Euphoria, la recensione del primo e del secondo episodio

Serie TV

Linda Avolio

Leggi la recensione del primo e del secondo episodio di Euphoria, la serie targata HBO creata da Sam Levinson con una "stupefacente" Zendaya.

Euphoria, episodio 1

Rue Bennet - la protagonista tecnica di Euphoria, colei attraverso cui vediamo quanto accade, non a caso è lei la voce narrante di tutti gli otto episodi della prima stagione - nasce tre giorni dopo l'11 settembre (ndr, alla faccia dello stacco generazionale, riassunto benissimo in una manciata di secondi e di parole). Nasce, viene brutalmente strappata dal suo personale paradiso, e la nascita non è altro che la prima delle numerose perdite che dovrà affrontare. Perché dalla vita non si esce mai vincitori, non importa quanto forte ci aggrappiamo a questa speranza. Ad ogni modo, l'infanzia di Rue è un periodo tutt'altro che sereno e gioioso: fin da piccolissima, infatti, le viene diagnosticata una serie di disturbi del comportamento (disturbo ossessivo-compulsivo, attacchi di panico, addirittura un potenziale disordine bipolare): una partenza in salita. 

Rue ha una sorella minore, Gia, che adora, ha una madre, Leslie, con la quale ha un rapporto a dir poco complicato, ha un padre che è morto quando lei aveva solo 13 anni lasciando un vuoto enorme nel suo petto, e ha l'abitudine di prendere di nascosto lo xanax della madre. Per non parlare di tutte le altre droghe ottenute per vie molto meno legali. Dopo essere andata in overdose un pomeriggio nella sua stanza, e dopo essere stata trovata intenta a soffocare nel suo stesso vomito da sua sorella, Rue passa un discreto numero di settimane dell'estate che precede il suo penultimo anno di liceo in rehab.

Tornata a casa, tutto torna come prima in un battito di ciglia. Lo dice lei stessa, non ha mai avuto nessuna intenzione di restare pulita, perché restare pulita significa sentire. E sentire significa soffrire. Dunque, al diavolo la sobrietà e gli attacchi di panico. Basta una visita a Fezco, il suo spacciatore di fiducia, e al suo fratellino (che di nome fa Ashtray, posacenere, e che è probabilmente la parte più inquitante di tutta la serie, visto che ha dieci anni e spaccia come il più incallito dei businessman!) e tutto torna nella norma. Sotto controllo. C'è però un problema: un improvviso test delle urine richiesto, preteso, da mamma Leslie. Ma Rue, espertissima in materia, ha già la soluzione: basta farsi prestare della pipì proveniente da un soggetto di sesso femminile (causa ormoni) che non ha assunto nessuna sostanza. E il soggetto in questione è Lexi, ex (?) migliore amica di Rue fin dai tempi dell'asilo. Un'amicizia ora sfocata, ma non ancora defunta. E meno male, perché Lexi si rivelerà una spalla assai utile e affidabile.

Nella vita di Rue entra poi una persona speciale: Jules, la nuova arrivata, che si è trasferita in zona col padre dopo il divorzio dei genitori. Capelli rosa, zainetto di peluche, iniezioni di ormoni da fare a cadenza ben precisa e un guardaroba da fare invidia a Sailor Moon e compagne, Jules è il nuovo che irrompe e che tutto travolge. Dopo averla vista pedalare per le strade dei sobborghi residenziali - dapprima in un meet cute degno della migliore rom-com, con Rue che la vede passare e che non può fare a meno di voltarsi e seguirla con lo sguardo, poi in un momento decisamente meno poetico, quando Nate per poco non la sperona col suo pick up -, scopriamo qualcosa di più su di lei: che, per l'appunto, è arrivata da poco in città, e che ha fatto amicizia con una certa Kat durante delle lezioni di recupero. E' proprio Kat a invitarla alla festa a casa di un certo McKay, un giocatore di football che ora va all'università, ma Jules dà buca: preferisce incontrare in un motel un prestante sconociuto contattato online. 

Tralasciamo i dettagli dell'incontro, piuttosto crudo, nonostante la consensualità, ma non tralasciamo un dettaglio importante: DominantDaddy è effettivamente un daddy, nel senso che è il padre di un altro personaggio, il sopracitato Nate. Della serie: la mela (marcia) non cade mai lontana dall'albero. Lo scopriamo nelle ultime scene dell'episodio, e non è un dettaglio di poco conto. Ad amplesso finito, mentre Daddy si fa una doccia purificatrice, Jules se ne va di soppiatto, ma non prima di aver dato una sbirciata al lock screen del suo incontro fortuito: una bella foto di famiglia. Olè.

Rue e Jules si incontrano ufficialmente al party di McKay, ma facciamo un passo indietro. Chris McKay è al primo anno di università, ed è una potenziale star del football. Molto potenziale. Da bravo teenager americano che si rispetti, nel momento in cui ha la casa a disposizione non perde l'occasione per organizzare una festa che, come nelle migliori tradizioni del teen movie e del teen drama, sarà a base di sesso, alcol e droghe. In realtà c'è spazio anche per l'amore, per esempio quello appena sbocciato tra lo stesso McKay e la dolce Cassie, che culmina in un rapporto iniziato male - con una mano stretta attorno al collo di lei, perché, come PornHub insegna (sfortunatamente) "pensavo ti piacesse così!" - ma proseguito bene. Tra le grandi tematiche buttate nel calderone di Euphoria non c'è solo l'abuso di droghe, ma anche, soprattutto, il sesso, nello specifico il problematico rapporto col sesso degli adolescenti contemporanei. Che sembrano emancipati e sicuri di sé in materia, ma che purtroppo si sono formati online, specialmente i maschi, con tutti i problemi che ciò comporta.

Mentre Kat - l'unica amica di Jules, nonché la migliore amica di Maddy (la cheerleader più popolare del liceo), nonché "l'amica cicciona" del gruppo - decide che è arrivato il momento di perdere la verginità, e poco conta con chi, Maddy decide di far ingelosire il suo ex copulando in piscina con il primo ragazzo che le è capitato a tiro, un certo Tyler, un universitario. Purtroppo per Tyler, l'ex di Maddy è il disturbato Nate, da fuori figlio e studente modello, da dentro un buco nero di rabbia e sessualità repressa pronto a esplodere. Non potendo prendere a pugni l'amata Maddy, che viene apostrofata come "puttana" senza troppi pensieri, e non potendo strozzare Tyler, Nate, ubriaco fradicio, finisce per prendersela con Jules, che per lui è un vero e proprio magnete. Nate fa il maschio alpha, tenta di metterle paura, di farla sentire piccola piccola, ma Jules reagisce in maniera inaspettata: brandisce un coltello da cucina e urla "Io sono invincibile, cazzo!! E comunque, mi chiamo Jules. Sono quella nuova." dopo essersi fatta un taglio sul braccio. Il messaggio è chiaro: non credere di farmi paura, perché io ho vissuto cose che tu non puoi neanche immaginare. 

Tra la folla che si è riunita per assistere a questa triste scena c'è anche Rue, che rimane decisamente colpita dal folle atto della Sailor Moon dei sobborghi. Così colpita da seguirla fuori e da presentarsi. Sarà l'inizio di una bellissima, e incasinatissima, amicizia. Rue passa così la sua prima notte da Jules, una notte che sarà ancora più speciale grazie agli psichedelici recuperati da Fezco e Ashtray. Intanto, anche Nate, che ha avuto seriamente paura di finire sbudellato nella cucina del suo migliore amico, torna finalmente a casa. E' a questo punto che ci viene rivelato quanto scritto sopra, cioè che Nate è il figlio di DominantDaddy, alias Cal Jacobs.

Visivamente accattivante, con una fotografia curatissima e un montaggio che volutamente attinge dal filone dei music videos, i famigerati "videoclip", Euphoria parte in quarta e ci trascina dentro il mondo di Rue e compagni sbattendoci in faccia quanto diversa sia la vita dei teenager di oggi, persone che all'epoca del famigerato 11 settembre 2001 addirittura non esistevano, e che dunque, per forza di cose sono cresciute in un mondo molto diverso da quello "pre Torri Gemelle", un mondo molto più duro, un mondo molto più spietato. Un mondo destinato a essere iperconnesso ma allo stesso tempo estremamente frammentato. Un mondo in cui bisogna crescere navigando tra selfie di nudo, app per incontri, dick pic, un accesso alla pornografia a dir poco immediato, e via dicendo. Roba che fa venire voglia di mettersi le mani nei capelli, ma soprattutto sugli occhi, e senza essere bacchettoni e perbenisti. Essere un adolescente è per sua natura difficile, ma essere un adolescente al giorno d'oggi è anche peggio. E' facile dire che la Generazione Z è una generazione che ha il vuoto pneumatico nel cranio, ma è un po' meno facile fermarsi, tacere e tentare di capire. Euphoria - serie che, tutto sommato, si rivolge più a un pubblico che l'adolescenza l'ha passata almeno da qualche anno - ci porta dentro un mondo ben poco rassicurante, ma esistente, e in quanto tale non ignorabile, e lo fa in maniera anche troppo sincera. Vi sfidiamo a trovare il coraggio di mettere al mondo una creatura dopo la visione di questa serie!

 

Euphoria, le foto più belle della protagonista Zendaya

 

Euphoria, episodio 2

Il secondo episodio della serie è in gran parte dedicato all'esplorazione del personaggio di Nate, e finalmente capiamo da dove arriva la sua personalità così disturbata. Proprio come successo per Rue, i primi minuti sono un velocissimo riassunto dell'infanzia del personaggio di Jacob Elordi: dopo aver scoperto a 11 anni il cassetto che contiene i filmini pornografici del padre, Nate non sarà più un bambino normale, nel senso che crescerà con parecchie ossessioni e parecchi complessi. Dominato da questa figura paterna altamente autoritaria (non a caso il soprannome di Cal è proprio DominantDaddy...), Nate cresce ossessionato dall'obbligo del successo e dal controllo totale: sul suo corpo, che viene letteralmente trasformato nel giro di pochi anni, sulle sue emozioni, cosa che lo porterà ad accumulare quintali di rabbia repressa, sulla sua sessualità, sulle sue interazioni con l'altro sesso e, soprattutto, sulla sua virilità.

Ed è proprio questo punto quello più illuminante: Nate, infatti, vede la sua virilità, il suo essere un "#verouomo" come qualcosa di strettamente codificato, ma anche come qualcosa che è costantemente a rischio. Non è infatti un caso che prenda di mira Jules e che il suo essere un "#verouomo" non sia altro che una serie di pensieri e azioni stereotipate e spesso violente. La "scandalosa" scena dello spogliatoio, poi, è commentata da Rue, ma in realtà parla da sola. Ad ogni modo, in questo episodio ci sono momenti ben più disturbanti di questo, e non coinvolgono l'esposizione di genitali maschili: della serie "spesso è peggio ciò che c'è dentro rispetto a ciò che c'è fuori." Ecco quelli che ci hanno più colpito.

La scena del Fentanyl

All'inizio dell'episodio, Rue dice in voice over: "So che non dovrei dirlo, ma le droghe sono piuttosto fighe!" Intanto, però, la vediamo andare in overdose e quasi soffocare nel suo stesso vomito, infatti, durante il flashback in cui la nostra decisamente molto antiroina viene caricata sull'ambulanza, la sentiamo dire, sempre a commento: "Diciamo una finestra molto ristretta di figaggine..." Sì, insomma, Rue è assolutamente consapevole della sua situazione, non è così ingenua da sentirsi invincibile e immortale, sa bene a cosa potrebbe andare incontro proprio perché si è già trovata in quella situazione. Dopo aver (involontariamente) traumatizzato sua sorella - è stata infatti Già a trovarla in fin di vita -, decide dunque non di rinunciare, ma di stare forse un pochino più attenta, e per un po' ci riesce.

Tutto però va a rotoli nella sequenza in cui va a trovare il suo affidabile spacciatore di quartiere per la consueta scorta di pillole e pasticche. Fezco - che, scopriamo, si prende cura non solo del fratellino, ma anche della nonna gravemente malata e ormai costretta a letto, sotto sedazione - è nervosissimo e le dice di andarsene, ma lei non lo ascolta. Poi, però, quando trova una pistola sotto il cuscino del divano inizia a preoccuparsi. E fa bene. Ecco infatti arrivare Mouse, il fornitore di Fezco, una persona tanto disgustosa quanto pericolosa. Uno con cui è meglio non scherzare. Uno che è meglio non contraddire. Mouse rimane colpito dalla giovane e bella Rue (che peraltro è seminuda, perché è arrivata in bici durante il diluvio), e la invita, cioè la obbliga, a provare un po' di Fentanyl, un oppiaceo sintetito potentissimo. Sono 300 dollari, ma Rue ne ha solo 2. Nessun problema: Mouse accetta anche altre "forme di pagamento." Per un po' temiamo fortemente per la sicurezza di Rue, lo stupro sembra inevitabile - specialmente considerando che tipo di persona è Mouse, uno che non si fa problemi ad accarezzare ripetutamente la coscia di una ragazzina in stato semicomatoso -, ma Fezco si offre di pagare. Violenza evitata, ma in compenso l'effetto del Fentanyl è anche più forte del previsto. Rue non può andare a casa in quelle condizioni, così Fez la porta da Jules per smaltire. 

Zendaya è sempre ottima, ma oltre a questa scena da ribaltamento di stomaco non possiamo non citarne un'altra, precisamente quella in cui, più o meno all'inizio dell'episodio, Rue è costretta da una professoressa a salire sul palco e a raccontare cos'ha fatto durante l'estate. Una prova troppo dura per lei in un momento di tale fragilità, ma una prova semplicemente da dieci e lode per la giovane stella del cinema americano, che si è ritrovata tra le mani un personaggio che è una miniera d'oro, e che sicuramente le frutterà qualche premio (ne riparliamo dopo le candidature ai Golden Globe 2020).

Bellissimo il montaggio in flashback con spezzoni ambientati in ospedale, in macchina e a casa Bennet, e non si può rimanere indifferenti di fronte ai frammenti in cui si vede Rue litigare violentemente con sua madre, preoccupatissima per lei. E' inoltre in questo episodio che scopriamo quando e come ha avuto inizio l'abuso di sostanze di Rue: durante gli ultimi momenti della malattia dell'amatissimo padre. 

Il sex tape di Kat

Sugli smartphone degli studenti del liceo dove è ambientata Euphoria gira un nuovo video, un breve sex tape che raffigura una ragazza decisamente florida mentre fa sesso. La faccia non si vede, ma tutti danno per scontato che si tratti di Kat. E infatti è così (complimenti a quel signore di Wes, il viscidissimo tizio del primo episodio), ma Kat, con un paio di minacce ben assestate a Troy (uno dei gemelli), riesce a ribaltare la situazione e a scagionarsi da sola. E anche a farsi regalare 200 dollari di trucchi. Tragedia evitata?

Non proprio: il video, infatti, è stato caricato su PornHub. C'è però un dettaglio di non poco conto: i commenti. Che sono tutti incredibilmente positivi, per quanto possano essere positivi dei commenti su un sito del genere! Improvvisamente, Kat si rende conto di piacere, e di piacere così com'è. E non c'è niente di più pericoloso - per gli uomini, ovviamente - di una donna che scopre di essere sexy e di non avere paura di esserlo, senza giustificazioni. Ha così inizio la metamorfosi di Kat, che, da brava e pragmatica americana con spirito imprenditoriale, capisce subito di avere tra le mani un'occasione d'oro: è nata una nuova cam-girl. Da segnalare inoltre che è proprio in questo episodio che Kat conosce il timido e decisamente nerd Ethan, un personaggio che per lei nel corso della serie sarà piuttosto importante.

Dentro il buco nero dell'anima di Nate

Non solo il classico "jock" di turno, ma molto, molto di più, e in senso negativo in questo caso! Nate, infatti, è ben lontano dall'essere soltanto il belloccio di turno a capo della squadra di football: ha seri problemi di gestione della rabbia, come abbiamo già visto, e ha anche altri gravi disturbi. Per esempio, nella sua testa c'è questa fantasia assolutamente distorta in cui Maddy è un delicato e candido fiorellino che va protetto dal marcio del mondo, cioè dai pervertiti che vorrebbero farle delle cose indicibili. Lui, ovviamente, è l'eroe che in quanto "#verouomo" la proteggerà, costi quel che costi. La sua virilità, la sua mascolinità (assolutamente tossica) ha bisogno di continue conferme.

Prendiamo per esempio la sequenza relativa allo stalking e poi al pestaggio di Tyler, che in questo caso ha anche la sfiga di essere maggiorenne: noi spettatori sappiamo benissimo che, nonostante i suoi 22 anni, non c'è stato nessuno stupro e che Maddy era assolutamente capace di intendere e di volere durante il party a casa di McKay, ma Nate, che nella propria narrazione è il principe che salva la povera principessa indifesa, si è ormai costruito questa fantasia, e arriva a portarla fino in fondo in maniera semplicemente perversa: seguendo il ragazzo come se fosse una preda, irrompendo in casa sua, incolpandolo di violenza sessuale e poi picchiandolo quasi fino a ucciderlo. Ciliegina sulla torta dei disturbi: il momento in cui il personaggio di Elordi si spoglia e indossa i vestiti del suo "rivale" per andare a un appuntamento con la sopracitata Maddy - perché è ovvio, mascolinità tossica chiama relazione tossica, è qualcosa di inevitabile, così come è inevitabile, almeno fino a un certo punto, il tira e molla tra i due. Oltre al danno, la beffa.

Ma c'è di più. Nate, novello Patrick Bateman dei sobborghi, contatta Jules tramite la stessa app di incontro usata da suo padre e inizia a messaggiare con lei fingendo di essere "un ragazzo timido e non ancora out, ma dolce e comprensivo", salvo poi, nel finale dell'episodio, usare come nome falso un nome non proprio preso a caso: Tyler! E' evidente che i problemi di Nate vanno ben al di là dei "classici" problemi degli adolescenti contemporanei, ed è chiaro che, di episodio in episodio, la situazione non potrà che peggiorare.

 

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