Yellowstone 2, la recensione del secondo episodio della serie tv con Kevin Costner

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Linda Avolio

Leggi la recensione del secondo episodio della seconda stagione di 'Yellowstone', in onda su Sky Atlantic ogni mercoledì alle 21.15 (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV) - OVVIAMENTE CI SONO SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO

Yellowstone 2, cos'è successo nel secondo episodio

Il secondo episodio di Yellowstone 2 si apre con John che, da #verouomo tutto d’un pezzo qual è, decide di auto-dimettersi dall’ospedale. Addirittura se ne andrebbe sulle sue gambe, ma per policy è obbligato ad accettare di farsi accompagnare in sedia a rotelle da un’infermiera fino all’uscita. Riuscirà il suo orgoglio ferito a superare questo smacco? Scherzi a parte, a prenderlo è venuto Kayce, e lungo la via del ritorno Dutton Senior si fa tutto serio e filosofico. Sì, quando si supera la morte poi il problema è che si è ancora vivi, che bisogna tornare a rimboccarsi le maniche e a prendersi le proprie responsabilità…ma non è facile. Ovviamente qui John sta parlando non solo della morte fisica, stavolta veramente vista da vicinissimo, ma anche della morte interiore dovuta alla dipartita dell’amata moglie Evelyn e del figlio Lee. “Io non lo so come si fa a tornare a vivere…” dice il personaggio di Kevin Costner, ma anche quello di Luke Grimes non ne ha idea.

Se c’è invece qualcuno che è morto dentro ma sa benissimo come andare avanti, quella è Beth, che nel giro di pochi giorni ha messo in piedi una macchina da soldi. La figlia di John è una che va dritta al sodo senza perdere tempo: dopo aver fatto i primi acquisti di terreni che serviranno a creare una “cintura di sicurezza” attorno all’impero di famiglia, e dopo aver mandato a quel paese un agente immobiliare un po’ troppo sfacciato e insistente, Beth va insieme a Bob a convincere di persona un potenziale acquirente. L’uomo, che all’inizio non ha nessuna intenzione di vendere la sua estesa proprietà, cambia completamente idea quando riceve un assegno da nove (!!) milioni di dollari. “Fuori da casa mia adesso!!” gli dice scherzando (ma non troppo) Miss Dutton ad affare concluso.

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Grandi emozioni anche per Monica, che finalmente tiene la sua prima lezione di Storia Americana all’università. Dopo aver rimesso a posto senza tanti fronzoli un bulletto di nome Trent – a proposito, segnatevi la definizione di potere, “l’abilità di orientare o influenzare il comportamento altrui o il corso degli eventi” –, il personaggio di Kelsey Asbille Chow tira di nuovo in ballo Cristoforo Colombo leggendo alcuni dei suoi appunti scritti al suo arrivo in merito ai nativi delle Bahamas. Ovviamente si parla di occupazione e schiavitù, come peraltro Monica aveva già preannunciato al rettore. L’uomo, però, sembra soddisfatto di averla nel corpo docente, e le ribadisce che, se lo vuole, c’è un appartamento al campus che l’aspetta. Lei ci pensa un po’, ma alla fine decide di trasferirsi: cambiare aria farà bene anche a Tate. Suo nonno, però, le rammenta una cosa importante: lei e Kayce si sono sposati con una cerimonia sacra, dunque la loro è un’unione inscindibile, che continuerà anche nell’aldilà. Per dirla in breve: almeno un tentativo per sistemare le cose andrà fatto.

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Mentre i mandriani sostituiscono del filo spinato, Rip e Walker, per usare un termine colloquiale, sca**ano pesantemente, e il secondo non esita a tirare fuori il coltello. A fermarli è Lloyd, ma nell’aria c’è tensione. Tornato alla baracca, Walker comunica a Cowboy la sua intenzione immediata di andarsene: qualsiasi posto è meglio del Yellowstone Dutton Ranch. Imbracciati borsone e chitarra, “Elvis” s’incammina, ma incrocia subito il pick-up su cui viaggiano John e Kayce. Alla domanda di Walker, che vuole sapere chi diavolo gestisce gli affari, Dutton risponde “Lo gestisco io…e anche lui…” indicando il figlio. E Rip?

 

Dopo aver convinto Kayce a seguirlo – è bastato sventolargli sotto il naso il distintivo di agente del bestiame di Lee – John dice al suo erede di fare un piano per il futuro: solo così riuscirà a rimettere insieme la sua famiglia. Kayce, però, risponde a tono: pianificare non cambia i sentimenti degli altri, e questa purtroppo è un’amara verità. Riuscirà il personaggio di Luke Grimes a essere come il defunto fratello, onesto e corretto, con sé stesso oltre che con gli altri? Per ora non è dato sapersi, ma ciò che è certo è che Rip sarà fedele al suo capo fino alla fine. Per fare spazio a Kayce, infatti, Dutton gli chiede di fare un passo indietro. Un favore personale pesante come un macigno, ma John sa che il suo fixer è l’unico di cui potersi fidare, e per un motivo ben preciso: sarà l’unico a non guadagnare niente dalla sua morte.

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Rip prende dunque la branda di Kayce nella baracca, e Kayce si trasferisce nella casa del capo dei mandriani. Nessuno fa troppe domande, anche perché Wheeler è chiarissimo: ora è Dutton Junior a decidere. La situazione, però, è comunque tesa. Dopo avergli impedito di farsi una cavalcata sopra la schiena Walker, Kayce riprende Rip, e la scazzottata è servita. Per fare un favore al suo capo – che infatti poi lo ringrazierà, ma ciò non renderà meno amara la pillola –, il fixer va a terra e lì rimane. Kayce, che non ha capito che la vittoria gli è stata regalata, parla ai mandriani: "Non si fa a pugni in questo ranch, se volete farlo fate a pugni con me..."

 

A cena, Beth, passateci un altro termine colloquiale, sbrocca perché suo padre le dice che a tavola non si parla di lavoro. E allora cosa potrebbero mai avere da dirsi? Il personaggio di Kelly Reilly non si lascia intimidire proprio da nessuno: lei parlerà di quello di cui vorrà parlare, e nessuno potrà zittirla, neanche il suo papino. John, abituato alle sparate della figlia, resta muto, mentre Kayce, che ha la faccia più nera che rosa, ridacchia.

 

Abbandonato quel maledetto tavolo (maledetto per ciò che rappresenta, chiaramente), Beth, appena fuori dalla magione, vede Rip…e vede i lividi sul suo volto. Fa due più due in mezzo secondo. Sa bene che per lui si è trattato di un vero e proprio sacrificio. “Ricordo ancora la prima volta che ti ho visto…eri selvaggio, arrabbiato…bellissimo…ricordo come lo guardavi, con devozione, e io ero gelosa, temevo avrebbe voluto più bene a te…ma non è successo…non potrà mai succedere…” sono le parole stranamente affettuose di Beth, che ha paura che Rip ora possa andarsene. Ma Rip non se ne andrà mai, perché “Siete la mia famiglia, anche se per voi io non lo sono…”

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Miss Dutton, però, non ha ancora finito. Raggiunto Kayce, che se ne sta comodamente seduto a sorseggiare una birra sul portico della sua nuova abitazione, Beth non fa mistero della sua irritazione per il trattamento riservato al suo uomo (perché l’abbiamo capito tutti che quei due finiranno insieme), considerato da Dutton Junior solo un prepotente. “No, non è un prepotente, è esattamente ciò che nostro padre l’ha fatto diventare…cosa credi che diventerai tu?” sono le dure parole del personaggio di Kelly Reilly, che rincara la dose dicendo al fratello che ha fatto un enorme errore decidendo di allontanarsi da Monica. “Invece di dimostrarle che non sei come lui, tu fai il corso accelerato su come diventarlo!” prosegue l’invettiva. Kayce farfuglia qualcosa sul fatto che sta solo cercando di proteggere il padre, e a quel punto Beth perde completamente le staffe: LEI LO STA PROTEGGENDO, mentre lui, questa è la sua previsione, prima o poi farà qualche errore irrimediabile e finirà in prigione, perdendo tutto e tutti. Il consiglio è semplice: “Torna da tua moglie, prenditi cura di te…e stai alla larga da nostro padre… Quando lui morirà, tu potrai avere questo posto di mer*a…te lo darò col cuore…”

 

L’episodio si chiude con John che, seppur con una certa riluttanza, va in piscina per la riabilitazione, accompagnato da Kayce. Lì, testardo come al solito, si mette a nuotare per conto suo, e va a sbattere contro qualcuno: Monica, anche lei lì per la fisioterapia. C’è anche Tate, che quando intravede il papà è al settimo cielo! Dallo sguardo di Monica cogliamo tutta la sua preoccupazione: il volto pieno di lividi del marito parla da solo…

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Yellowstone 2, il commento al secondo episodio

Il secondo episodio di Yellowstone 2 mette temporaneamente da parte alcuni personaggi (Jamie, che comunque avrà il suo spazio più avanti, e la premiata coppia Rainwater & Jenkins) per concentrarsi su John, Kayce e Beth.

 

Il personaggio di Luke Grimes fa un netto salto avanti, seppur non propriamente meritato, e viene “promosso” a capo mandriano al posto di Rip, disposto veramente a tutto per quell’uomo che gli ha salvato la vita e che lui considera un padre, pur sapendo che questo suo sentimento non potrà mai essere interamente ricambiato. Il legame di sangue, per John, è importantissimo: è la bloodline a garantire la continuità necessaria a tenere in vita l’impero di famiglia.

 

 Rip non deve però preoccuparsi troppo, perché c’è comunque un altro membro del clan Dutton che invece i suoi sentimenti li ricambia eccome: Beth. La durissima e sempre inca**atissima Beth, che con lui però è in grado di dimostrare un’inaspettata tenerezza. La stessa Beth che, solo qualche ora prima, ha mandato a quel paese senza pensarci due volte un agente immobiliare e che, campionessa di cinismo, ha dichiarato con fermezza “Tutto è in vendita, bello!” Eppure, davanti a ciò che rappresentano i lividi sulla faccia di Rip, il personaggio di Kelly Reilly non può fare a meno di mostrare quel lato di sé tenuto ferocemente nascosto a tutti…e preoccuparsi…

 

Veniamo poi a John. E’ chiaro che l’obiettivo del personaggio di Kevin Costner, ora più che mai, è, tornando alla metafora del tavolo, fare in modo che ci sia qualcuno che vi siederà attorno anche dopo la sua morte…e quel qualcuno, così è stato decretato, sarà Kayce. Che, indeciso e malleabile come non mai, sarà l’erede perfetto, da plasmare a suo piacimento. E Dutton infatti non perde tempo. Prima il distintivo di Lee e un discorsetto molto sentito sull’onestà verso sé stessi, poi la decisione di dargli maggiori responsabilità e maggior potere decisionale: sì, insomma, la strategia di John è chiara. Non a suo figlio, è evidente, ma di sicuro a Rip, a Beth e anche a Monica.

 

Se il potere è “l’abilità di orientare o influenzare il comportamento altrui o il corso degli eventi”, allora è chiaro chi, in Yellowstone, ce l’ha e chi no. E il personaggio di Kevin Costner, come abbiamo visto e come vedremo più avanti, di sicuro ne ha da vendere. Nel bene e nel male.

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