Mar Afuera, il remake spagnolo di Mare Fuori raccontato da Laura Simón

Serie TV

di Barbara Grassi

Il remake spagnolo della serie italiana ambientata in un centro di detenzione giovanile è su Atresplayer e Disney+ Spagna. Cambiano nomi e storie, ma restano protagonisti gli adolescenti. Nel cast Laura Simón, che interpreta Saray (versione spagnola di Naditza). L’attrice ci racconta il suo legame con il personaggio e le sfide del progetto

Laura Simón ha studiato da infermiera. Coltivando, da quando era bambina, la passione per la recitazione. Una passione che è diventata non solo il suo lavoro ma la sua “ossessione” come la definisce lei. E che l’ha aiutata ad affrontare la sua timidezza, come capita a tanti attori.  Il progetto Mar Afuera è arrivato in un momento in cui, dopo qualche casting andato male, si sentiva un po’ demotivata e stava lavorando come infermiera. Nella sua giovane carriera, a 27 anni, ha partecipato nel 2022 al film spagnolo La consagración de la primavera e nel 2023 alla serie La promesa. Mar Afuera potrebbe essere il famoso turning point, il momento di svolta, soprattutto se la serie spagnola avrà il successo di quella italiana, durata sei stagioni. Il remake girato ad Alicante aggiunge, nella prima stagione, tratta tematiche importanti come quella della salute mentale, dell’omosessualità e della transessualità. Manca ovviamente l’equivalente spagnolo della napoletanità, un tratto caratteristico della serie italiana, e si parla uno spagnolo neutro. 

Per prepararvi avete visto serie italiana o non è stato necessario?
La serie italiana qui in Spagna non si è vista. Non ho potuto vederla su nessuna piattaforma, ma quando ho saputo che stavo facendo il casting per questa serie, ho iniziato a guardare diverse scene che ho trovato e conosco la storia. Quella di Naditza, che è il personaggio su cui è basato il mio personaggio, è incredibile, è meravigliosa. Ho visto delle scene ma non volevo vederla tutta per non farmi influenzare. Non sapevo nemmeno cosa mi avrebbero chiesto per questa serie. Però mi piacerebbe vedere tutte le stagioni.

 

Nella serie italiana il tuo personaggio è una zingara e la sua famiglia vuole che si sposi con un cugino, ma lei non vuole e fa qualcosa per entrare nel centro di detenzione dal quale non vuole uscire, al contrario degli altri ragazzi. Come succede a Saray...

Esatto. Mi piace molto questa differenza tra il personaggio qui in Spagna e quello italiano, perché alla fine sono storie diverse. Ma entrambe entrano nel centro, vogliono rimanere all'interno per situazioni diverse. Il centro è lo stesso, come quel sentimento di voler rimanere dentro e di non voler uscire perché fuori è peggio che dentro. Quindi sì, ci sono delle differenze, ma credo che Naditza e Saray abbiano molto in comune.
 

Cosa ti piace di più del progetto di Mar Afuera?  Dal punto di vista personale e come attrice.
Io sono innamorata del mio personaggio, di come è, sono molto felice di far parte del progetto e non solo ora vedendo il risultato e che piace. Durante le riprese ero la persona più felice del mondo, andavo a girare tutti i giorni con una felicità e un'energia che contagiava il mio personaggio perché lei ha un'energia altissima, io non sono così. È una donna coraggiosa, forte, che ha le idee apparentemente chiare ma alla fine non smette di essere un'adolescente con i suoi problemi. Ha molta luce e non le importa delle opinioni degli altri, credo che nell'adolescenza sia qualcosa di molto difficile e lei è così. E poi ovviamente il rapporto con i miei colleghi. Mi sono sentita super protetta, è stato come girare in famiglia.

 

È un cast molto giovane, con qualche attore più esperto come Itziar Atienza
(Entrevías, Mentiras, Ombre del passato). Come è stato lavorare con lei?
La ammiravo già prima ma ho scoperto che oltre ad essere una grande professionista, a livello personale è così vicina, così umile. Mi sono affezionata molto a lei ma anche a Pilar Bergés che interpreta la psicologa del centro. Imparo molto da loro, le ammiro. E sono così umili e generose, sono lì per te. Io aspiro a quel tipo di recitazione, ascoltare davvero l'altra persona, guardarti e vedere di cosa hai bisogno. Credo che sia così che si costruisce, in questo caso, un cinema migliore.

 

Si vede nella serie la connessione tra il tuo personaggio e quello di Paula. C’è una sceneggiatura, ma c’è anche l’interpretazione. Si vede soprattutto alla fine quando il rapporto è più stretto
Non ti mentirò, è la mia trama preferita, mi piace molto il mio finale. Inoltre mi commuove molto che trovi in Paula, un’adulta con cui non aveva mai avuto un rapporto. Perché alla fine sua madre è una persona che non si è presa cura di lei, al contrario, Saray ha dovuto prendersi cura della mamma, quindi non è abituata a essere accudita. Questa trama è molto tenera.

 

Ci sarà una seconda stagione di Mar Afuera? In Italia sono 5
Non lo so, speriamo. In Italia ha avuto molto successo. Credo che non lo sapremo finché non saranno stati trasmessi tutti gli episodi. Vediamo se la gente lo vedrà e piacerà o no, alla fine sono le persone a decidere.

 

Cosa ti piacerebbe affrontare con il tuo personaggio?
Credo che Saray debba uscire un po' dal Centro, mi piacerebbe esplorare quella parte di terrore verso l'esterno, verso situazioni che lei non tiene sotto controllo. Mi piacerebbe vederla più vicina anche al mare, perché si vede Saray che rema all'inizio del primo episodio, ma non la si vede mai vicina al mare. Mi piacerebbe approfondire il rapporto con sua madre.

 

E tu, come Laura, scegli un sogno che vorresti realizzare

Un sogno? Ne ho tanti. Mi piacerebbe fare cinema. Parlare di cose di cui non si è parlato o cose di cui è difficile parlare oggi, che ti facciano riflettere. Mi piacerebbe qualcosa di azione e horror. Le scene che ho potuto girare in Mar Afuera che avevano più azione o più suspense mi sono piaciute moltissimo, quindi qualcosa del genere.

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