Kidding, 5 ragioni per vedere la serie tv con Jim Carrey su Sky

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Linda Avolio

Su Sky Atlantic sta per arrivare la seconda (e purtroppo ultima) stagione di 'Kidding', la serie di casa Showtime con protagonista Jim Carrey creata da Dave Holstein e prodotta da Michel Gondry. L'appuntamento è per lunedì 31 agosto alle 21.15 (gli episodi saranno disponibili anche on demand e in streaming su NOW TV): ecco perché non potete proprio perdere questo gioiellino

Kidding, 5 ragioni per vedere la serie tv con Jim Carrey

Perché Jim Carrey è semplicemente perfetto. Partiamo ovviamente da lui, dal grande mattatore della serie, cioè da Jim Carrey, un artista che non ha certamente bisogno di presentazioni.

 

Dave Holstein, creatore e showrunner di Kidding (nonché la mente dietro Weeds) quando presentò la sua idea al network Showtime disse di aver pensato al personaggio di Jeff avendo in mente il faccione poliedrico di Carrey, e in effetti è semplicemente impossibile pensare a Mr. Pickles con un altro volto. L’attore nordamericano, a suo agio tanto nei momenti comici quanto in quelli drammatici, all’epoca aveva appreso da non molto della triste fine dell’ex compagna Cathriona White, morta suicida di overdose da farmaci nel 2015, circa due anni dopo la fine della loro storia, ed è molto probabile che il peso e il dolore di questa recente perdita abbiano contribuito a dare vita e a rendere reale il suo personaggio (in Kidding, Jeff ha perso da un anno il figlio Phil, morto in un incidente stradale).

 

Si può essere più o meno d’accordo con alcune scelte private di Carrey – per esempio, insieme all’ex moglie Jenny MacCarthy è stato un attivista per il movimento no vax statunitense, mentre su Twitter ha più volte attaccato in maniera molto pesante Donald Trump e Sarah Huckabee Sanders; addirittura ha avuto in intenso scambio di “cinguettii” al vetriolo con Alessandra Mussolini a causa di un post riguardante Benito Mussolini e Claretta Petacci, e pare che il vedovo di Cathriona White l’abbia incolpato di essere stato proprio lui a farle avere delle prescrizioni per i farmaci che poi l’hanno portata alla morte –, ma, al netto dei rumors, non si può non essere d’accordo sul suo enorme talento.

Perché il resto del cast ha fatto un lavoro semplicemente egregio. Se Carrey è il protagonista indiscusso ed è un mostro di bravura, il resto del cast non è certamente da meno. Frank Langella (La nona porta, Good Night, and Good Luck, Frost/Nixon – Il duello, The Americans, giusto per riportare alcuni titoli del suo lunghissimo curriculum), Judy Greer (Miss Guided, Californication, Mad Love, Due uomini e mezzo, Arrested Developement), Catherine Keener (Essere John Malkovich, S1m0ne, Into the Wild, Get Out, Show Me a Hero, Modern Love) e Justin Kirk (Weeds, Angels in America, Tyrant, Modern Family, Perry Mason) sono dei veri e propri veterani del cinema e della serialità televisiva statunitense, ma anche le nuove e giovanissime leve si difendono egregiamente. Ci riferiamo ovviamente a Juliet Morris – che nella serie è Maddy, la figlia di Deirdre, dunque la nipotina di Jeff, una ragazzina decisamente borderline – e in particolar modo a Cole Allen – che nella serie è Will (e anche Phil nei flashback), il figlio di Jeff e Jill, delinquentello per reazione, alla morte del fratello ovviamente, ma in realtà ragazzino molto sensibile e dal cuore d’oro…d’altronde è pur sempre figlio di suo padre! Riassumendo: Carrey è al timone, ma la barca naviga alla grande grazie all’ottimo lavoro di tutta la ciurma!

 

Perché dietro c’è la magica coppia Carrey & Gondry. Carrey accettò con entusiasmo di fare parte del progetto, ma a una condizione: la prima stagione sarebbe stata interamente diretta da Michel Gondry, regista con cui l’attore ha creato uno dei capolavori del cinema contemporaneo, Eternal Sunshine Of The Spotless Mind (tradotto in italiano col terribile titolo Se mi lasci ti cancello, ma andiamo oltre). Squadra vincente non si cambia, così Carrey e Gondry sono tornati a vincere, seppure in “scala ridotta”, con una piccola ma grande serie tv tanto bizzarra quanto profonda e commovente.

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Perché è un po’ come la vita: a volte fa ridere o sorridere, a volte fa arrabbiare, a volte è assurda e senza senso, a volte fa riflettere, e a volte fa anche piangere. Kidding è tutto questo e molto di più: è una cioccolata calda con panna in un freddo e buio giorno d’inverno, è un’auto che ti fa la doccia passando a 70 chilometri orari su una pozzanghera a bordo marciapiede, è un amico che ti fa infuriare, ma con cui sai già che ti riconcilierai…ed è la consapevolezza che non si può fare a meno di crescere, purtroppo…e che però a volte per fortuna si ha anche l’occasione per tornare un po’ bambini…

 

Perché tutti avremmo bisogno di un amico come Jeff. E non perché sia perfetto, perché è evidente che non lo è lui come non lo è nessuno a questo mondo, bensì perché Jeff è un sognatore che nella sua vita è stato costretto ad aprire gli occhi e ad affrontare dei veri e propri incubi, ma che, nonostante ciò, è rimasto comunque…buono. E ognuno di noi sa perfettamente quanto ci sia bisogno di un po’ di bontà di questi tempi.

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