squadra perdente, i vincenti invece si sfidano per l’immunità. “Abbiamo raddoppiato il numero di servizi che secondo me è la parte più bella e intensa del programma, e ci siamo concentrati molto di più sulla tecnica e sulla capacità, il risultato è ottimo, e si vedrà” – parola di Cracco.

Secondo il suo collega Ferran Adrià “se si pensa bene, si cucina bene”, è d’accordo?
Sono d’accordo, aggiungerei che a migliorare il risultato contribuiscono anche l’affiatamento con il team, il benessere di chi lavora all’interno. Devi sempre cercare di mantenere gli equilibri, valorizzando i singoli.


Quest’anno a Hell’s Kitchen sarà più severo o più magnanimo?
Sono sempre uguale, lo stesso.

 

Durante gli anni della sua gavetta, aveva dei maestri irascibili in cucina?
Sì, ricordo quando Monsieur Ducasse entrava in cucina e qualcosa o qualcuno non andava, ti cacciava via immediatamente. Questo succedeva anche a Parigi, era una scuola difficile e severa.

 

Lei comunque è riuscito a restare dentro.
Il punto è che se ce la vuoi fare, devi mettercela tutta, se sbagli di meno hai più probabilità di diventare bravo e di arrivare dove vuole lo chef.

 

Qual è la qualità che non può mancare a un aspirante chef?
L’umiltà e la voglia di non fermarsi mai.

 

Cosa è cambiato rispetto alla prima stagione?
Abbiamo raddoppiato il numero di servizi che secondo me è la parte più bella e intensa del programma, e ci siamo concentrati molto di più sulla tecnica e sulla capacità, il risultato è ottimo, e si vedrà.

 

Cosa si devono aspettare i concorrenti?
Prove sempre più difficili, la sfida non sarà semplice ed è necessaria tanta determinazione.

 

Che cosa non può tollerare all’interno del ristorante di Hell’s Kitchen?
La presunzione, per me è inammissibile.

 

Per farcela invece cosa è necessario?
Innanzitutto la disciplina, bisogna stare bene attenti, capire cosa si vuole. E mettercela tutta.

 

Cosa vorrebbe trasmettere agli aspiranti chef?
E’ un mestiere difficile, se vuoi arrivare fino in fondo (e non ci arrivi quasi mai, se ci arrivi, sei veramente un grandissimo), è veramente tosta. La motivazione è fondamentale, bisogna saper essere umili. E non arrendersi mai.

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