Bisio è padre, in attesa di Italia's Got Talent

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Aspettando di vederlo giudice a Italia’s Got Talent, su Sky Uno dal 12 marzo alle ore 21.10, vi raccontiamo Father and Son, lo spettacolo che sta portando a teatro e che racconta l’anima di un papà

Quando padre e figlio si ritrovano sul Colle della Nasca, dopo un rincorrersi strano, fatto di emozioni e incomprensioni, il genitore può finalmente sorridere. Soddisfatto. Aspettando di vederlo giudice a Italia’s Got Talent su Sky Uno dal 12 marzo alle ore 21.10, insieme a Nina Zilli, Frank Matano e Luciana Littizzetto e con la conduzione di Vanessa Incontrada, siamo andati a vederlo a teatro dove recita in Father and Son, per la regia di Giorgio Gallione e la produzione del Teatro dell’Archivolto. Un monologo con un figlio adolescente accompagnato dalla musica dal vivo di Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra. Lo spettacolo è tratto dal libro Gli sdraiati di Michele Serra.

Il palco è una casa/non casa, con tavoli spostabili, un armadio che scende dall’alto come un lampadario e un armadio coricato e colmo di sassi. Perché tutta la vicenda ruota intorno a una escursione al Colle della Nasca dove ci sono solo cielo azzurro e pareti di ardesia, sopra le piante, dove la vegetazione finisce e i cori si incontrano. Per papà Bisio è l’escursione della formazione, per il figlio è una idea da evitare. Per andarci bisogna partire alle 5 del mattino quando l’adolescente va a dormire, quando è accartocciato nel letto con la televisione accesa, le cuffiette, l’i-pod, l’i-phone…un multitasking esasperato e generazionalmente incomprensibile. Quella che voleva, poteva essere un disfida tra la generazione dei giovani senza futuro e i vecchi che un futuro lo hanno avuto è diventato un guardarsi alla specchio, dentro casa, tra tormento ed estasi.

In sala tanti giovani e tanti genitori. Che annuiscono. Perché è abitudine tra i giovani mangiare i wurstel crudi a letto, dibattere se cuore si scrive con la c o con la q e salomonicamente optare per la k, usare felpe informi e gibbose anche dove non dovrebbero essere, non leggere i giornali “eppure da Voltaire in avanti ognuno lo ha tenuto in mano almeno una volta e non è mai morto, tatuaggi che smollano come la pelle negli anni ma che ricordano che “la gente che ha rovinato il mondo ha la cravatta non i tatuaggi”. L’attenzione non cala mai, Bisio alterna aneddotica casalinga a riflessioni politiche ed economiche, cita MasterChef e X Factor, Abercrombie (che prima era un must per chi andava a New York mentre oggi è a portata di chiunque essendo sbarcato in Italia) e la mamma che urla in modo monocorde. Il violino di Laura e la chitarra di Marco lo accompagnano in ogni momento, fin quando, col figlio, arriva davvero in cima al Nasca. Anzi l’adolescente appoggia lo sguardo sul cielo e sulle pareti di ardesia…papà Bisio lo guarda, dal basso in alto, e con un afflato liberatorio mormora…adesso posso finalmente invecchiare.

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