Sky Atlantic Confidential, 5 ragioni per (ri)vedere Big Little Lies

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Linda Avolio

Tra i titoli assolutamente da non perdere in onda su Sky Atlantic Confidential (canale 111, per tutti i clienti col servizio HD attivo nel proprio abbonamento) c'è senza dubbio la pluripremiata serie tv Big Little Lies: ecco 5 motivi per cui vedere e rivedere questo gioiellino.

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Big Little Lies, 5 motivi per vedere e rivedere la serie tv

Perché ha una trama che cattura fin dal primo momento

Una trama avvincente, capace di catturare l’attenzione degli spettatori e di far dimenticare loro che, per esempio, esistono gli smartphone, è senza ombra di dubbio il vero asso nella manica di ogni film e serie tv di successo, perché ammettiamolo, senza una storia ben congegnata e ben sviluppata non ci sono le basi, dunque non c’è possibilità alcuna di farcela, neanche con un budget a ottomila zeri. Ebbene, da questo punto di vista si può dire che Big Little Lies – adattamento dell’omonimo libro di Liane Moriarty creato e sviluppato da David E. Kelly, già autore di serie come The Practice e Ally McBeal – ha semplicemente fatto centro, grazie a un sapiente mix di drama, thriller e mistery. Dopo il primo episodio ne volevamo tutti subito un altro…e un altro, e un altro ancora!

 

Perché ha un cast DA PAURA

Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Shailene Woodley, Laura Dern, Zoey Kravitz, Alexander Skarsgard, e nella seconda stagione anche sua maestà Meryl Streep: se non è un cast di superstar questo, onestamente non sappiamo quale possa esserlo! Big Little Lies è la classica serie che sulla carta poteva veramente essere fortissima, ma che, proprio a causa delle grandissime aspettative generate in fase di sviluppo del progetto, rischiava anche, paradossalmente, di essere un flop. D’altronde, quante volte è capitato di trovarsi di fronte a un film o a una serie tv con un cast da paura ma con una storia, una regia e una scrittura non all’altezza? Tante, purtroppo. Non è però stato così nel caso dello show di casa HBO, che al momento della messa in onda si è rivelato un vero gioiellino. Buona parte di questo successo va senza dubbio al cast principale, veramente in stato di grazia, ma anche gli interpreti dei personaggi secondari hanno fatto un ottimo lavoro. Tra tutti, a nostro parere, spicca il giovanissimo Iain Armitage, che nella serie è Ziggy, il figlio del personaggio di Shailene Woodley. Un piccolo prodigio! Spendiamo due parole anche per Laura Dern e per la sua Renata Klein, sicuramente il personaggio più divertente, nonché quello con le battute più a effetto. Divina!

Perché è una serie che parla di donne ma che non parla solo alle donne

E’ vero, il cast principale di BLL è formato in prevalenza da attrici (ndr, Witherspoon e Kidman tra l’altro sono anche produttrici della serie), e i punti di vista da cui è narrata la storia sono quasi esclusivamente quelli di Madeline, Celeste, Jane e, anche se in misura minore, Renata, a cui, nella seconda stagione, si aggiungono anche Bonnie e Mary Louise, ma non per questo motivo Big Little Lies è una serie che parla solo alle donne. Al contrario: è proprio questo aspetto a renderla una visione adatta anche a un pubblico maschile, perché guardare il mondo con gli occhi di qualcun altro, a volte anche molto diverso da noi, non può che fare bene. Poi chiaramente lo show affronta una serie di tematiche di una certa importanza per un pubblico specificamente femminile, cosa che sicuramente lo rende un must see per quel gruppo di spettatori con cromosoma XX: l’amicizia tra donne, un oggetto tanto potente quanto fragile; il rapporto madre-figlia e la maternità in senso più ampio; le responsabilità che si hanno nei confronti dei propri pargoli; il trauma dello stupro e il lento ritorno all’affettività e alla sessualità; le difficoltà a volte insormontabili, ma a volte no, del matrimonio; il rapporto con genitori che non sono stati all’altezza di un compito così importante e delicato; la fedeltà e l'onestà, prima di tutto nei confronti di sé stesse. Ce n’è veramente per tutti i gusti.

 

Perché ha messo in scena tematiche di assoluta importanza

Arrivata in piena epoca #metoo, Big Little Lies ha avuto il coraggio di portare sul piccolo schermo, dunque nelle case di milioni e milioni di persone, tematiche molto importanti ma sicuramente di non facile approccio come lo stupro e la violenza domestica. Ovviamente la serie ci mostra uno spaccato relativamente a una determinata e ristretta comunità – tolta Jane e tolta Bonnie, le altre protagoniste sono tutte decisamente benestanti e decisamente bianche –, ma, al di là di queste precisazioni, parla un po’ a tutte le donne a livello emotivo, perché purtroppo certe dinamiche e certe tragedie, seppur con le dovute varianti (culturali, sociali, religiose, etc), sono universalmente diffuse. A voler essere ancora più precisi, la macro tematica alla base della serie è infatti la violenza: quella verso le donne, quella verso sé stessi, quella dei e tra i bambini, e quella psicologica. E, sfortunatamente, tutti prima o poi ci troviamo a fare i conti con una delle sue terribili manifestazioni, dunque non possiamo non dirci coinvolti.

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Perché è un piacere per gli occhi e per le orecchie

Big Little Lies non è solo una storia avvincente e ben scritta interpretata da un cast di altissimo livello: è anche un racconto audiovisivo ottimamente realizzato. Colpisce in particolar modo la prima stagione, firmata da Jean-Marc Vallée, il regista del pluripremiato Dalla Buyers Club e di un’altra serie HBO molto apprezzata dal pubblico e dalla critica, Sharp Objects. Vallée, che è un autore dallo stile ben definito, ha dato un grandissimo contributo, facendo letteralmente parlare le immagini anche laddove i personaggi non proferiscono parola. Dietro la macchina da presa della seconda stagione troviamo invece Andrea Arnold (Whutering Heights, Transparent), che ha portato avanti l’ottimo lavoro fatto dal suo predecessore. Non dimentichiamo poi la colonna sonora, semplicemente fantastica: si parte con Cold Little Heart del cantautore soul Michael Kiwanuka, la canzone dei titoli di testa, poi c’è il meraviglioso tema musicale ricorrente September Song di Agnes Obel, e poi c’è tutta la selezione di pezzi che fanno da contrappunto sonoro alle vicende delle protagoniste nei 14 episodi andati in onda finora. Insomma, al di là delle tematiche, che in certi casi sono veramente un pugno nello stomaco, Big Little Lies è un vero piacere per gli occhi e per le orecchie!

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