True Detective 3, episodio 8: la recensione del finale di stagione

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Paolo Nizza

Imperdibile finale di Stagione per True Detective 3. Finalmente scopriamo la verita sul caso Purcell. L'appuntamento con True Detective 3  è ogni lunedì dalle 21.15 con l'episodio in italiano. E, a seguire, l’episodio appena andato in onda in America in versione originale con sottotitoli. Leggi la recensione dell'ottavo e ultimo episodio.

True Detective 3: da Mister Hoyt a Junius Watts

L'ottavo e ultimo episodio della terza stagione di True Detective si apre con le parole dello scrittore americano Delmore Schwartz. Amelia (Carmen Dejogo) legge queste pagine ai suoi studenti:

"Cosa rimarrà di me e te. A parte le foto e i ricordi. Questa è la scuola in cui impariamo, quel tempo è il fuoco in cui bruciamo. Qual è il sé in mezzo a questo incendio? Cosa sono ora, che ero anche allora? Per cosa dovrei soffrire e agire ancora? Le urla dei bambini sono gioiose mentre corrono... Questa è la scuola in cui imparano. I ricordi si rinnovano ancora e ancora. Il colore più leggero del giorno più breve. Il tempo è la scuola in cui impariamo. Il tempo è il fuoco in cui bruciamo."

Sono versi che suonano come un compendio di tutta questa terza, dolente stagione di True Detective.  E non a caso nella scena successiva vediamo per la prima volta il personaggio del patriarca della famiglia Hoyt (interpretato da Michael Rooker). All'interno della sua berlina, stropicciato, con in mano una bottiglia di whisky, Edward Hoyt conversa con il detective Wayne. I due condividono ricordi di guerra. Sono stati entrambi soldati. Ma per il detective l'incontro non risulta affatto risolutore. Anzi, è Wayne a venire minacciato. Il signor Hoyt sa che Hays e il suo collega Roland West hanno assassinato Harris James. Come spesso è accaduto in True Detective, la verità risulta sfuggente. Quello che invece non ci sfugge è perché Wayne è stato demansionato. Per non mettere in difficoltà Amelia non ha confutato le dichiarazioni della sua futura moglie, ed è finito a fare il lavoro di una segretaria. Anche questo è amore.

Ci spostiamo nel 2015. Roland e Wayne sono sulle tracce di Junius Watts, il nero con un occhio cieco. Benché siano due anziani confusi, i detective decidono di visitare la vecchia residenza degli Hoyt. Finalmente vediamo nella sua totalità la famosa stanza rosa dove Julie Purcell è stata tenuta segregata. Sul muro, il disegno infantile di un castello e tre figure, ovvero Princess Mary, Sir Junius, Queen Isabel. Un affresco elementare, ma assai rivelatore.

Alla ricerca di Julie Purcell

In un gioco di specchi e di rimandi, mentre una brutta statua di un Cristo Cronocratore abbraccia l'orizzonte, finalmente Roland e Wayne incontrano Junius. Il nero racconta che l'occhio lo ha perduto durante un incidente mentre lavorava nel pollaio per l'azienda degli Hoyt. Ma il signor Watts svela ai due detective anche l'origine della malattia mentale di Isabel Hoyt.

La donna non si riprese mai dalla morte del marito e della figlia: e quando a un picnic nel 1979 vide la piccola Julie, a Isabel sembrò di avere ritrovato Mary, la figlia perduta. Dietro un lauto compenso, Julie, insieme al fratellino iniziano quindi a frequentare Isabel e a giocare insieme nel bosco. E, infine, vediamo, che non c'è stato nessun omicidio. Il ragazzino è morto per un incidente. È scivolato e ha battuto la testa su un sasso. Nessun pedofilo, ma solo la follia di una donna sola e molto ricca.

Isabel, infatti, somministrava gli psicofarmaci a Julie per tenerla buona. Accortosi che la donna drogava la ragazzina, Junius organizzò la fuga di Julie.  Scopriamo che in seguito Julie trovò rifugio in un convento. Purtroppo però aveva l'HIV e quindi mori il 10 dicembre del 1995. Per citare gli Uomini Vuoti di Thomas Eliot. "È questo il modo in cui finisce il mondo. Non già con uno schianto, ma con un lamento.“

Ma forse c'è un'altra verità. Una lunga storia nella storia. Un racconto che prosegue all'infinito. La grandezza della terza stagione di True Detective si cela in questo mistero. Si sa, la memoria modifica il passato, cambia i ricordi. Sicché nell'ultima inquadratura vediamo Wayne nella giungla del Vietnam. Come un uomo solo che cerca al buio una cosa che non esiste e forse riuscirà a trovarla.

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