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La verità sul caso Harry Quebert: recensione episodio 8 della serie con Patrick Dempsey

Serie TV

Marco Agustoni

Mentre la serie tv in onda ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic e disponibile con tutti gli episodi su Sky Box Sets e NOW TV si avvia verso la dirittura d’arrivo, la faccenda si fa ancora più intricata, soprattutto alla luce di una serie di sconvolgenti rivelazioni su Nola. Leggi la recensione dell'ottavo episodio.

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Harry Quebert episodio 8: i mille volti di Nola

Se nell’episodio 7 la figura di Nola (Kristine Froseth) era rimasta relativamente in disparte, eccola ripiombare al centro della narrazione con prepotenza, con una serie di incredibili rivelazioni che fanno di questo ottavo episodio uno dei più emozionanti de La verità sul caso Harry Quebert. Innanzitutto scopriamo che a rubare la lettera d’amore di Harry da Tamara Quinn (Virginia Madsen) fu suo marito Robert (Don Harvey), dietro supplica della ragazza, che subito dopo provvederà a incastrare l’ormai defunto Pratt. Ma questo, ovviamente, è nulla in confronto a quanto emergerà a seguire.

Marcus (Ben Schnetzer) ha pubblicato il suo romanzo, Il caso Harry Quebert, che si è subito rivelato un bestseller, alienando però definitivamente le simpatie di Harry (Patrick Dempsey). Peccato che il giovane scrittore scoprirà ben presto di avere preso una sonora cantonata nel corso delle sue indagini. A riportarlo con i piedi per terra ci pensa Gahalowood (Damon Wayans Jr), che gli svelerà un inquietante retroscena: i racconti di Nola sugli abusi da parte di sua madre non sono possibili, poiché la donna era morta nove anni prima della sua scomparsa.

Non è tutto qui, perché in uno dei flashback più intensi della serie tv, scopriamo che a ucciderla era stata la stessa Nola, dopo aver appiccato un incendio. Quando suo padre, il Reverendo Kellergan (Matt Frewer), si convince della pazzia della bambina e del fatto che questa sia posseduta, cerca di esorcizzarla, il che non fa che peggiorare il suo stato di salute mentale.


La verità sul caso Harry Quebert: una svolta… da brividi

Nel flashback sull’infanzia di Nola, in particolare la scena con lei che canticchia sull’altalena, la serie tv prende quasi una piega da horror soprannaturale. E il personaggio della ragazza scomparsa si fa ancora più problematico, completando (forse) l’evoluzione che l’ha vista mutare completamente nella mente degli spettatori.

Da ragazzina ingenua e desiderosa di vivere, nel corso degli episodi Nola viene prima mostrata come cinica manipolatrice e poi addirittura come giovanissima squilibrata in grado di dare fuoco alla madre. A questo punto, è chiaro che la verità sulla sua scomparsa non possa che essere molto più torbida e complicata di quanto avremmo mai potuto immaginare.