Alessandro Borghese incorona Francesco Stano

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Stano, che porta il nome del suo proprietario, è il ristorante di antica gestione famigliare che vince la terza puntata di Alessandro Borghese 4 Ristoranti. Leggi l’intervista al vincitore

Dopo Milano e la Riviera Romagnola, lo chef on the road più amato del piccolo schermo, ci invita alla scoperta di Matera, dei suoi antichi Sassi e dei suoi inconfondibili sapori mediterranei. Tra i ristoratori in gara è  stato il sessantacinquenne Francesco Stano ad aggiudicarsi la vittoria, sbaragliando la concorrenza dei suoi colleghi a capo dei loro rispettivi ristoranti: ‘900 Restaurant, Il Mare nei Sassi e L’Abbondanza Lucana.

Il signor Franco è lo chef del ristorante che porta il suo cognome, e che gestisce insieme alla moglie Maria e ai suoi figli. E’ lui a scegliere gli ingredienti sempre freschi, è lui che da sempre si alza alle cinque del mattino per andare al mercato e portare a casa il meglio per il ristorante. Il locale è frutto del lavoro di una vita intera dedicata al lavoro e consacrata dalla passione per la buona cucina. “Vincere è stata un’emozione indescrivibile”, ci racconta con orgoglio. Fiero e commosso del riconoscimento conquistato nel corso della terza puntata di  Alessandro Borghese 4 Ristoranti, ci ha parlato dei suoi inizi, di come, dopo tanta gavetta è arrivato al successo di oggi.

Che effetto le ha fatto essere stato selezionato a partecipare al programma di chef Borghese?
Non posso descrivere l’emozione che io e la mia famiglia abbiamo provato. Abbiamo pianto di gioia. Sono stato felicissimo, io lavoro da una vita, da quando ero bambino, è stato un grande riconoscimento.
A quanti anni ha iniziato a lavorare?
Avevo dieci anni, ho iniziato facendo il garzone al bar, e ricordo ancora quando i miei amici nei giorni di festa andavano a divertirsi e a me toccava andare a lavorare perché la mia famiglia era numerosa e c’era bisogno.
Quindi i suoi inizi risalgono alla sua infanzia?
Sì, e non mi sono mai fermato, ho fatto il cameriere, poi il pastaio, ho lavorato in pasticceria e infine ho aperto la prima tavola calda di Matera insieme a mia moglie.
E’ stata dura?
Non avevamo alle spalle una scuola di ristorazione, ma abbiamo fatto tesoro delle nostre rispettive conoscenze culinarie e siamo riusciti a realizzare il nostro sogno. Abbiamo lavorato fianco a fianco senza l’aiuto di nessuno. Poi i nostri figli e le rispettive mogli ci hanno seguito e tutt’ora siamo una squadra.
Il suo cavallo di battaglia?
Gli “spaghetti alla Sangiovannina” con olio, aglio, capperi, pomodori e acciughe, pensi che vengono apposta da me per questa specialità. Arrivano e mi chiedono subito una bella padella di spaghetti alla Sangiovannina.
Cosa non dovrebbe mai mancare in cucina?
Olio, pasta, aglio e  cipolla. Qualche uova, ingredienti essenziali con cui improvvisare un piatto.
Lei se la sentirebbe di vestire i panni di giudice?
Certo perché no? Mi piacerebbe molto.
Che ne pensa di MasterChef?
Quello italiano mi piace molto, è un programma ben fatto.
Lei lo farebbe?
Certo, perché no? La grinta non mi manca e poi so fare tutto, tutto rigorosamente al naturale. 
Cosa consiglierebbe a un giovane che voglia intraprendere la strada?
Ciò che ho insegnato ai miei figli, essere umili, non stra-fare mai e mettersi sempre in seconda, e non in prima persona. Bisogna lasciare che sia la gente a giudicare i nostri piatti. E non sentirsi mai “arrivati”.


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