Domenica 23 giugno alle 21.15, all’interno del ciclo Il Racconto del Reale, su Sky Atlantic va in onda il docu-film Caro prigioniero, che racconta, attraverso una serie di casi più o meno celebri, le relazioni affettive fra detenuti e ammiratori, innamorati e consorti. Scopri di più.
Che cosa spinge una persona “normale”, qualcuno che magari non ha mai infranto la legge in vita propria, a legarsi affettivamente o a infatuarsi di un criminale, uno di quelli veri? Non stiamo parlando di piccoli delinquenti, bensì di veri e propri banditi, di efferati assassini, di rapinatori senza scrupoli. È questo il difficile quesito che si pone Caro prigioniero, docu-film in prima visione tv domenica 23 giugno alle 21.15 su Sky Atlantic.
Caro prigioniero di Giorgia De Benetti, presentato all’interno del ciclo Il Racconto del Reale, prende in considerazione tanto vicende “comuni” quanto celebri casi di cronaca – dalle migliaia di lettere d’amore ricevute dal bandito Renato Vallanzasca raccontate dall’ex moglie Antonella D’agostino all’esperienza in carcere del “detenuto mediatico” Raffaele Sollecito – per cercare di capire in che modo scatta la fascinazione nei confronti di individui considerati pericolosi.
Ma non ci sono solo gli scambi epistolari fra “chi sta dentro e chi sta fuori”. Anche la corrispondenza fra due detenuti, che si scrivono magari dall’ala maschile a quella femminile del carcere, quasi senza mai incontrarsi, sono molto comuni e in alcuni casi consentono di far entrare un soffio di speranza fra le pareti asfittiche di una prigione.
A delineare queste storie di amori e passioni nati via lettera e, alimentati dalla solitudine e dalla fantasia, in alcuni casi diventati realtà, è la criminologa Valeria Imbrogno, campionessa di pugilato e insegnante di boxe nel carcere di Bollate, da dove viene condotta l’indagine di Caro prigioniero.