Mary Louise alla ricerca della verità, Renata contro tutti, Maddie in crisi, e Celeste intrappolata nel ricordo di Perry: ecco la recensione del terzo episodio della seconda stagione di Big Little Lies, in onda su Sky Atlantic il martedì sera alle 21.15.
Big Little Lies, stagione 2, episodio 3: trama e recensione
Il passato di Bonnie
Una spinta. Una caduta. Una morte. "L'ho spinto..." "E' scivolato!" "Sì, sì, è scivolato!": il terzo episodio della seconda stagione di Big Little Lies si apre con un flashback della morte di Perry. A ripensare a quella maledetta notte è, di nuovo, Bonnie, che, però, sembra stare leggermente meglio. Prima la vediamo unirsi nel canto alla madre e alla figlioletta, poi la vediamo chiacchierare con Ed davanti a un caffè, infine la vediamo correre in spiaggia e fermarsi a scambiare qualche parola con Jane, che è lì insieme a Ziggy e a Corey, che sta insegnando al bambino come fare surf. Le due donne, le due complici, parlano di sincerità, della difficoltà di aprirsi completamente: c'è un momento per ogni confessione, e viene da chiedersi quando questo momento arriverà per Bonnie. Perché è evidente che il personaggio di Zoe Kravitz ha un bisogno fortissimo di poter urlare al mondo il intero ciò che ha dentro.
In realtà di Bonnie ci viene mostrato anche un flashback. In questo ricordo la vediamo da bambina, in piscina insieme a sua madre, che le dice che "è importante imparare a mettere la testa sott'acqua", perché così, dovesse mai accadere una cosa del genere, non c'è il rischio di essere presi alla sprovvista e andare in panico. La piccola Bonnie non vuole, l'idea non le piace per niente, così, dopo un paio di rifiuti, la madre, spazientita, la spinge con forza sotto la superficie. Una scena a dir poco agghiacciante. Una violenza vera e propria, forse una violenza dovuta all'alcolismo di Elizabeth? Non ci è dato saperlo per adesso, ma iniziamo a capire come mai Bonnie abbia scelto di allontanarsi dalla madre...e dal suo passato. Probabilmente alle spalle il personaggio di Kravitz ha una storia di abusi, ed ecco spiegata la sua reazione nei confronti di Perry.
Crisi in casa Mackenzie
Ritroviamo Ed e Madeline a colloquio con la Dottoressa Reisman. Maddie apre con un lapalissiano "I fucked up." (Ho fatto una ca**ata), ma l'ammissione non ha il risultato sperato. La terapeuta, infatti, non è lì per offrire una spalla su cui piangere, ma per analizzare a fondo, anche in modo brutale, le motivazioni dietro questo tradimento. Viene così a galla la profonda insicurezza di Madeline, il suo sottovalutarsi, il suo sentire di non valere abbastanza. Il desiderio del personaggio di Witherspoon di vedere Abigail andare al college è sicuramente legato anche a questo, ma a scuotere le fondamenta di Maddie e a toglierle per sempre ogni briciolo di sicurezza è qualcosa di più profondo, come scopriremo in un dialogo in macchina con Celeste.
E' a lei, e solo a lei, infatti, che Madeline dice la verità: il tradimento del padre quando lei era solo una bambina, la richiesta del genitore di non dire niente alla madre, e poi la decisione di Nathan di lasciarla. Ogni trauma del passato ha influito e continua a influire sul presente. Come si fa a credere nel matrimonio quando scopri che tuo padre tradisce tua madre e, soprattutto, ti chiede di essere sua complice? Come si fa a credere nel matrimonio quando il tuo primo marito non è abbastanza forte da avere abbastanza fiducia per tutti e due? Eccola la conferma: non ci si può fidare. A quel punto, tanto vale autosabotarsi, tanto prima o poi si finisce comunque nello stesso posto. Celeste, però, la rassicura: Ed non la lascerà, ma lei non deve rassegnarsi, deve lottare per il loro matrimonio.
Celeste e l'ossessione per Perry
In compenso il personaggio di Kidman ammette di stare meno bene del previsto. Senza Perry la sua vita è diventata improvvisamente piatta. E' difficile da spiegare, dovrebbe sentirsi sollevata, ma la realtà è ben più complicata. "Ero una madre migliore quando c'era lui. Devo trovare della gioia, devo farlo per loro. E lui mi è d'aiuto." Vedere il mondo in bianco e nero renderebbe tutto più facile, ma la verità è che raramente i rapporti personali e le relazioni sentimentali sono categorizzabili in maniera netta. Certo, i grigi in cui naviga Celeste sono decisamente tendenti al nero pece, eppure c'è sempre quella punta di bianco che rende difficile staccarsi completamente dall'ex marito e vederlo solo e soltanto come un"mostro." Ma poi sarebbe corretto definire il personaggio di Alexander Skarsgård solo in questi termini? Sarebbe sicuramente più facile, questo è certo.
Ed è certo che i problemi di Celeste sono radicati più profondamente di quanto immaginato. Lo sa bene la Dottoressa Reisman, che, da professionista navigata, le fa notare senza troppi giri di parole che è sbagliato tenere solo i momenti belli, anche se questo, all'apparenza, sembra utile per poter andare avanti. Oltre a ciò, la terapeura nota subito i lividi sui polsi della sua paziente, e non beve neanche per un secondo la storia che le viene raccontata sulle origini di tali lividi. Che il personaggio di Kidman avesse iniziato a farsi male da sola l'avevamo già pensato guardando il secondo episodio, ma adesso sembra essere arrivata la conferma. "Non è così inusuale. A volte le vittime di abusi si sentono legate alle proprie ferite... Forse ti ricordano lui?"
Celeste risponde offesa che non è assolutamente così...ma crederle è sempre più difficile. Così come è sempre più difficile vedere Perry come il violento psicopatico che era. Non si tratta certamente di una riabilitazione del personaggio da parte della serie - tant'è che ci pensa prontamente Jane a ricordarci più volte di cos'era capace il defunto Mr. Wright -, bensì della messa in scena più che di Perry del suo ricordo attraverso le persone della sua famiglia: la madre e i figli, per cui era una persona fantastica, e la moglie, sua vittima ma anche, in qualche maniera, sua complice. L'abuso fisico di Celeste sarà anche finito, ma l'abuso psicologico è ancora vivissimo, e continua a dare i suoi frutti maledetti.
Dall'ultima scena di Celeste - la scena in cui la vediamo masturbarsi mentre guarda un video di Perry che, dall'ennesima trasferta di lavoro, le augura la buonanotte e le dice quanto le manchi - appare chiaro quanto sia grave la situazione. Come confessato a Madeline, tutto è diventato piatto da quando suo marito non c'è più. I confini tra la vittima e il carnefice sono allo stesso tempo molto chiari e decisamente sfumati e confusi...
Jane tenta di voltare pagina
Alla fine Jane ha accettato l'invito a cena di Corey, che è un po' bizzarro ma sembra comunque un bravo ragazzo. Il personaggio di Woodley ha una forza interiore notevole: Jane ha affrontato il suo trauma e non si può dire che non abbia reagito, ma la violenza inflitta da Perry ha comunque lasciato un segno indelebile dentro di lei, cosa che viene a galla nel momento in cui Corey prova a baciarla. Istintivamente Jane si allontana, si ritrae: il suo corpo reagisce ancora prima che la mente razionale riesca a processare quanto sta accadendo. Il suo corpo va in "modalità protezione."
Ad ogni modo, Jane ha intenzione di dare a sé stessa e a Corey una seconda possibilità, e il primo passo è una semplice lezione di surf a Ziggy. Forse voltare pagina è veramente possibile. Verso la fine dell'episodio, Corey chiede a Jane se può darle un "abbraccio della buonanotte", e Jane gli risponde di sì. Un piccolo ma grande passo avanti. Ci penserà però Mary Louise a far scoppiare la nuvoletta e a farle rivivere per l'ennesima volta quella maledetta notte di alcuni anni fa.
Renata contro tutti
Durante una lezione in cui si parla del cambiamento climatico, tematica non proprio semplice da affrontare con dei bambini, Amabella sviene a causa di un attacco d'ansia e viene portata in ospedale. Quando i coniugi Klein giungono al capezzale della figlioletta - che nel frattempo si è ripresa e può essere dimessa senza problemi -, il dottore non ha dubbi: la bimba sta assorbendo troppo stress, e non tanto a scuola, quanto a casa. Per Renata è un colpo molto duro, ma anche la psicologa infantile chiamata per l'occasione - una dottoressa che ama vestirsi da fatina... - pensa che, oltre al disastro ambientale imminente, a turbare Amabella sia la guerra fredda tra i genitori. Ovviamente il personaggio di Laura Dern non può accettare che la sua piccola stia male per colpa sua. Il colpevole è chiaramente un altro, è la scuola, dunque la discussione, peraltro molto animata, con il Preside Nippal - che la chiama la "Medusa di Monterey" - e il nuovo insegnante è a dir poco inevitabile.
Tornata a casa, però, Gordon la inchioda: non è solo colpa sua, Amabella sta assorbendo stress da entrambi, ma se quello che ha fatto lui è evidente, resta invece il mistero su quello che ha fatto lei. Cos'è che ha fatto rialzare i muri di Renata? Noi spettatori lo sappiamo benissimo, Gordon no, ma sente che la moglie ha la testa da un'altra parte: "Sei qui, sei lì, ma non sei mai veramente presente, io riesco a sentirlo, e lo sente anche Amabella. Ti sta succedendo qualcosa." Lei, sempre in modalità "la miglior difesa è l'attacco", ribatte secca: "E' vero. Succede che mio marito ci ha fatto diventare poveri. Vendi i tuoi ca**o di giochini."
L'insicurezza di Madeline
Madeline - una che non ha mai avuto paura a dire ciò che pensa e a mandare a quel paese le persone che la contraddicono - e l'insicurezza sembrerebbero all'apparenza due concetti antitetici, eppure, a pensarci bene, l'aggressività del personaggio di Witherspoon e il suo attaccare tutti in maniera preventiva sono due segnali chiarissimi: ho paura di essere ferita, ho paura di essere messa da parte, dunque ti tengo a distanza o ti aggredisco prima di ritrovarmi a soffrire. Non fa una piega. Ora, però, i muri di protezione di Madeline stanno crollando uno a uno, e non resta altro da fare che ammettere la verità. "Il mio primo matrimonio non era reale, il mio secondo matrimonio è una truffa, e ora non credo neanche più in me stessa. Se guardo le mie amicizie...Non ne avevo idea, Celeste, non avevo la minima idea che stavi passando tutto quello, e tu non te la sei sentita di dirmelo..." dice Madeline tra le lacrime, ma l'amica la ferma subito: lei è forte, molto più forte di come si sente in questo momento.
Degna di nota la scena in cui Madeline, durante la riunione con i genitori, viene invitata sul palco a parlare per nome di tutti ma finisce per fare un discorso assolutamente personale, e assolutamente rivolto a Ed. E' il classico, e imbarazzante, breakdown pubblico apparentemente senza senso, tranne per chi ha tutti i tasselli del puzzle. Il risultato, però, è diverso da quanto sperato: Ed se ne va, e quella sera non torna a casa.
Mary Louise va all'attacco
Veniamo infine a Mary Louise, la "villain", l'antagonista conclamata di questa stagione. Cosa vuole Mary Louise? Scoprire la verità sulla morte di Perry? Sicuramente. Chiedere la custodia dei gemelli provando che Celeste è una madre "unfit", non adatta? Molto probabile. Ma andiamo con ordine.
Come promesso nel finale del secondo episodio, il personaggio di Streep va a parlare con la Detective Quinlan, che però non può fare molto per lei. E' evidente che entrambe le donne condividono gli stessi dubbi, ma in mancanza di prove certe, di testimonianze attendibili o, perché no, di una confessione, c'è ben poco da fare. Mary Louise tenterà dunque di trovare queste agognate prove o cercherà di estorcere qualche confessione, o quantomeno qualche dichiarazione che possa portare alla riapertura effettiva del caso? Noi pensiamo di sì.
Le indagini della donna la portano a rovistare nei cassetti del bagno privato di Celeste, cassetti da cui emergono parecchie scatole di farmaci, tra cui una confezione di Vicodin, un potente oppioide. "A volte ne avevo bisogno per il dolore...per esempio quando lui mi prendeva a calci..." è la risposta secca del personaggio di Kidman. Una risposta che contiene delle informazioni troppo difficili da mandare giù. Eppure c'è qualcosa in Mary Louise che insospettisce: veramente non riesce a credere che il figlio possa aver fatto certe cose? E se, in realtà, sapesse benissimo che Perry era capace di certe azioni? Sono domande sicuramente sensate e legittime, e ci aspettiamo qualche rivelazione in merito. Intanto, però, non ci resta che aspettare e tentare di analizzare nel dettaglio le parole, le mosse e la mimica facciale del personaggio di Streep, che finora ha fatto un ottimo lavoro nel farci venire dubbi!
Dopo Madeline, che ha sempre risposto a tono e che si è rivelata decisamente inavvicinabile, anche Jane viene approcciata dalla madre di Perry. La madre del suo aggressore. Il primo incontro tra le due è piuttosto imbarazzante, più che altro perché Mary Louise, messa di fronte a un'immagine del figlio tristemente inaspettata, arriva infatti a chiedere un test di paternità per Ziggy. Jane ovviamente rifiuta, ma Mary Louise non demorde, e nel suo solito stile - ti insulto senza farti capire se ti sto volutamente insultando - infila prima un "Come fai a essere sicura che fosse proprio lui?" e poi, alla risposta di Jane - che le dice di ricordare purtroppo fin troppo bene quella notte in ogni dettaglio e che afferma di non essere stata con nessun altro - se ne esce con un imbarazzante "Sai, a volte succedono cose, nei bicchieri delle ragazze vengono sciolte delle sostanze, e la memoria si fa confusa..." L'antitesi del cosiddetto buon inizio, non c'è che dire. Alla faccia del #metoo.
Successivamente vediamo Mary Louise "stalkerare" Jane e Ziggy piazzandosi in prossimità della loro auto. E' lo stesso Ziggy ad accorgersi di questa donna che lo guarda in maniera strana...lo sguardo di una donna che rivede un pezzetto del figlio morto nel nipotino. Mossa a compassione, il personaggio di Woodley decide di incontrare per un caffé quello di Streep, e inizialmente - di fronte ad alcune foto di un giovanissimo Perry incredibilmente somigliante a Ziggy - l'incontro va abbastanza bene. Poi, però, la situazione pian piano degenera, perché Mary Louise comincia a raccontare quanto fosse dolce da piccolo suo figlio. Jane un po' è in imbarazzo, un po' è arrabbiata, ma un po' è anche preoccupata: anche Ziggy è un bambino dolcissimo, ma è pur sempre il figlio biologico di Perry.
Il peggio, però, deve ancora arrivare, ma arriva prestissimo, quando Mary Louise chiede di sapere chi ci ha provato con chi quella notte. Perry era completamente devoto a Celeste, dunque per Mary Louise è chiaro: per essere arrivato a fare certe cose, dev'essere sicuramente stato provocato, tentato. O forse ha interpretato male alcuni segnali, visto e considerato anche quanto confessato da Celeste. Jane è molto chiara: Perry non ha frainteso un bel niente, mentre lui la violentava lei gli ripeteva di fermarsi. "Non è mia intenzione offenderti, è solo che non posso arrendermi all'idea che lui fosse...cattivo. Non riesco... Voglio soltanto credere che ci fosse del buono in lui... Hai visto del buono in lui?" chiede Mary Louise, e Jane, con le lacrime agli occhi, si limita a fare no con la testa e a volgere altrove lo sguardo.
In conclusione
The End of The World (la fine del mondo), il secondo episodio della secona stagione di Big Little Lies, è un episodio ancora di setting, che porta avanti quanto mostrato in precedenza e che lascia chiaramente intendere che, sotto la superficie, c'è molto di più di quanto non sembri. Sempre presente, addirittura con prepotenza, la dicotomia "natura VS cultura": si è destinati a ripetere gli errori dei propri genitori, errori in qualche modo impressi nel DNA, oppure il modo in cui veniamo cresciuti, l'educazione che riceviamo e l'ambiente in cui viviamo possono concretamente aiutarci a essere persone migliori e a sconfiggere un destino che per certi aspetti rischia di essere già scritto?
Non manca poi l'altro grande filone, quello del senso di colpa, sensazione purtroppo ben nota nota al genere femminile nella sua interezza: Renata si sente in colpa per l'ansia di Amabella; Celeste si sente in colpa per il fatto di non essere una buona madre per i suoi figli dopo la morte del marito; Madeline si sente in colpa nei confronti di Ed e anche di Celeste, per non essersi accorta dei suoi problemi; Jane si sente in colpa per il fatto di non essere ancora in grado di gettarsi il trauma del passato alle spalle; Bonnie si sente in colpa perché non può essere sincera con il marito e la figlia e ovviamente per l'omicidio di Perry.
E Mary Louise? Il personaggio di Meryl Streep è difficile da leggere. Ovviamente è una nonna che ama i suoi nipoti e che si preoccupa per loro. Ma è anche una madre che ha perso un figlio, una madre alla ricerca della verità. Quantomeno di una specifica verità, perché ce n'è un'altra - il lato violento di Perry - troppo difficile da accettare anche se impossibile da negare. Eppure Mary Louise non si arrende, e cerca disperatamente di provare in maniera obiettiva - a sé stessa oltre che a Celeste e a Jane - che suo figlio non era un mostro. Intanto i dubbi restano. Per esempio, com'è morto Raymond? Soprattutto: quanto è sincera Mary Louise? In una serie che ha la parola "bugie" nel titolo, una domanda del genere è non è mai una domanda scontata...