Il deejay milanese, coach insieme ad Albertino e Lele Sacchi del talent in onda ogni martedì alle ore 22.45 su Sky Uno, ci racconta la sua esperienza televisiva e il suo nuovo disco, in uscita il 10 giugno: "Jam the house". Leggi l'intervista
di Fabrizio Basso
Rientra nei ranghi, Stylophonic. Dopo l'eccezione discografica di "Boom", da lui stesso definita "una deviazione su un percorso ben delineato", arriva "Jam the house" dove riprende a declinare il suo grande amore, la musica House. E intanto Stefano Fontana, questo il nome anagrafico, lo incontriamo ogni martedì sera alle 22.45 su Sky Uno: insieme a Lele Sacchi e Albertino forma la triade di coach del talent TOP DJ.
Partiamo dalla parentesi "Boom".
Mi sono tolto la curiosità artistica di collaborare con tanti italiani. E' un omaggio a tutto il suono che, da quando ho iniziato, metto nei miei deejay set.
Con "Jam the house" che succede?
Una declinazione del genere House in toto. C'è anche un sample (un frammento di voce originale, ndr) di Nina Simone e un altro, in "Gilrs", di Egyptian Lovers, che insieme ad Afric Bambaata, è colui che ha creato quel suono negli anni Ottanta.
Un disco di respiro internazionale.
Infatti ora esce in Italia e a fine anno nel mondo.
Ha fatto anche la versione vinile.
E' un modo per fermare il tempo e promuovere il disco in maniera inconsueta.
I suoi deejay set sono in vinile?
No. L'ho fatto per anni, ero arrivato a due valigie. Oggi sono tecnologico: anzi mi elettrizza stare in sincrono con la tecnologia.
Che racconta ai suo figli che la notte non la trovano mai?
Sto molto più in casa. Ruben ha un anno, è piccolo, ma Enea che ne ha sette sa tutto di me e suona la chitarra per diletto.
E' cambiato il popolo della notte?
Negli anni '90 era pieno di locali, le notti erano lavoro e baldoria. Oggi i gestori sono più focalizzati, si mira a eventi e festival. Basti pensare cosa inventa a Milano Elita.
Chi è il deejay del terzo millennio?
Una azienda con una sua struttura.
Come è arrivato a TOP DJ?
Ci sono dentro parecchi amici tra cui Pierpaolo Peroni. Da due anni mi parlavano del progetto.
Convinto sulla fiducia?
E sull'amicizia. Non avevo mai pensato al mondo della televisione. Ho condiviso il progetto e l'ho accettato. Non è uno svendersi.
Chi ci farà ballare l'estate 2014?
Più che altro dove: Croazia, Berlino, Londra, Barcellona, che il prossimo weekend ospita il Sonar, Ibiza, las Vegas e New York per citare qualche nome.
In Italia niente?
Siamo di natura esterofili e poi, mentre negli altri paesi fanno gruppo, qui si procede per campanile:la scuola napoletana di techno, Riccione negli anni Novanta. Bisogna rendere cool casa nostra, servono feste, eventi. Bisogna moltiplicare l'effetto Cocoricò che fa praticamente un Festival a weekend.
Perché partecipare a TOP DJ?
E' una vetrina che può far fare il salto in avanti: insegna il lavoro di deejay, che è una professione seria.
Rientra nei ranghi, Stylophonic. Dopo l'eccezione discografica di "Boom", da lui stesso definita "una deviazione su un percorso ben delineato", arriva "Jam the house" dove riprende a declinare il suo grande amore, la musica House. E intanto Stefano Fontana, questo il nome anagrafico, lo incontriamo ogni martedì sera alle 22.45 su Sky Uno: insieme a Lele Sacchi e Albertino forma la triade di coach del talent TOP DJ.
Partiamo dalla parentesi "Boom".
Mi sono tolto la curiosità artistica di collaborare con tanti italiani. E' un omaggio a tutto il suono che, da quando ho iniziato, metto nei miei deejay set.
Con "Jam the house" che succede?
Una declinazione del genere House in toto. C'è anche un sample (un frammento di voce originale, ndr) di Nina Simone e un altro, in "Gilrs", di Egyptian Lovers, che insieme ad Afric Bambaata, è colui che ha creato quel suono negli anni Ottanta.
Un disco di respiro internazionale.
Infatti ora esce in Italia e a fine anno nel mondo.
Ha fatto anche la versione vinile.
E' un modo per fermare il tempo e promuovere il disco in maniera inconsueta.
I suoi deejay set sono in vinile?
No. L'ho fatto per anni, ero arrivato a due valigie. Oggi sono tecnologico: anzi mi elettrizza stare in sincrono con la tecnologia.
Che racconta ai suo figli che la notte non la trovano mai?
Sto molto più in casa. Ruben ha un anno, è piccolo, ma Enea che ne ha sette sa tutto di me e suona la chitarra per diletto.
E' cambiato il popolo della notte?
Negli anni '90 era pieno di locali, le notti erano lavoro e baldoria. Oggi i gestori sono più focalizzati, si mira a eventi e festival. Basti pensare cosa inventa a Milano Elita.
Chi è il deejay del terzo millennio?
Una azienda con una sua struttura.
Come è arrivato a TOP DJ?
Ci sono dentro parecchi amici tra cui Pierpaolo Peroni. Da due anni mi parlavano del progetto.
Convinto sulla fiducia?
E sull'amicizia. Non avevo mai pensato al mondo della televisione. Ho condiviso il progetto e l'ho accettato. Non è uno svendersi.
Chi ci farà ballare l'estate 2014?
Più che altro dove: Croazia, Berlino, Londra, Barcellona, che il prossimo weekend ospita il Sonar, Ibiza, las Vegas e New York per citare qualche nome.
In Italia niente?
Siamo di natura esterofili e poi, mentre negli altri paesi fanno gruppo, qui si procede per campanile:la scuola napoletana di techno, Riccione negli anni Novanta. Bisogna rendere cool casa nostra, servono feste, eventi. Bisogna moltiplicare l'effetto Cocoricò che fa praticamente un Festival a weekend.
Perché partecipare a TOP DJ?
E' una vetrina che può far fare il salto in avanti: insegna il lavoro di deejay, che è una professione seria.