A casa tutti bene, Gabriele Muccino racconta a Sky Tg24 la seconda stagione. L’INTERVISTA

Serie TV
Chiara Ribichini

Chiara Ribichini

Otto nuovi episodi per una nuova stagione della serie firmata dal regista, vincitrice del Nastro D’Argento, reboot del suo omonimo film campione di incassi. Da oggi in esclusiva su Sky

“Sono tanti gli accenti che si possono mettere sulla felicità della famiglia, spesso presunta o messa in scena, o sulla infelicità che solitamente è la faccia che non si mostra e che questa serie invece porta alla luce. Con tutte le conseguenze più disastrose”.
La seconda stagione di “A casa tutti bene”; la serie firmata da Gabriele Muccino (LO SPECIALE) vincitrice del Nastro D’Argento reboot del suo omonimo film campione di incassi che torna dal 5 maggio in esclusiva su Sky, metterà ancora più in evidenza il deragliamento della famiglia, come spiega lo stesso regista a Sky Tg24.

La saga familiare continua

 

“È una saga familiare che deraglia nella prima stagione. Questo deragliamento inizia con un piccolo elemento. Il denaro, l'avidità e l'ambizione sono i primi motori che muovono questo effetto che sembra risolvibile ma fondamentalmente quella è la prima casella di un lungo serpentone di domino che inizia a far cadere tutte le altre caselle. Nella prima stagione ci siamo fermati a metà di questo serpentone, la seconda lo riprende per cui questo effetto domino continua ma con una potenza ancora più distruttiva” sottolinea Muccino. E continua: “La seconda stagione in realtà l'ho concepita e girata come se fosse un lungo film di 8 ore circa. Tre atti: uno è la prefazione, un altro il momento in cui c'è la grande crisi di tutti i personaggi e un ultimo in cui c'è una risoluzione della grande vicenda”.

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A casa tutti bene, quello che c'è da sapere sulla seconda stagione

Dal cinema alla tv

 

Una scrittura e una regia costruita sui protagonisti. “Gli ho cucito addosso letteralmente delle scene e delle soluzioni. Ho così permesso agli attori dietro personaggi di esprimere al 100% quella che è la loro natura. Per questo tutti i personaggi sono ancora più densi, ancora più forti, ancora più importanti, perché dietro c'è il vero vestito” spiega.
E sul passaggio dal cinema alla tv: “Ho cercato in tutti i modi di portare il mio cinema e quel linguaggio dentro la televisione. E poi c'è stata l'enorme protezione da un punto di vista artistico di Sky, che mi ha permesso di fare questa serie a modo mio, cioè portando il mio punto di vista delle cose, il mio modo di stare al mondo dal punto di vista del linguaggio cinematografico. Che ormai cinema e tv sono come un filo trasparente che si sovrappone per cui non so distinguere l'una dall'altra, è difficile”.

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