'Un volto, due destini', la recensione del quarto episodio della serie tv

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Linda Avolio

Leggi la recensione del quarto episodio di 'Un volto, due destini', in onda su Sky Atlantic il martedì sera alle 21.15 (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV) - ** ATTENZIONE: SPOILER **

'Un volto, due destini', cos'è successo nel quarto episodio

Il primo episodio della seconda metà di Un volto, due destini, il quarto, si apre nel passato, con Ray incazzato nero per i pessimi voti di Thomas del primo semestre del college – con quello che gli costa si aspetta dei buoni risultati! –, e con Dominick sempre più intenzionato a staccarsi dalla sua “famiglia del ca**o”, in particolare da suo fratello, per cominciare finalmente a farsi una vita propria, possibilmente con Dessa. Peccato che suo fratello prenda molto, molto, molto male la sua decisione di condividere la stanza con Leo e non più con lui. Thomas ha una crisi e comincia a pugnalare il tavolo della sala da pranzo, e spacca anche una sedia. Alla fine Dom, per farlo smettere, gli promette che resterà in stanza con lui.

 

Nel presente, il personaggio (principale) di Mark Ruffalo, uscito dall’incidente con qualche taglio in faccia e con schiena e collo doloranti per il colpo, è in attesa dell’assicuratore – un certo Shawn Tudesco, che pare conoscere Joy, quantomeno per “reputazione” – insieme a Leo, e inizialmente si rifiuta di prendere gli antidolorifici regolarmente prescritti in pronto soccorso. Vuole restare lucido, dice all’amico, ma poi, quando si guarda allo specchio, cede: al diavolo, la sua vita fa già abbastanza schifo. 

Dovrebbe riposare, ma decide di portarsi un po’ avanti col lavoro, anche perché ha promesso al suo irascibile cliente di finire entro qualche settimana. Ray, che lo accompagna in macchina e che è ancora sconvolto per quanto fatto da Thomas, non è d’accordo: in un moto di inusuale preoccupazione paterna gli suggerisce di andare a casa e di farsi dare un collarino rigido, ma lui proprio non vuole saperne. Si mette così a smontare le persiane della casa che dovrebbe ripitturare nonostante la moglie del proprietario gli dica chiaramente che quella non è una buona giornata per il marito.

 

Un po’ per gli effetti dell’incidente, un po’ per gli effetti degli antidolorifici, Dominick comincia ad avvertire una strana sonnolenza, ma nonostante ciò posiziona la scala e si mette a smontare le persiane del piano superiore. Intanto in flashback scopriamo che, durante il secondo semestre, il nome di Thomas – che è nato il 31 dicembre del 1949, dunque anagraficamente è lui il fratello maggiore – è stato pescato durante la famigerata “lotteria” del 1969. Dom e Dessa lo tranquillizzano: se studierà e prenderà buoni voti non dovrà andare in Vietnam.

 

In effetti Thomas in Vietnam non ci va, ma non perché si è messo a studiare. Qualche giorno dopo l’estrazione, Dom riceve una telefonata dalla madre, in panico. Suo fratello, che si è ritirato dall’università, si è chiuso in bagno e non vuole saperne di uscire. Accetta però di parlare con lui…e gli rivela che “loro” gli hanno messo dei ricevitori nei denti, per ascoltare i suoi pensieri, è chiaro, ma che lui li ha neutralizzati con della cioccolata bollente, e poco importa se si è bruciato il palato. Dom è sconvolto. Di lì a poco Thomas viene portato in istituto. Da lì non si tornerà mai più indietro.

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Nel presente, Dom, in piedi sopra la tettoia a riparo della porta d’ingresso, fa per smontare le persiane della stanza che si trova lì sopra, lo studio del suo cliente. Lo vede dentro, in piedi, e gli sembra che ci sia qualcosa di strano. Tempo qualche secondo, e l’uomo si volta verso di lui e si spara in bocca. Per lo spavento, il personaggio di Mark Ruffalo cade a terra: la ciliegina su quella torta già marcia.

 

Quando si risveglia in ospedale scopre da un infermiere molto gentile e molto alla mano che ha fatto un volo di qualche metro e che si è rotto una caviglia. Scopre anche che si trova lì da qualche giorno…e che dunque non ha potuto partecipare all’udienza per la scarcerazione del fratello… Il suo compagno di stanza, un flatulente sessantenne, continua a blaterare, così si rifugia nella gradita morfina, che però gli riporta alla mente alcuni momenti poco piacevoli del suo passato.

 

La mattina successiva arriva Lisa Sheffer, che gli dà una brutta notizia: nonostante i suoi sforzi, l’udienza è andata male. Thomas non sarà rilasciato, ma lei lo terrà d’occhio, è una promessa. Dom però vuole sapere meglio cos’è successo. In pratica, suo fratello ha giustificato il taglio della propria mano con i suoi soliti deliri mistici. E’ vero che gliel’hanno detto delle voci di portare a termine quel “sacrificio”?, vuole sapere il dottor Hume. Sì, è vero, conferma Thomas. Che poi, per tirarsi definitivamente la zappa sul piede, fa l’errore di dire che se Gesù gli dicesse di uccidere un “agente del diavolo” lui lo farebbe. Fine dei giochi. Dom, però, ormai non è neanche più arrabbiato. Vuole solo riposare. “Porta tua figlia a fare qualcosa di bello.” dice a Lisa, e poi si rifugia nuovamente nel conforto della morfina.

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Al suo risveglio scopre che Joy è venuta a trovarlo. Lei prova propinargli ancora la storia del loro bambino dicendogli che ora dovrà pensare a sé prima che agli altri, perché sta per diventare padre, ma lui a quel punto vuota il sacco, e le racconta sia di Angela, sia della vasectomia. Ma non è colpa sua, è lui che ormai è danneggiato, dentro e fuori. Approfittando dell’arrivo di un’infermiera, Joy se ne va...questa volta per sempre…

 

Il suo compagno di stanza, un fan di Bush Senior, così parrebbe, gli dice che la sua ragazza, che è stata a trovarlo il giorno prima, lo conosce. Piccolo il mondo, non è vero? Di nuovo tra le braccia di Morfeo e della sua sorellina chimica, Dom sogna di togliersi aghi e tubicini vari, di alzarsi dal letto, di andare a lavarsi la faccia in bagno…e di trovare nello specchio il volto di suo fratello. Si è trasformato in lui.

 

La mattina successiva, il suo vicino gli dice che Ray è stato lì, ma non ha voluto svegliarlo. A quel punto, ecco arrivare la ragazza dell’uomo, che effettivamente è una vecchia conoscenza del personaggio di Mark Ruffalo: Nedra Frank! La donna ha con sé ha il manoscritto interamente tradotto. Meglio tardi che mai. Forse, però, non dovresti leggerlo, gli suggerisce. Era veramente così terribile suo nonno?

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'Un volto, due destini', il commento al quarto episodio

“Se fossi in te sistemerei quella sedia prima che arrivi Ray.” “Tu sei me.” In diciotto anni di vita Dominick ne viste e sentite parecchie, ma quelle tre parole, pronunciate dal fratello in un momento di folle lucidità, riescono a sconvolgerlo. E per un motivo ben preciso. I gemelli Birdsey, infatti, condividono molto di più che le stesse origini e lo stesso volto. Condividono anche lo stesso DNA. Sono praticamente identici a livello molecolare…eppure sono diversissimi. Thomas è quello a cui è obiettivamente toccata la pagliuzza più corta, è vero, ma non si può certo dire che Dominick si sia potuto godere la fortuna di non essere vittima di una malattia mentale semplicemente devastante. Perché in fondo la malattia ha colpito anche lui, ha influenzato anche la sua di vita.

 

E’ questo che ci ricorda con prepotenza I Know This Much Is True: che in fondo siamo tutti vittime del caso, ma che, allo stesso tempo, non possiamo fuggire al nostro destino, per certi versi già scritto. Dominick è tormentato da quelle tre parole per tutto l’episodio, sia mentre è incosciente - nella sequenza onirica pre-risveglio in ospedale, con tanto scimmietta in spalla -, sia in un altro sogno, quello in cui si lava la faccia e nello specchio non vede sé stesso, ma suo fratello. O meglio, vede sé stesso con il volto di suo fratello.

 

Deliri esistenziali a parte, usciamo da questo quarto episodio con una sola certezza: che il soggiorno forzato in ospedale di Dom è l’unico momento di vero riposo della sua vita da adulto. Degna di nota anche la scena in macchina con Ray, insolitamente emotivo e premuroso. Sempre stupenda Rosie O’Donnell nei panni di una Lisa Sheffer che ha decisamente preso troppo a cuore il caso di questi due sfortunati fratelli. Tornano finalmente in scena anche Nedra Frank e la famigerata biografia di Domenico Onofrio Tempesta, e siamo sicuri che il manoscritto ci riserverà parecchie sorprese.

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