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Grey’s Anatomy, Stefania Spampinato racconta la dottoressa De Luca

Serie TV

Barbara Grassi

©Getty

L’attrice italiana saluta dopo 7 stagioni il personaggio che nelle famose serie televisive di Shonda Rhimes le ha dato sicurezza e fama. In un’intervista a Sky TG24 ha parlato della sua dottoressa Carina De Luca e dell’impatto che ha avuto sulla comunità LGTBQ+, e del suo percorso di crescita come donna passato attraverso il conflitto sul volere o no dei figli e sul giudizio degli altri

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Stefania Spampinato è diversa dalla dottoressa frizzante e provocante che abbiamo imparato a conoscere prima in Grey’s Anatomy e poi in Station 19. La ragazza siciliana che ha portato in un network americano la sua italianità sia come lingua che come modo di essere. Aperta e schietta. Irresistibile corteggiatrice. Anche se poi nel corso delle stagioni il suo personaggio ha un’evoluzione e cambia per amore e il desiderio di diventare madre. L’opposto di quello che è successo a Stefania nella sua vita privata. Una donna dolce e sensibile. Che si commuove quando parla dei messaggi dei ragazzi che grazie al suo personaggio, una donna bisessuale, hanno trovato la forza di parlare della loro sessualità. E tanti messaggi arrivano anche dai genitori che hanno potuto conoscere veramente i loro figli. Shonda Rhimes, inserita tre volte nella lista delle 100 persone più influenti del mondo dalla rivista TIME, è stata una delle prime a dare spazio e voce alla comunità LGTBQIA+ in un network. Non solo Grey’s Anatomy e Station 19 ma anche in un’altra serie di successo come Bridgerton. C’è grande bisogno di autenticità e meno giudizio, ci ha detto Stefania Spampinato che con l’ultima stagione di Station 19 chiude un capitolo importante della sua carriera e si gode le meritate vacanze in Italia e nella sua Sicilia.

Stefania, come ci si sente a tornare in Italia, poiché ormai sei diventata, possiamo dire, un po' anche americana?

No, mai americana. È come tornare a casa. Dopo 8-9 mesi che sto in interrottamente a Los Angeles ho proprio bisogno fisiologico di rientrare, di ricaricarmi, di sentirmi a casa, completamente a mio agio. Torno sempre in estate, l'inverno di solito lo evito perché fa freddo. L'estate in Europa e in Italia è un film, una magia sempre, quindi sono sempre super contenta di tornare.

 

All’affetto del pubblico ti sei abituata oppure è una cosa che sempre ti lascia delle emozioni?

È una cosa che comunque, in un certo senso, ti sorprende sempre. Perché comunque sono passata da fare la hostess in un ristorante a uno degli spettacoli televisivi più famosi al mondo, e un personaggio che doveva durare due episodi invece è durato sette stagioni. Quindi è stato tutto un po' una sorpresa, tutto è successo super velocemente. Soprattutto l'impatto che questo personaggio nello specifico ha avuto sul pubblico è una cosa che mi sorprende sempre, è una cosa che mi rende tanto felice e fiera.

 

Il personaggio di Carina, così come l'esperienza in Grey’s Anatomy e Station 19, cosa ti ha lasciato?

Come attrice sicuramente il fatto di avere la sicurezza di un lavoro per sette anni è stata una cosa che mi ha fatto rilassare di brutto perché tutti gli attori e gli artisti sono lavoratori indipendenti. Quindi, ti dico: non so cosa faccio, non so dove vado, non so qual è il mio lavoro. Quella è stata una grandissima cosa che non capita spesso. E dal punto di vista artistico è stato bellissimo potersi rilassare, potersi divertire con il personaggio. Come donna, abbiamo raccontato una storia molto importante nello show che era quella di Carina, che voleva diventare mamma a tutti i costi. Io ho avuto il percorso opposto, ho realizzato di non voler diventare mamma e finalmente ho accettato questa cosa. Magari adotterò un bambino un giorno perché comunque il fatto di cambiare la vita a un ragazzino che non ha avuto le stesse possibilità che magari ho avuto io è un'idea che mi esalta molto di più dell'avere un figlio mio, che è una cosa che non sento.

Descrivici il tuo personaggio e come è nato.

Il breakdown del personaggio era: dottoressa italiana che fa uno studio sulla sessualità e gli orgasmi femminili e vuole inventare l'equivalente del viagra per le donne. Bisessuale e tanto divertente. L'intento del personaggio era di portare qualcosa di frizzante. Ed è stato un personaggio super divertente da interpretare perché mentre in America di solito l’italiano è sempre la macchietta, questo personaggio oltre a essere simpatico, spicy, si è anche sviluppato con profondità, con sentimenti e obiettivi importanti. È stato un percorso molto bello.

 

Quando ti sei accorta dell'impatto mediatico? Perché comunque è vero che ormai ci sono tantissime serie che hanno al loro interno una storia tra donne, però penso che a mano a mano ti sia resa conto che il seguito diventava sempre più grande.

In un network credo che Shonda Rhimes sia stata una delle prime a introdurre le coppie dello stesso sesso. Non sono così comuni come magari negli streamers che sono un po' più giovanili, un po' più open-minded, un po' meno tradizionali. Quindi avere una coppia dello stesso sesso, più di una coppia dello stesso sesso nel tv show di un network è comunque un traguardo pazzesco.

 

Durante questo percorso ti hanno scritto in tanti per parlare delle proprie esperienze.

Io dico sempre che i messaggi più belli che ricevo sono quelli dei genitori che mi dicono "grazie al tuo personaggio mia figlia è stata capace di dirci chi è". Ancora mi metto a piangere. Ragazzine che mi dicono grazie al tuo personaggio mi sono vista e mi sono accettata per quello che sono, per la mia sessualità, e ho avuto la forza di dirlo anche ai miei. Da donna del Sud, comunque, questa fatica la sento perché l'ho attraversata anche io. Non è facile essere sempre te stessa e dire "questa sono quella che sono, non mi giudicate, non mi mettete da parte perché magari non voglio la stessa vita che avete fatto voi".

 

Di cosa c'è più bisogno secondo te?

Di autenticità e di meno giudizio, di meno polarizzazione, di meno black and white, di più zona grigia. Siamo tutti così, che vogliamo appartenere a un gruppo o all'altro quando in realtà tutti i buoni hanno un po' di cattivo e tutti i cattivi hanno un po' di buono. Sono tutti nel mezzo alla fine. Quindi se ci rilassassimo un pelino tutti, lasciassimo fare, saremmo molto più sereni. Fai quello che vuoi, fai quello che ti fa stare bene, l'importante è non fermare gli altri.