The Third Day, la recensione dei primi due episodi della serie tv con Jude Law

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Linda Avolio

Leggi la recensione del primo e del secondo episodio di The Third Day, in onda su Sky Atlantic il lunedì sera alle 21.15 (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV) - ** ATTENZIONE: SPOILER **

The Third Day, cos'è successo nel primo episodio

Un uomo con un problema in un posto fuori dall’ordinario. Sam, il protagonista dei primi tre episodi di The Third Day, è al telefono con sua moglie Cas, e la conversazione è animata. Sono stati appena derubati, dal negozio sono sparite 40.000 sterline in contanti destinate a un certo Aday, e di andare dalla polizia non se ne parla. A chiamata conclusa, il personaggio di Jude Law raggiunge a piedi la riva di un ruscello. In preda a un pianto irrefrenabile, getta in acqua una maglietta a righe bianche e nere di piccola taglia.

 

Mentre torna verso la macchina intercetta una ragazzina coi capelli lunghi e un ragazzino coi capelli ricci. La ragazzina manda via il ragazzino…poi si lancia nel vuoto con una corda al collo. Sam la salva appena in tempo. Epona, questo il suo nome, non vuole saperne né di poliziotti né di dottori, altrimenti “lui” la ammazzerà. Lui chi? A quel punto, il nostro non può fare altro che accompagnarla a casa. D’altronde una volta, prima di aprire un negozio di giardinaggio con sua moglie, lavorava coi ragazzini, sa come prenderli. E poi ha tre figli, due femmine e un maschio. Inoltre, spesso è più facile aprirsi con uno sconosciuto. Ma l’altra non abbocca.

Epona vive sull’isola di Osea, collegata alla terraferma da un passaggio che, causa maree, è percorribile solo due volte al giorno. In attesa del calar delle acque, Sam prova inutilmente a chiamare Aday. Giunto dall’altra parte, ha la sensazione di essere già stato in quel posto, solo che che non è così. Suo nonno, però, durante la Seconda Guerra Mondiale venne mandato proprio lì. La sua giovane compagna di viaggio gli spiega che Osea è in fermento: a breve si terrà il festival annuale Jesus and the Sea, quest’anno occasionalmente aperto al pubblico, e non solo ai 93 abitanti.

 

Lungo la strada, Sam rimane colpito dai cosiddetti Sajora, individui mascherati che fingono di tagliare via il male dalle persone che incrociano. In quel luogo le antiche tradizioni celtiche si sono affiancate a quelle cristiane, e sono sopravvissute. Epona si rifugia dai Martin, i proprietari dell’unico pub dell’isola, gentili ma piuttosto evasivi. Rimasto solo, Sam osserva le macabre foto appese alle pareti e prova a fare una telefonata, ma niente da fare. Lavori alla linea, è la spiegazione di Mr. Martin, che poi gli racconta la storia dell’isola.

 

A creare la prima comunità fu Frederick Nicholas Charrington, che decise di portare lì un nutrito gruppo di alcolizzati (e farabutti di vario genere) per liberarli definitivamente dalle tentazioni e dai loro peccati. Sam, che vive a Londra, gli racconta del furto, poi vuole sapere di Epona…e del ragazzino che era con lei. Mr. Martin lo rassicura e gli dice di non conoscere nessun ragazzino, ma in compenso precisa che il festival si chiama Esus and the Sea, in onore di Esus, una sorta di dio della guerra celtico. I primi cristiani in Inghilterra furono druidi, ecco spiegato questo strano mix di tradizioni e credenze.

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The Third Day, le foto della serie tv con Jude Law in onda su Sky

Sam deve assolutamente ripartire, ma la sua macchina è bloccata in fondo a un vialetto. Nervoso, risponde male a Mr. Martin, e alla fine, per giustificarsi, gli racconta la verità: i soldi gli servivano per una mazzetta. L’altro non ha dubbi: se solamente lui e quell’Aday erano a conoscenza di quelle 40.000 sterline, allora è evidente chi è il ladro. Tornato al pub, il nostro incrocia Mrs. Martin, che dice di ricordarsi di lui, dei suoi appelli in televisione, della gente che incolpava gli immigrati e di lui che, invece, invitava a non cedere alla rabbia e all’odio. Ci crede ancora? In bagno trova della sabbia sotto il lavandino. Strano. Dalla finestra assiste all’arrivo di Jason, il furibondo padre di Epona. Rivuole sua figlia, ma i Martin pensano che sia meglio che la ragazza stia con loro ancora un po’. A farlo calmare, e a fargli abbassare la canna del fucile, è un vecchio vestito interamente di bianco. Mr. Martin minimizza nuovamente, ma è evidente che in quel posto sta succedendo qualcosa.

 

Finalmente il nostro si mette in macchina…ma il passaggio è ormai chiuso. Rivede il ragazzino di prima, e lo insegue nella boscaglia. Giunto in prossimità della spiaggia, osserva da lontano, nascosto nell’erba alta, Jason, in compagnia di due uomini. Parlano di qualcuno che sta nella “casa grande,” una sorta di guida della comunità. Uno esprime il suo dissenso: altro che guida, non ha fatto altro mandare tutto in malora! Tornato al pub, si reca nella stanza numero 1, quella che i Martin gli hanno offerto per passare la notte, ma la trova già occupata da una certa Jess. A malinteso chiarito, i due bevono qualcosa, e lui riesce a farsi prestare il cellulare e a chiamare Aday. Lo minaccia di denunciarlo alla polizia…ma l’altro ha un alibi di ferro: era in ospedale con la moglie al momento del furto. Ops.

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The Third Day, il cast e i personaggi della serie tv. FOTO

Jess – che è un’antropologa americana, che ha due figlie, e che ha un bel po’ di grane col marito – è appassionata di cultura celtica ed è lì per il festival. Il primo organizzato da Charrington fu una tre giorni fuori da ogni regola, con tanto di morti, ma un weekend di follia ed esagerazione val bene un intero anno di tranquillità! Degli abitanti dell’isola ha una buona opinione: con lei, che è già stata lì, sono sempre stati tutti molto carini. Sono molto protettivi riguardo le loro tradizioni, questo è certo. Sopraggiunge un certo Larry, uno dei tizi intravisti in spiaggia con Jason. Un individuo a dir poco ostile, ma Mrs. Martin lo manda via senza tanti complimenti. Ai due ospiti toccherà condividere la stanza, purtroppo il nuovo hotel aprirà solo tra qualche mese. Per scusarsi dell’inconveniente, per quella serata offre da bere la casa. Epona però dov’è? Al sicuro con loro per la notte, risponde secca l’agguerrita proprietaria del pub.

 

Sam beve fino a ubriacarsi, ma è stranamente contento e rilassato. In bagno, di fronte allo specchio, ha una sorta di visione. E’ notte, si ritrova in mezzo a un prato. Segue il ragazzino coi capelli ricci, e finisce in un edificio diroccato pieno di resti di animali smembrati. Dei sacrifici? Il ragazzino indossa una maschera e ha in mano delle forbici. Sam si vede vestito di bianco e ricoperto di sangue. E’ un incubo?? Si risveglia in macchina. Confuso, apre il bagagliaio per prendere qualcosa…e afferra una borsa piena di rotoli di banconote. A occhio e croce potrebbe sembrano proprio le 40.000 sterline improvvisamente sparite…

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The Third Day, il trailer della serie tv con Jude Law

The Third Day, cos'è successo nel secondo episodio

Di nuovo nel suo incubo, Sam rincorre il ragazzino riccio, che chiama Nathan, poi giunge presso una roulotte in fiamme, infine si vede nuovamente vestito di bianco e ricoperto di sangue. Quando si sveglia, scopre che lui e Jess si sono ubriacati così tanto da finire a letto insieme. Senza protezioni. Lei è preoccupatissima: ha paura che suo marito venga a saperlo, ma anche che gli abitanti del luogo la considerino “una poco di buono.” A colazione, il personaggio di Jude Law riprende Mr. Martin per non averlo svegliato. Ora è bloccato lì. Sul menù vede un disegno che lo inquieta: un Gesù impiccato. Jess – sempre in agitazione, se suo marito dovesse scoprire quanto accaduto non le lascerà più vedere le figlie – gli spiega che la fede del luogo è “cristianesimo con una spruzzata di paganesimo,” e che all’epoca della fondazione della comunità c’era bisogno di qualcosa in cui credere ciecamente, motivo per cui Charrington si auto-dichiarò “Padre dell’isola,” il primo in 2000 anni, titolo che venne passato a suo figlio, e poi al figlio del figlio, e così via.

 

Dopo aver ricevuto in dono un paio di sneaker arancioni (le sue scarpe sono inspiegabilmente scomparse), e dopo aver avuto la conferma da Mrs. Martin che Epona sta bene – si trova presso la “casa grande” –, Sam sostiene con fermezza di non credere nel destino: si trova lì solo per caso, tra lui e quella ragazzina e tra lui e quel posto non c’è nessun legame. Sotto un tendone vede una folla riunita. Gli abitanti, tra cui Larry e un tizio biondo già visto in precedenza, parlottano tra loro e pregano infervorati, mentre il predicatore invoca con veemenza il perdono per un uomo. Quell’uomo è Jason, in lacrime e a petto nudo sul palco. Si parla di un sacrificio, ma è tutto molto ambiguo. Lì a fianco c’è il vecchio vestito di bianco. Alla sua sinistra e alla sua destra sono sedute due ragazzine bionde.

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The Third Day, la trama della serie tv con Jude Law in onda su Sky

In spiaggia, Sam racconta a Jess la verità: suo figlio è stato ucciso quando aveva solo sei anni. Il corpo, orrendamente sfigurato, fu ritrovato in un ruscello lì vicino. Per questo ogni anno torna in quel luogo e getta un indumento appartenuto a Nathan, è una sorta di rito. A rapirlo fu un certo Goltan, un rumeno con deficit cognitivi e con precedenti penali nel suo paese. Un richiedente asilo. Goltan all’epoca dei fatti confessò, ma si suicidò prima del processo. Lui e sua moglie non sapranno mai il motivo di quella tragedia. Ognuno col proprio dolore, sono comunque andati avanti.

 

Bisognoso di un cambio di argomento, chiede a Jess di saperne di più sulle tradizioni dell’isola. Pare che in passato a Osea venissero portati dei prigionieri non celti per essere sacrificati a tre divinità: Tanaris (tramite affogamento), Tutates (col fuoco, dunque bruciati vivi), e Esus (tramite impiccagione). I locali preferiscono non parlarne, ma forse il vecchio Mimir, un anziano professore che vive isolato nella boscaglia, sarà felice di condividere le sue conoscenze. L'uomo però è ubriaco fradicio. Sam lo porta dentro una casa che assomiglia più a un museo, piena di disegni, libri, cimeli e chincaglierie varie. Sbirciando qua e là scopre per puro caso che il professore ha conservato un articolo di giornale relativo al rapimento e all’uccisione di suo figlio. C’è anche una foto di lui…e una foto di Goltan, seduto di fronte alla roulotte vista nel suo incubo. Quel simbolo lo riconosce…ma com’è possibile? Mimir si risveglia e farfuglia un “Cosa ti abbiamo fatto!?” che rimane senza risposta a causa dell’arrivo di Larry e di un altro paio di persone.

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The Third Day, le foto dei primi due episodi della serie tv

Sam ovviamente se ne va, ma viene inseguito da tre individui incappucciati con la maschera dei Sajora. Non hanno intenzioni benevole, anzi, vogliono proprio fargli la festa. A trarlo d’impiccio è Jason, che però poi gli punta contro la canna del fucile. Tra le lacrime gli dice che qualcuno “voleva solo vivere,” e che è colpa sua. Il personaggio di Jude Law non capisce: Epona è viva, cosa gli sta dicendo?? Jason l’avvisa: l’oscurità sta arrivando. Sconvolto, Sam torna al pub. Racconta tutto a Jess, che cerca di calmarlo, ma non ha dubbi: qualcuno vuole farlo fuori. Perché Mimir aveva quel ritaglio di giornale? E perché Epona si trovava proprio nel posto in cui è stato ritrovato il cadavere di Nathan? A provare a farlo ragionare ci pensano i Martin, che gli fanno vedere che Epona è viva e vegeta. Mrs. Martin sgrida tre ragazzini, i suoi presunti assalitori incappucciati, poi gli racconta della tragica e accidentale morte del figlio maschio di Jason…ma Sam non se la beve. Chiede alla ragazzina se c’è qualcuno sull’isola che le fa paura. “Tu…” gli risponde lei.

 

Calmatosi, Sam confessa a Jess che in passato ha avuto un episodio psicotico in occasione della morte di Nathan. Pare fosse convinto che tutti gli stessero mentendo, ma lui non ricorda nulla. C’è dell’altro: Mrs. Martin ha ragione, dentro è corroso dalla rabbia e dall’odio. Anche Jess ha una confessione da fare: suo marito la fa spiare. Ad ogni modo, il passaggio sarà inagibile tra 20 minuti, meglio che si sbrighi. Giunto a metà strada, in mezzo al mare su una striscia di terra, finalmente c’è campo. Legge i numerosi messaggi della moglie…e decide di tornare indietro. Si concederà un’ultima giornata lontano da tutto e tutti prima di tornare alla sua solita esistenza.

 

La sera, durante le prove del festival – mentre un ragazzino trascina una barca e degli uomini spargono sale lungo la via – Epona gli dà un bacio a stampo sulle labbra: è contenta che non se ne sia andato. Larry li osserva. Jess lo convince a prendere dell’LSD: nella “lucidità” del momento le è chiaro perché gli abitanti facciano di tutto per preservare quel luogo. Durante una passeggiata nel bosco, ovviamente in pieno trip, Sam trova una roulotte bruciata…una roulotte con lo stesso simbolo…dunque Goltan è stato lì? A un certo punto, Mrs. Martin gli intima di seguirla immediatamente: qualcuno lo vuole morto, deve andarsene! Viene portato presso una chiesa in mezzo al bosco, ma poi rimane solo per qualche minuto. Gli sembra di avere il petto squarciato, l’LSD continua a fare effetto. Si accorge di Larry, incappucciato, e del vecchio vestito di bianco solo quando è troppo tardi. Viene colpito e perde conoscenza. Quando si risveglia ha in testa un sacco. Intanto gli autoctoni si lasciano andare a un ballo sfrenato attorno al falò…

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Jude Law, com'è cambiato l'attore

The Third Day, il commento ai primi due episodi

The Third Day è una serie che vive più di suggestioni e di non detto che di trama, ma questo non è un male, anzi. I primi due episodi, interamente retti dal sempre ottimo Jude Law, ci portano alla scoperta di un mondo inedito e appartenente quasi a un’altra epoca, di una comunità ferocemente protettiva nei confronti delle proprie tradizioni, e di un mistero che tra non molto verrà svelato. Perché è ovvio che c’è un motivo preciso per cui Sam si trova a Osea. Doveva essere lui a trovare Epona nel bosco, e doveva essere lui a riportarla a casa. Fare congetture quando ci si trova di fronte a questo genere di narrazioni ha senso fino a un certo punto: gli indizi ci sono tutti, non abbiamo dubbi, ma sono disseminati in modo da non poter essere letti dallo spettatore. Non ancora, quantomeno. Quando sarà il momento, ogni tassello di questo affascinante (e angosciante) puzzle andrà al suo posto. Arriveremo a destinazione, questo è certo, ma intanto godiamoci il viaggio.

 

Sul resto del cast principale, composto quasi interamente da volti piuttosto noti agli amanti della serialità televisiva di matrice britannica e statunitense, non c’è molto da aggiungere: Emily Watson, Paddy Considine, Mark Lewis Jones, Katherine Waterston e John Dagleish sono tutti professionisti navigati, e ognuno di loro è assolutamente credibile anche in un contesto così particolare e spesso sopra le righe. The Third Day è divisa in due blocchi di tre episodi ciascuno, dunque nel prossimo episodio, il terzo, scopriremo finalmente qualcosa di più sulla situazione di Sam, mentre nel quarto vedremo entrare in scena tre nuovi personaggi: Helen, interpretata da Naomie Harris, e le sue due figlie, Ellie (Nico Parker) e Talulah (Charlotte Gairdner-Mihell).

 

Note sparse

  • Decisamente curioso il rapporto tra i coniugi Martin: si vorranno anche bene, per carità, ma lei in pubblico lo tratta veramente malissimo!
  • “Qui è tutto sale o suolo…” dice Epona a Sam, e per un momento sembra quasi di trovarsi in uno spin-off contemporaneo di Game of Thrones dedicato alle Isole di Ferro e ai possibili discendenti dei Greyjoy: ciò che è morto non muoia mai!
  • “Il dolore non conosce tempo.” sentenzia Mrs. Martin, e oggettivamente non possiamo darle torto.
  • All’inizio del primo episodio, Sam ascolta il brano Dog Days Are Over, tratto dall’album di esordio del gruppo Florence and The Machine, Lungs. Escludiamo un riferimento ai “dog days,” i dies caniculares della tradizione latina – i giorni che vanno indicativamente da inizio luglio a metà agosto, il periodo più caldo dell’anno, la cosiddetta canicola –, perché siamo quasi sicuramente all’inizio dell’estate, non alla fine, dunque forse questa specifica canzone è stata scelta per il testo. Qui trovate la traduzione. A voi l’interpretazione.
  • Tenete d’occhio i grilli. Sam ne vede parecchi durante il suo soggiorno a Osea, e anche questo non è un caso.
  • Riassumendo: gli antichi celti credevano che Osea fosse l'anima del mondo. Quando l'equilibrio dell'isola è instabile o addirittura spezzato, allora l'equilibrio nel resto del mondo è instabile o addirittura spezzato, e per questo motivo accadono cose fuori dall’ordinario, cose spesso terribili. Osea, quindi, deve sempre rimanere "in equilibrio,” e per fare in modo che ciò accada c’è bisogno di una guida, il cosiddetto “Padre dell’isola.”
  • Tra i macabri cimeli su cui Sam posa gli occhi dentro il pub dei Martin c’è anche un documento in cui si allude al fatto che Jack The Ripper (Jack lo Squartatore, il famigerato assassino seriale di Whitechapel) fosse in realtà Frederick Nicholas Charrington. Un mistero nel mistero, non c’è che dire.
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