Leggi la recensione del terzo e del quarto episodio di City on a Hill, in onda ogni martedì sera alle 21.15 in prima tv per l'Italia su Sky Atlantic. - Sarah Shahi, le foto più belle della protagonista di City on a Hill
City on a Hill, episodio 3
Continuano le indagini e le tribolazioni di Decourcy Ward e Jackie Rohr, e c'è da dire che l'accoppiata Hodge/Bacon funziona alla grande, al punto che dispiace non vedere ancora più spesso in scena insieme i due interpreti, obbligati per esigenze di trama a incrociarsi poco in questo episodio. La questione della moralità, e di quanto una persona sia disposta a metterla da parte per raggiungere un fine, possibilmente superiore, è sempre al centro: quanto sarà disposto a sacrificare di sé stesso Decourcy? E quanto è forte la spinta a fare la cosa giusta che in questo momento sta animando Jackie?
Frankie e Jimmy compaiono poco: per il primo si tratta prevalentemente di scene ad ambientazione familiare, che ci fanno entrare nella sua vita privata, nei suoi affetti, mentre Jimmy, dopo essere improvvisamente sparito, ricompare in Florida, a casa della madre delle sue due figlie, che non si può dire sia propriamente contenta di rivederlo. E' infatti lei a informare la polizia, ed è grazie a lei che Jackie torna dunque ad avere il coltello dalla parte del manico. Compaiono in questo episodio anche i Ryan Senior, mamma e papà, che ricevono la visita di Rohr, visita, inutile dirlo, assai poco gradita! Il personaggio di Bacon, infatti, in questo terzo capitolo passa il suo tempo alla ricerca del suo informatore scomparso, e ovviamente per ritrovarlo non esita a giocare sporco.
Questo episodio si concentra molto su Jenny, la moglie di Jackie, una donna profondamente insoddisfatta della propria vita, specialmente del proprio matrimonio. E come darle torto! Ispirata dal sostegno di un giovane prete arrivato da poco in parrocchia, Jenny decide di riprendere in mano le redini della propria esistenza lasciando finalmente il marito e dedicandosi all'insegnamento, sua grande passione. Intanto Siobhan, la moglie di Decourcy, tenta di smorzare i lati più spigolosi del pastore che ha dato del "servo negro" a suo marito per fare in modo che tra la comunità afroamericana e le forze dell'ordine possa nascere una collaborazione fruttuosa. Scopriamo inoltre tramite l'agente Minogue che nel passato recente del reverendo Fields è successo qualcosa che potrebbe seriamente compromettere la sua posizione.
Veniamo infine a Ward, che passa buona parte dell'episodio alla ricerca delle prove necessarie per riuscire a convocare il Gran Giurì, convocazione che gli sarà utile, così almeno lui spera, per mettere in moto l'ingranaggio che gli permetterà di iniziare a ripulire questa città così marcia. Alla fine, sembra che le cose stiano iniziando a girare in suo favore...ma sarà veramente così?
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City on a Hill, episodio 4
Il recap della trama dell'episodio è semplice: dopo essere stato arrestato in Florida, Jimmy, per evitare di finire in galera, giura a Jackie che gli fornirà informazioni preziose su quanto sta accadendo in città e su suo fratello (che, giustamente, comincia a non fidarsi più di lui); Decourcy finalmente ha avuto il suo Gran Giurì e gongola al pensiero di usare quanto uscirà in aula per l'altro caso che lo interessa veramente, ma le cose andranno ben diversamente da come previsto; la paranoia comincia a impossessarsi di Frankie (che si ritrova in più occasioni a discutere con sua moglie) e dei suoi "colleghi"; Jackie ha un'accesa discussione con Jenny, intenzionata a lasciarlo e a rifarsi una vita.
Il quarto capitolo della prima stagione di City on a Hill si concentra poi sui suoi personaggi femminili, mostrandoci com'era essere una donna in un determinato ambiente in quello specifico periodo: preferiamo pensare al decennio dei Novanta, l'ultimo prima del nuovo millennio, come a un'epoca di modernità, ma la verità è che ancora in quegli anni le donne erano trattate come esseri e cittadini di serie B anche negli avanzati Stati Uniti d'America.
Ma torniamo alla serie: Cathy non è solo una madre presente e attenta, una moglie, una partner e un'imprenditrice, ma è anche la vera mente dietro i colpi portati a termine dalla sua dolce metà; Siobhan è assolutamente intenzionata a creare le basi per una solida carriera politica per suo marito e per sé, ma allo stesso tempo si ritrova a gestire situazioni alquanto delicate e si trova a dover accettare dei compromessi necessari ma difficili da accettare; Jenny ormai ha deciso di cambiare il corso della sua vita, perché il ruolo di brava moglie che sta al fianco del marito nonostante quintali di corna ormai le sta fin troppo stretto; e infine Rachel, l'investigatrice che sta lavorando insieme a Decourcy, ci mostra come fosse naturale per una donna essere vittima di sessismo praticamente ogni giorno, ma ci mostra anche come ciò non sia abbastanza per fermare lei e le altre come lei, donne che non hanno nessuna intenzione di farsi mettere i piedi in testa dal porco sciovinista di turno e che, soprattutto, non hanno intenzione di farsi relegare in un angolo. Respect.
Certo, per queste donne raramente le cose vanno come dovrebbero, e raramente vanno in discesa anziché in salita, ma in questo quarto episodio ciò che salta prepotentemente all'occhio sono senza dubbio la loro forza e la loro resilienza. Per contrasto, il personaggio di Bacon questa volta ci sta un po' meno simpatico: quando lo vediamo minacciare il giovane prete che ha preso sotto la sua ala la moglie non possiamo non provare il desiderio di prenderlo a schiaffi per questo tentativo di repressione.
Il prossimo appuntamento, con gli episodi 5 e 6, è per martedì 17 settembre alle 21.15, come sempre su Sky Atlantic.