Il Miracolo, serie TV: la recensione degli episodi 5 e 6

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Linda Avolio

Una coppia (Fabrizio e Sole) scoppiata da tempo e ormai costretta ad affrontare la dura verità, una scienziata (Sandra) in cerca di risposte, un prete (Marcello) che crede ma che non viene creduto, un uomo di Stato (Votta) in viaggio alla scoperta di un mistero, un angelo custode (Clelia) che osserva da lontano l'oggetto del suo amore. Un miracolo che ha cambiato per sempre le loro vite. Leggi la recensione degli episodi 5 e 6 de Il Miracolo, la serie evento di Niccolò Ammaniti, in onda su Sky Atlantic il martedì sera alle 21.15

Il Miracolo, la recensione e la trama del quinto episodio

“Uccidi tuo figlio”: pesano come un macigno le parole pronunciate da Molocco. Salvo sa benissimo di non avere il coraggio di fare una cosa del genere, così prende tempo. L’unica cosa da fare è portare via Nicolino da lì. Il ragazzo è felice, non conosce il vero motivo di questa gita improvvisata, e chiede di essere portato dov’è tutto bianco, dove ci sono i pinguini. Alla fine opterà per il posto dove l’acqua fa “wooooosh!”: andranno a vedere le cascate.

Esaurito il prologo calabrese, torniamo come di consueto a Roma. Sole e Fabrizio litigano furiosamente. Lui le dà della stronza, tira in ballo il referendum, e le abbaia contro un rabbioso “Votano per me, e tu sei me, che ti piaccia o no!”. Lei si sente usata, rimpiange di non essersene andata quando poteva, e si pente di essere rimasta solo per non turbare la sua immagine: “Tutto quello che fai è per liberarti della sensazione di non contare un cazzo, ma non ti libererai mai di questa sensazione, ce l’hai nel sangue!” gli dice sprezzante. Lui le rinfaccia di essere una povera alcolista depressa, e le dice di essere a conoscenza di tutte le sue scappatelle. Insomma, i Pietromarchi non sono proprio in una bella posizione.

A farne le spese sono Alma e Carlo, che sentono i genitori litigare e scappano in camera spaventati. La stoccata finale, però, è data da Sole, che senza troppi giri di parole licenzia Olga dicendole “Non voglio vederti mai più. Adesso sistemi le tue cose e domani ti levi dai coglioni in silenzio, come sei sempre stata.” Il giorno dopo Alma cerca di dissuadere Olga, ma la ragazza le dice che deve andare. E che comunque la porterà sempre nel cuore. Sole osserva la scena: è ovvio che non vede l’ora di togliersi questa stramba tata polacca dalle scatole.

Anche Votta comincia a fare strani sogni. Sogna di essere un uomo fatto di pane. E sogna di essere mangiato vivo in un supermercato. A salvarlo da questo incubo è uno dei suoi uomini, il fidato Antonio, che l’avvisa che il freezer è arrivato a temperatura. La Madonnina viene dunque congelata, come suggerito dal premier. Sandra vorrebbe andare avanti con le indagini sul DNA, ma Votta gela, metaforicamente, anche lei: il suo lavoro termina qui.

Il personaggio di Alba Rohrwacher però non si arrende, e alla fine, grazie a un programma di riconoscimento facciale, ottiene un match. Il volto del possessore del sangue appartiene a un certo Amin Tarek, cittadino belga che, di primo acchito, non ispira troppa fiducia.

Fabrizio rimane piuttosto turbato quando Votta gli comunica di aver seguito il suo suggerimento. Mentre il Generale studia nei dettagli la storia del Miracolo dei Botesan e della Madonna dei Botesan – la famiglia di sei persone uscita illesa da un gravissimo incidente stradale, cosa che portò il capofamiglia a far erigere la famigerata edicola votiva dov’era per l’appunto collocata la Madonnina piangente – Pietromarchi ha un incontro piuttosto singolare con due esponenti del partito.

Bisogna scegliere quali facce mettere sulle lire, perché bisogna arrivare preparati nel caso in cui il popolo decida di uscire dall’Europa al referendum. Doveva essere una passeggiata, e invece… Invece ora c’è gente che si suicida, come un certo Ricciardi, un imprenditore. “C’è qualcosa di masochistico che spinge gli italiani a fare sempre la scelta sbagliata”, riflette Fabrizio, ma i due lo criticano aspramente, criticano la sua capacità di essere leader, e parlano di sua moglie. Sole farà l’intervista, ma basterà?

Il personaggio di Guido Caprino è sempre più solo, e Marisa gli propone di sganciare la bomba. Lui, però, non se la sente. E poi è facile per lei parlare così: lei non l’ha vista quella statuetta. Non sa di cosa parla. Seduto sul sedile posteriore dell’auto d’ordinanza, Fabrizio a un certo punto scorge Marcello, che è arrivato fin lì in metropolitana e che ha dimenticato la croce su un vagone. Il prete viene deliberatamente ignorato, ma Fabrizio se lo troverà presto tra i piedi.

Tornato a casa, infatti, viene informato dalla moglie di avere un ospite. Quell’ospite è, per l’appunto, Padre Marcello. In terrazzo, Pietromarchi attacca durante il sacerdote, ma questi è interessato solo al miracolo, che è vero, reale, e che va dato a tutti i fedeli. Fabrizio caccia via Marcello letteralmente a calci nel sedere, e poi chiama Votta: non vuole mai più avere tra i piedi quell’essere spregevole.

Tornando a Votta. Il Generale parte per il Veneto, sulle tracce della famiglia Botesan. Trova il nipote del capofamiglia, che vive coltivando cannabis. Tra un tiro e l’altro – a quanto pare la preziosa erba è un potente alleato contro la sinusite –, il personaggio di Sergio Albelli si fa raccontare la storia del camper, e alla fine scopre che la statuetta arriva dal Santuario di Burbano.

Il santuario è dunque la seconda tappa. Votta risale la montagna e arriva fino alla Madonnina. E’ uguale a quella che hanno congelato, però questa non piange. Tornato al santuario, il Generale parla col custode, che è assolutamente convinto della capacità della Madonna di Burbano di compiere miracoli. Alla fine Votta si lascia convincere, e acquista una copia della statuetta.

A Roma, intanto, Antonio è in carica. Quando scopre che uno dei ragazzi ha portato la nonna di fronte alla Madonnina congelata, si preoccupa: se questa storia arriva alle orecchie del Generale, saranno in guai seri. Duccio, però, la vede diversamente: c’è un sacco di gente che avrebbe bisogno di questo miracolo, gente che soffre. “Cosa stiamo facendo qui?”, chiede il militare al collega in carica, e si tratta della classica domanda da un milione di dollari (o di euro, visto che, per ora, la moneta unica c’è ancora!).

Il viaggio di Votta si conclude alla casa di riposo dove risiede sua madre. A quanto pare la donna, insieme ad altri ospiti, ha dato fuoco, per errore, sia chiaro, alla cucina durante una spaghettata notturna. Votta l’ascolta, è comprensivo, e quando sente sua madre dirgli di essere follemente innamorata di Pablo, grazie al quale ha scoperto il vero amore alla veneranda età di 83 anni, sorride sincero. Giacomo, questo il suo nome, fa per regalarle la Madonnina, che è benedetta. Lei, però, rifiuta: “Tienila tu, serve più a te che a me.”

 

Il Miracolo, la recensione e la trama del sesto episodio

Le cascate. L’acqua che fa “wooooosh!”. Nicolino è estasiato, non riesce a credere a quello che ha davanti agli occhi. Ma allo stesso tempo è triste, è turbato. La morte di Beatrice è stata un colpo durissimo per lui. Salvo lo perde di vista per un secondo, e quando lo ritrova gli si blocca il respiro: suo figlio è in piedi sul parapetto. Nicolino non si butta, viene fermato dal padre, che lo abbraccia e gli ripete che “Non è successo niente, non è successo niente.”

Dalla Calabria al Belgio. Due immigrati irregolari, un uomo e una donna, sono evidentemente una coppia, fanno colazione insieme, poi si recano in un punto di ritrovo dove vengono fatti salire su due furgoni. A dirigere le losche, e chiaramente illegali, operazioni è Amin. La donna muore a causa di un incidente sul lavoro: Hassan, il suo compagno, è disperato, ma non c’è tempo da perdere. Quel corpo deve sparire. Ci pensa sempre Amin, che la fa seppellire a sangue freddo. Com’è possibile che a quest’uomo così spregevole appartenga il sangue versato dalla statuetta?

Mentre si lava i denti, Fabrizio ha una strana visione. Cosa gli sta succedendo? La giornata si preannuncia lunga e impegnativa: c’è il funerale di Ricciardi, e poi c’è l’intervista di Sole, di cui si occuperà la fedelissima Marisa.

Trattato come un cane da Pietromarchi, Marcello decide di rivolgersi al suo superiore, che però sa tutto di lui e dei suoi peccati. Il personaggio di Tommaso Ragno non nega, ma non è lì per parlare di quello: è lì per parlare del miracolo. Il vescovo ovviamente non gli crede – in quanto a credibilità, non c’è neanche bisogno di chiedersi se credere a questo prete disagiato o al premier –, ma l’altro continua: la statua è stata congelata, forse è stata distrutta, bisogna intervenire. E infatti il prelato interviene, nel senso che lo fa portare via da due uomini vestiti da prete ma che, con tutta probabilità, preti non sono.

Marcello viene fatto salire su una macchina e viene portato lontano, in quello che, a tutti gli effetti, sembra essere un centro di riabilitazione. Clelia, che lo vede allontanarsi dal pc – non dimentichiamoci del tracker GPS che gli ha cucito nella giacca – prova a chiamarlo, ma senza successo.

Sandra intanto è volata fino in Belgio. Trova Amin, e cerca di avvicinarlo la sera in un locale. Lascia che l’uomo flirti con lei, sta al gioco nella speranza di poter portare a casa un campione di DNA, ma poi, quando Amin si fa avanti in modo aggressivo, si tira indietro. Tarek viene sbattuto fuori, ma Sandra non fa in tempo a recuperare il bicchierino dal quale ha bevuto, così è costretta a salire in macchina con lui. Riesce a recuperare un mozzicone di sigaretta, e poi gli chiede di accompagnarla suo hotel. Lui, ovviamente, ha altri piani, e la porta a casa sua, dove cerca di violentarla.

A salvare Sandra sarà la divina provvidenza, o, molto più semplicemente, il caso. A tenere d’occhio Amin, infatti, c’è Hassan, il compagno della donna morta all’inizio dell’episodio. E’ lui a colpire Tarek e a permettere al personaggio di Alba Rohrwacher di salire in macchina e di fuggire. Sandra, però, a un certo punto fa inversione. Torna indietro, recupera il suo salvatore, e poi via, addio Amin, addio Belgio.

Il personaggio centrale di questo episodio è però quello interpretato da Elena Lietti. Olga sarà uscita dalla sua casa, ma non dalla sua vita. La ragazza, infatti, va a trovare di nascosto Alma e Carlo a scuola durante la pausa pranzo. In realtà saluta solo Carlo: Alma li osserva dalla finestra.

Tornati a casa Pietromarchi, scopriamo che Sole ha deciso di mandare via i bambini in vista dell’arrivo della troupe televisiva per l’intervista. Andranno a stare dalla nonna materna, che è arrivata a prenderli. Capiamo molto di Sole guardandola interagire con sua madre, che non è proprio una madre modello, qualsiasi cosa ciò posso mai significa. La donna, infatti, non è propriamente un concentrato di empatia e calore, dice di essere favorevole all’utilizzo di qualche schiaffone ben piazzato, e, soprattutto, non perde occasione per far sentire sbagliata la figlia. La madre di Sole, infatti, è sempre stata convinta che sposare Fabrizio si sarebbe rivelato un errore: “Tu sei un'idealista, ti eri invaghita del bel rivoluzionario, e ti sei ritrovata con un politico! Sai perché non hai divorziato quando ne hai avuto l’occasione? Perché sei debole, avevi paura di restare da sola e di ammettere di avere sbagliato!”.

Sole evidentemente soffre molto per questo rapporto così conflittuale, ma lo scontro verbale si interrompe con l’arrivo di Alma, che, sapendo benissimo di ferire sua madre, fa sapere che a scuola sono stati tutti estremamente gentili con lei, che le sono stati regalati dei cioccolatini, che addirittura le è stato fatto un applauso. E poi è passata anche Olga, però ha parlato solo con Carlo.

Il personaggio di Elena Lietti ovviamente è furibondo, anche se non lo dà a vedere. Quando poi Carlo le conferma di aver visto la ex tata e le mostra il (finto) tatuaggio che lei presumibilmente gli avrebbe fatto sul braccio (ovviamente non è vero, è tutta un'idea di Alma), non ci vede più, e va fino al centro dove Olga si ritrova con gli altri fedeli per cantare. A dividere le due donne è soltanto il vetro della Sfera. Sole lancia uno sguardo d’odio a Olga, ma Olga sembra completamente al di là di qualsiasi emozione… La sua fede è il suo scuso. La sua fede la protegge.

Alma e Carlo partono con la nonna. Fermi a una stazione di servizio, Alma sfida il fratellino a rubare un cubo che si illumina di diversi colori. Carlo raccoglie la sfida, e una volta arrivati a casa della nonna i due si mettono a correre a bordo della piscina, che è coperta con un telo. Poi Alma, all’improvviso, ruba il cubo dalle mani di Carlo e lo getta in acqua. E’ un regalo per la principessa delle piscine, gli spiega, ma ora non c’è, si mostra solo di notte.

Alla fine arriva il momento della famigerata intervista, un boccone amarissimo per Sole. Un boccone che però è necessario ingoiare. Certo, un po’ di alcol in certi casi aiuta, così la first lady, con la scusa di volersi cambiare da sola, ne approfitta per farsi un goccio.

L’intervista in realtà è un successo. Sole, infatti, si difende benissimo. Non si giustifica, non si scusa, non si piega. Però ci tiene a chiarire alcune cose. Per esempio che l’istinto materno non esiste, è un’invenzione. Lei ama alla follia i suoi figli, ma ha dovuto imparare a fare la madre. La first lady non si lascia intimidire dall’intervistatrice, non si nasconde dietro un dito, e snocciola un’amara verità: che tutte le donne, tutte, sono sottoposte alla pressione di essere o non essere qualcosa. Sole prova orrore per “i pavidi che lanciano insulti dalla loro stanzetta”. Sole ha paura dei social, ha paura del giudizio. Ma Sole, ex pilota di rally abituata al rischio e alla paura, ci tiene anche a precisare che “Si può avere paura di tutto, ma non essere pavidi.”

Fabrizio la guarda in streaming mentre è sul treno che lo sta riportando a Roma. E’ molto colpito, specialmente quando in chiusura Sole dice di dovere effettivamente delle scuse a qualcuno: a lui. In auto, sulla via del ritorno, la chiama, ma lei non risponde. Allora le lascia un messaggio: forse dovrebbero provare a essere nuovamente felici, forse dovrebbero darsi un’altra possibilità. Tornato a casa, però, si rende conto che era tutta una farsa: dalla camera da letto esce infatti un ragazzo (uno dei tecnici della troupe televisiva) che se ne va in tutta fretta. Nella loro stanza, Sole si sta riallacciando la camicetta.

I Pietromarchi, però, stanno per subire un altro duro colpo. Carlo si sveglia in piena notte, e va a sbirciare in piscina. Riuscirà a vedere la principessa? Si siede sul bordo, nell’angolo scoperto dove Alma ha gettato il cubo luminoso. E dopo un po’, ecco che il cubo si muove, che sale verso di lui, portato da uno strano animaletto (un proteus anguinus, se siete curiosi). Questo animaletto è dunque la principessa delle piscine? Carlo, curioso come solo un bimbo può essere, si tuffa. E non torna più su.

Alma si sveglia, si accorge che il fratellino non è nel suo letto, che la porta finestra è aperta, e corre subito verso la piscina. Grida, lancia l’allarme, si butta senza esitare in acqua, e riesce a riportare a galla Carlo, che viene afferrato dal collaboratore domestico della nonna e viene steso a terra. Si salverà? Avverrà anche per lui il miracolo?

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