Leggi la recensione del terzo episodio della seconda stagione di Britannia, in onda su Sky Atlantic ogni venerdì alle 21.15. - Britannia, stagione 2: il cast e i personaggi
Britannia, stagione 2, episodio 3: il recap
Il terzo episodio di Britannia 2 si apre con la storia di Harka e Veran, il Primo Uomo e il Secondo Uomo. Due fratelli che si vogliono bene e che sono tutto l’uno per l’altro. Uno di loro, Harka, è stato scelto per un destino importante, ma sente di non essere abbastanza forte. L’altro, Veran, gli lancia una mela.
Presente. Mentre un anziano druido dà fuoco alla pira funeraria di Rork, al castrum i soldati e Domizio pregano i loro dei. Giusto un momento di pace prima dell’arrivo di tre donne che si definiscono regine. Piangono, si buttano a terra e si rotolano nella polvere disperate. Una di loro, “quella calva”, accusa Aulo Plauzio di una colpa gravissima: aver ucciso delle anime innocenti e averle lasciate abbandonate nel bosco a marcire.
In privato, Amena dice al suo amante di essere a conoscenza di quell’accusa, ma che non le importa: ha fatto la sua scelta. Lui le spiega che Veran non è ancora stato sconfitto, e che finché non troverà la Prescelta, la figlia di un padre cieco, non potrà stare tranquillo. Nel frattempo, Divis e Cait attraversano una foresta. Lui si lamenta del fatto che la sua allieva non si sta impegnando abbastanza, ma lei, rimasta indietro, saluta una ragazzina che sta cacciando dei conigli. Una ragazzina come lei, rimasta sola a causa dei Romani.
Al campo dei Druidi, Veran dice ad Ania che è arrivato il momento di servire gli dei, ma che per poterlo fare, per dare prova della sua fedeltà, dovrà rinunciare a suo figlio, cosa che farà. C’è una guerra da combattere, e in gioco c’è la sopravvivenza di tutti loro, anche di quel bambino amatissimo. Brearn, la compagna di Rork, rinnega Veran e decide di andare alla ricerca dell’Uomo Morto, finalmente tornato tra loro, insieme ai suoi uomini. Ania si unisce a loro, ma ha giurato fedeltà al Secondo Uomo, dunque è evidente che sarà i suoi occhi e le sue orecchie. La situazione però è grave: i Drudi non sono più uniti.
Phelan è in crisi: qual è il suo scopo? Perché è ancora vivo? Harka gli dice che un motivo c’è: la vendetta. Che è anche il suo obiettivo. Peraltro, la loro vendetta ha un unico destinatario: Veran. E’ stato lui a tradire Harka, a farlo cadere nelle fauci del serpente, ed è stato Veran a proclamare Kerra regina. Peccato che le rune sulla testa mummificata della figlia di Pellenor dicano altro, come rivela l’Uomo Morto al principe fuggiasco: “Io non sono una regina, io sono un sacrificio.” Dopo questa rivelazione, Phelan non ha più dubbi: renderà giustizia ai suoi morti. E secondo Harka, la cosa più potente di tutte è l’amore, nel bene e nel male.
Quella sera, all’accampamento romano, la canzone di un viaggiatore – un viaggiatore che una volta faceva parte della nona legione e che dice di conoscere il Prefetto Lucio, ora scomparso – allieta le ore buie dei soldati. Mentre Domizio parla con Amena e le chiede fino a che punto sia fedele all’Impero, Aulo, da solo nei bagni, si agita sentendo le parole della canzone. Poco dopo, nel cuore della notte, il soldato Felix dice di sentire delle voci, dei sussurri. Viene deriso, ma dal nulla ecco spuntare delle figure colorate di blu che mettono a ferro e fuoco il castrum. La villa di Plauzio viene incendiata da un uomo entrato lì dalle fogne.
Dopo aver ricevuto una “soffiata” da un anziano contadino, Vito raggiunge il posto in cui, a quanto pare, un druido e una ragazzina si recano durante ogni luna piena. E in effetti Divis e Cait sono proprio in quel luogo, pronti a iniziare di iniziare la cerimonia di raccolta dei giunchi. Vengono però raggiunti e accerchiati dai Romani. Mentre Cait mette in discussione le parole della profezia di Veran, Divis si accorge che qualcosa non va. I due fuggiaschi si dividono e corrono in direzioni opposte. Cait, però, si ritrova faccia a faccia con Vito: disposta a tutto, inizia a recitare con veemenza una formula nella lingua dei Druidi, e il prefetto crolla a terra, in preda a una forza sconosciuta che gli fa gelare il sangue nelle vene.
Il Primo Uomo chiede a Phelan di andare alla ricerca di tre fratelli biondi e di portarglieli: è tempo di passare all’azione. Cait e Divis, riuniti, osservano da lontano i Romani mentre portano via i loro possedimenti e le loro erbe magiche dalla caverna in cui si erano nascosti. Ormai senza speranze, il reietto dice alla sua giovane alunna di mangiare, perché è evidente che anche questa volta non succederà nulla. La Prescelta, offesa, corre via. Ma, rimasta sola nella foresta, ha una visione terrificante: un uomo magrissimo con la faccia ricoperta di una tintura blu e gli occhi posseduti da non si sa cosa. Harka.
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Britannia, stagione 2, episodio 3: la recensione
Finalmente scopriamo qualcosa di più su Harka e Veran, su questi due fratelli un tempo uniti e ora acerrimi nemici. Sempre in tema di "simbolismo cattolico", dopo il parallelo tra la figura di Gesù e quella di Cait - i rispettivi salvatori dei loro popoli, due messia, parola peraltro tirata in ballo dallo stesso Plauzio - ecco un altro parallelo: la mela. Anche qui il frutto viene associato al tradimento, solo che in questa storia è, a quanto pare, Veran a tradire Harka. Per prenderne il posto? Così parrebbe, ne sapremo di più al momento del confronto diretto tra i due.
I personaggi di Britannia si dividono sostanzialmente in due macro-gruppi: quelli ambigui e quelli non ambigui. Tra i secondi troviamo ovviamente Cait, Divis, Vito, Domizio, Hella, Phelan, Willa e Ania, tra i secondi troviamo invece Aulo, Amena, Veran e Harka. A renderli ambigui non è tanto la loro spietatezza o la loro capacità di fare del male: a renderli ambigui sono le loro motivazioni. Cosa si muove veramente dentro Aulo? E' stata veramente solo l'ambizione a spingere Amena a tradire la sua gente e a consegnarla ai Romani, ai quali peraltro si inchina anche lei? Cosa ha spinto Veran ad agire come ha agito nella prima stagione? E siamo sicuri che Harka voglia "solo" la vendetta?
Finalmente Cait ha l'agognata Grande Visione, ma si tratta di una visione a dir poco inquietante: Harka, the Dead Man. Anche Phelan ha una rivelazione: ammesso e non concesso che il suo nuovo "amico" gli abbia detto la verità, a quanto pare Veran aveva previsto di dare in pasto al nemico Kerra, non una regina, bensì un sacrificio. Ma a chi? Agli dei o a Lokka? Mackenzie Crook e David Morrissey sono due antagonisti molto diversi tra loro ma ugualmente terrificanti: se dovessero unire le forze contro i Druidi, per loro non ci sarà scampo.