La preside, trama e cast della serie tv con Luisa Ranieri dirigente di scuola a Caivano

Serie TV
Camilla Sernagiotto

Camilla Sernagiotto

Credits: ufficio stampa Rai

Introduzione

Luisa Ranieri è la protagonista della serie televisiva La preside, la fiction che racconta la forza della scuola come strumento di riscatto. 
Presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2025, La preside è la nuova fiction che porta sullo schermo una storia di coraggio, educazione e rinascita.

 

Prodotta da Bibi Film TV di Angelo Barbagallo e da Zocotoco di Luca Zingaretti, in collaborazione con Rai Fiction e con la partecipazione di Netflix, la serie andrà in onda su Rai 1 in quattro appuntamenti speciali, prossimamente in prima serata su Rai 1. Al centro del racconto c’è una donna, interpretata da Ranieri, che sceglie di credere nella scuola come unica via di salvezza possibile in un contesto difficile.

 

Scopriamo di seguito tutto quello che bisogna sapere su La preside, dalla trama al cast. 

Quello che devi sapere

La scuola come occasione di rinascita

Tutto nasce da una domanda semplice ma urgente: la scuola può davvero salvare una vita? È da qui che prende forma la serie tv La preside, una fiction che accende i riflettori su un tema profondamente civile, quello dell’istruzione come strumento di riscatto sociale. Il racconto prende ispirazione dalla storia autentica di Eugenia Carfora, la dirigente scolastica di Caivano che, con determinazione e passione, ha trasformato un istituto segnato dal degrado in un luogo di legalità e speranza.
A dare forma televisiva a questa vicenda è stato il regista Luca Miniero, mentre l’ideazione e la sceneggiatura portano la firma di Luca Zingaretti insieme a Cristiana Farina e Maurizio Careddu, gli stessi autori che hanno dato vita al fenomeno Mare Fuori. Zingaretti, anche produttore, ha raccontato di essere rimasto profondamente colpito dal documentario di Domenico Iannacone dedicato a Eugenia Carfora. “Quando ho visto quel filmato – ha spiegato – mi ha travolto la forza di una donna che agiva senza paura. Era evidente che fosse una storia da raccontare. Ho capito subito che la protagonista doveva essere lei, e che ad interpretarla doveva essere Luisa.”

Dalla realtà di Caivano alla fiction

Nel passaggio alla fiction, la storia reale assume una forma nuova. La protagonista della serie tv La preside cambia cognome e diventa Eugenia Liguori, quarantasette anni, una donna caparbia, visionaria e testarda, al suo primo incarico come dirigente scolastica. La sua scelta cade sull’Istituto Anna Maria Ortese di Napoli, un luogo simbolo di degrado e abbandono scolastico, immerso in un quartiere difficile. Quella che potrebbe sembrare una sfida impossibile si trasforma in una missione di vita. Eugenia decide di investire ogni energia, ogni risorsa, persino se stessa, pur di restituire ai suoi studenti una possibilità concreta di futuro.
Per prepararsi al ruolo, Luisa Ranieri ha seguito per alcuni giorni la vera Eugenia Carfora, osservandola nel suo ambiente di lavoro. “L’incontro con Eugenia è stato magico. Non c’è stato bisogno di parole. Mi sono limitata a guardarla, a coglierne i gesti, a respirarne lo spirito. Mi ha raccontato alcune cose, ma soprattutto mi ha fatto capire, con l’esempio, cosa significa credere in quello che si fa. Ho percepito un orgoglio profondo: quello di una donna che ha saputo offrire ai suoi ragazzi, che la considerano una seconda madre, la possibilità di scoprire che esiste un mondo diverso, un orizzonte nuovo.”

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Un racconto che supera il biopic

La forza della serie tv La preside risiede anche nella scelta di non realizzare un biopic in senso stretto, ma un racconto ispirato alla realtà, capace di ampliare i confini della vicenda e di renderla universale. Luca Miniero ha spiegato che l’obiettivo era raccontare una periferia qualunque, non solo Caivano. Le riprese si sono svolte a Napoli Est, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, proprio per dare voce a un contesto che potesse rappresentare tutte le periferie italiane. “La scuola – ha sottolineato il regista – diventa un simbolo di riscatto, un luogo di trasformazione, non solo per gli studenti ma anche per chi li guida.”
Al fianco di Luisa Ranieri agisce un cast corale, composto da Daniela Ioia, Enzo Casertano, Ivan Castiglione e dalla giovane Ludovica Nasti, già amata dal pubblico per il ruolo di Lila in L’amica geniale, insieme a numerosi volti emergenti. Le storie dei ragazzi e quelle della preside si intrecciano, costruendo un intreccio che riflette le contraddizioni del nostro tempo. Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, ha sottolineato come questa serie rappresenti “un grande tributo al nostro Paese, che non deve arrendersi di fronte all’inciviltà e alla criminalità. La scuola è il primo grande luogo di formazione, di amicizia, di amore e anche di conflitto. Questa storia parte dal degrado, ma dimostra che una sola persona può cambiare il destino di molti".

La nascita del progetto

L’idea di raccontare la vicenda narrata nella fiction La preside è nata da Luisa Ranieri stessa, dopo aver visto il documentario Che ci faccio qui di Domenico Iannacone dedicato a Eugenia Carfora. Colpita dalla figura della preside, Ranieri ne ha parlato con il marito Luca Zingaretti, che ha subito deciso di approfondire. “Appena ho iniziato a guardarlo – ha raccontato – mi sono sentito spinto a cercarla. Poco prima che finisse il documentario ero già al telefono per provare a contattarla.” L’incontro tra i due non fu dei più semplici. “Dall’altra parte del telefono, Carfora mi chiese ‘E chi sì tu?’. Quando le dissi il mio nome, rispose ‘Ah, ma veramente? E io sono Napoleone’, e poi ha riattaccato.”
Da quell’episodio è nata una collaborazione che ha portato gli sceneggiatori più volte a Caivano per conoscere da vicino la realtà di quella scuola. “All’inizio, ve lo assicuro, l’istituto era molto sgangherato – ha ricordato Zingaretti – ma Carfora è riuscita a far nascere, in mezzo al nulla, un edificio che oggi sembra un college svizzero.” La preside non ha interferito nell’adattamento televisivo, come ha raccontato la stessa Ranieri: “Quando sono andata da lei non mi ha fatto nessuna richiesta. Era concentrata sui suoi studenti, non sull’attrice che la seguiva. Ci siamo capite senza bisogno di parlare.”

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Il ritratto di un’eroina quotidiana

La serie televisiva La preside non è solo il racconto di un’educatrice, ma il ritratto di una donna che vive il suo lavoro come un atto di resistenza civile. Nella fiction, ambientata nel 2025, la protagonista si trova spesso a fare i conti con le difficoltà del ruolo e con la propria vita familiare. È una donna che riesce a dedicare tutte le sue energie ai ragazzi, ma che fatica a tenere il passo con i suoi figli. “L’istruzione è il primo baluardo di una società evoluta – ha dichiarato Ranieri – ma purtroppo, dal dopoguerra, in Italia non esiste una vera politica per la scuola. Negli ultimi trent’anni non si è più investito sui giovani. È triste pensare che oggi entrino i metal detector ed escano materie come l’educazione sessuale, che sono invece fondamentali per la crescita. Da madre vedo quanto le esigenze dei ragazzi siano cambiate: per capirli davvero bisognerebbe vivere di più nel loro mondo.”
Anche Zingaretti ha insistito sulla funzione civile della serie: “La fiction non deve dare lezioni, ma può far riflettere. Credo che La preside possa cambiare chi la guarda, nel bene. Raccontiamo la speranza, ma senza superficialità. La leggerezza, qui, non è mai fuga dalla realtà.”
Maurizio Careddu, tra gli sceneggiatori, ha sottolineato che raccontare questa storia significa anche affrontare il sogno della legalità in un contesto segnato dal crimine. “Carfora vuole che ognuno di noi faccia la sua parte”, ha ricordato.

Una battaglia per il futuro

Nel cuore della serie La preside resta una convinzione: la scuola può essere un rifugio e al tempo stesso un campo di battaglia. Eugenia Liguori ne è la dimostrazione, una donna che crede nel potere dell’immaginazione come primo passo verso il cambiamento. “Quando le cose sono così brutte, è facile immaginarsele più belle”, dice a un certo punto la protagonista. È questa la chiave del suo coraggio, la spinta che la porta a non arrendersi mai, anche quando tutto sembra perduto.
Attraverso il suo sguardo, La preside racconta una Napoli diversa, fatta di resistenza quotidiana e di gesti silenziosi. Una città che non si lascia definire solo dal crimine o dal disagio, ma che trova forza nei suoi insegnanti, nei suoi studenti e in chi, ogni giorno, continua a credere nella possibilità di cambiare.
Nel mondo di Eugenia, la scuola diventa un luogo di speranza, un presidio di umanità dove la conoscenza si fa arma pacifica contro la rassegnazione. È la storia di un’eroina moderna, di una donna che con la sua determinazione dimostra che educare non è un compito tra i tanti, ma un atto d’amore e di rivoluzione.

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