Attori e produttori si sono ritrovati per festeggiare l’anniversario della serie e ricordare il compianto James Gandolfini, deceduto nel 2013 a causa di un attacco di cuore
Sono passati 20 anni da quando il boss mafioso Tony Soprano - a bordo piscina, con l’accappatoio bianco d’ordinanza - è apparso per la prima volta sugli schermi televisivi americani. Eppure, vuoi per la straordinaria interpretazione del compianto James Gandolfini (è deceduto il 19 giugno 2013 a Roma, a causa di un attacco di cuore), vuoi per l’indubbia qualità di scrittura delle scene (non a caso, il Writer Guild of America ha indicato «The Sopranos» come la serie con la migliore sceneggiatura di sempre), il suo ricordo è più vivo che mai. Nei telespettatori, ma anche negli attori stessi, che - assieme ai produttori - si sono ritrovati per ricordare il loro protagonista e celebrare l’anniversario della serie HBO.
Il soggetto della storia
Per chi non lo sapesse, «The Sopranos» segue la vita di Tony (Soprano, ovviamente), boss della mafia italoamericana del New Jersey, e della sua famiglia, i cui avi italiani sono originari di Avellino. Un soggetto con niente di nuovo all’apparenza, che diventa però nuovissimo nella sostanza ovvero nel modo in cui viene raccontato il personaggio principale, l’unico a comparire in tutti quanti gli episodi della serie. Un boss mafioso, sì, certamente, ma anche un figlio, un marito, un padre, che viene descritto nella sua quotidianità. A caratterizzarlo, tra le altre cose, una serie di attacchi di panico che lo conducono in psicanalisi, grazie a cui, nel corso del tempo, emergerà il rapporto particolarissimo con l’autoritaria madre Livia, il complesso legame con la moglie Carmela (totalmente estranea alle imprese criminali del marito), con i figli adolescenti e anche con il fratello del padre, che non riconosce il suo potere e cerca di contrastarlo in ogni modo.
Il controverso finale
«Ho visto una mia foto nel giornale, e ho pensato… cavolo, sono passati 20 anni. Le persone vengono tutt’oggi a salutarmi, ringraziandomi per lo show» ha raccontato il creatore della saga familiare David Chase, «e dicendo che lo hanno amato a parte per il finale». Già, il finale, con l’interruzione improvvisa sulle note di «Don’t Stop Believing», senza chiarire il destino definitivo del protagonista. In molti non capirono, si chiesero se mancasse un pezzo di registrazione o se ci fosse stato un errore a monte nella messa in onda, la maggior parte semplicemente non apprezzò.
Il ricordo di James Gandolfini
Durante la reunion, però, si è ricordato soprattutto James Gandolfini. Edie Falco, sua moglie sullo schermo, ha in particolare svelato un divertente aneddoto di quando lo show venne rinnovato per una seconda stagione: «Non so cosa diavolo abbiamo appena fatto, mi disse Gandolfini, ma a quanto pare dobbiamo farlo ancora»