Benny Benassi è ospite di Top DJ nella puntata in programma martedì 5 maggio alle ore 22.45 su Sky Uno. Ci racconta come è nato il suo mito, dove va la dance e il suo progetto per vestire a nuovo, per una notte, il teatro della sua città
Muove folle oceaniche Benny Benassi e ora farà muovere, per l’emozione e gli stimoli, gli sfidanti di TOP DJ. Il deejay emiliano è uno dei deejay-star come oggi vengono chiamati i signori delle consolle che con la loro musica sanno fare tendenza. E’ ospite della puntata di Top DJ in programma su Sky Uno martedì 5 maggio alle ore 22.45.
Benny Benassi contento di essere a TOP DJ?
Molto, mi ha invitato Albertino (con Stefano Fontana e Lele Sacchi forma il trio di giudici, ndr).
Che atmosfera ha trovato?
Vera. C’è una bella energia.
I ragazzi?
Preparatissimi. Due, che non nomino per evitare favoritismi, sono di categoria superiore, almeno secondo me.
Cosa la ha stupita?
Ho 48 anni e ho attraversato tante stagioni musicali. Questi ragazzi usano programmi con una semplicità disarmante. Come facevo io quando è apparsa la playstation.
Oggi tutto si custodisce in una chiavetta usb.
Vero. Io ci posso aggiungere l’esperienza. Ma questo lavoro è una ruota che gira e ne sono conscio. Ora ci sono dentro ma so anche che le applicazioni più interessanti sono fatte da ragazzi di vent’anni.
Serve coraggio, si dice, per partecipare a TOP DJ. Anche come guest star.
Guardi io sono timidissimo, sto bene dietro la consolle. E comunque hanno promesso di mettermi a mio agio. Oggi i deejay sono un esercito. Molti musicisti importanti sono anche deejay. Ci aggiungo che con poche centinaia di euro ci si comprano le attrezzature per provarci.
Cosa si prova davanti a migliaia di persone che ballano al ritmo che lei impone?
Stare di fronte a loro è l’ultimo dei problemi. Io inalo energia.
Dove lavora?
Ho uno studio mio, anzi nostro. Faccio da sempre coppia con mio fratello Alessandro.
Si diverte ancora?
Molto. Soprattutto a vedere la reazione della gente quando propongo novità.
Come lavorate?
Proviamo le basi strumentali, se ci convincono ci mettiamo sopra una melodia vocale.
Lei va a ballare?
Quando riesco...sono stato di recente a Miami per una fiera e uscivo tutte le sere: mi piace sentire gli altri, è una crescita.
Quale è la tendenza più forte?
Si torna al minimal techno con suoni oscuri. Oggi è figo fare il deejay. Tanti vogliono farlo. Pure le rockband hanno una sezione digitale.
C’è un momento in cui si è detto: ce la faccio?
Volevo girare il mondo, staccarmi da Reggio Emilia. Facevo lavori di ogni tipo per permettermi oasi musicali. L’ultimo è stato da rappresentante. Per risponderle è stata una sera a Parigi che mi sono detto: forse ce la faccio.
Con cosa ci stupirà prossimamente?
A Reggio Emilia a maggio c’è il Festival Europeo della Fotografia: il 15, per l’inaugurazione con la complicità dei miei amici di FrameDealer ridisegno il Teatro Valli con immagini straordinarie. E faccio ballare una intera piazza.
Benny Benassi contento di essere a TOP DJ?
Molto, mi ha invitato Albertino (con Stefano Fontana e Lele Sacchi forma il trio di giudici, ndr).
Che atmosfera ha trovato?
Vera. C’è una bella energia.
I ragazzi?
Preparatissimi. Due, che non nomino per evitare favoritismi, sono di categoria superiore, almeno secondo me.
Cosa la ha stupita?
Ho 48 anni e ho attraversato tante stagioni musicali. Questi ragazzi usano programmi con una semplicità disarmante. Come facevo io quando è apparsa la playstation.
Oggi tutto si custodisce in una chiavetta usb.
Vero. Io ci posso aggiungere l’esperienza. Ma questo lavoro è una ruota che gira e ne sono conscio. Ora ci sono dentro ma so anche che le applicazioni più interessanti sono fatte da ragazzi di vent’anni.
Serve coraggio, si dice, per partecipare a TOP DJ. Anche come guest star.
Guardi io sono timidissimo, sto bene dietro la consolle. E comunque hanno promesso di mettermi a mio agio. Oggi i deejay sono un esercito. Molti musicisti importanti sono anche deejay. Ci aggiungo che con poche centinaia di euro ci si comprano le attrezzature per provarci.
Cosa si prova davanti a migliaia di persone che ballano al ritmo che lei impone?
Stare di fronte a loro è l’ultimo dei problemi. Io inalo energia.
Dove lavora?
Ho uno studio mio, anzi nostro. Faccio da sempre coppia con mio fratello Alessandro.
Si diverte ancora?
Molto. Soprattutto a vedere la reazione della gente quando propongo novità.
Come lavorate?
Proviamo le basi strumentali, se ci convincono ci mettiamo sopra una melodia vocale.
Lei va a ballare?
Quando riesco...sono stato di recente a Miami per una fiera e uscivo tutte le sere: mi piace sentire gli altri, è una crescita.
Quale è la tendenza più forte?
Si torna al minimal techno con suoni oscuri. Oggi è figo fare il deejay. Tanti vogliono farlo. Pure le rockband hanno una sezione digitale.
C’è un momento in cui si è detto: ce la faccio?
Volevo girare il mondo, staccarmi da Reggio Emilia. Facevo lavori di ogni tipo per permettermi oasi musicali. L’ultimo è stato da rappresentante. Per risponderle è stata una sera a Parigi che mi sono detto: forse ce la faccio.
Con cosa ci stupirà prossimamente?
A Reggio Emilia a maggio c’è il Festival Europeo della Fotografia: il 15, per l’inaugurazione con la complicità dei miei amici di FrameDealer ridisegno il Teatro Valli con immagini straordinarie. E faccio ballare una intera piazza.