Westworld 2, episodio 10: la recensione di The Passenger, il finale di stagione

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Linda Avolio

Gran finale di stagione per Westworld, che ci saluta con un episodio della durata di quasi un'ora e mezza. I nodi vengono più o meno tutti al pettine, ma per un nodo che si scioglie ce ne sono altri che si formano. La posta in gioco, d'altronde, è altissima: la sopravvivenza della specie. Dolores porta a termine il suo piano, Maeve rivede sua figlia un'ultima volta prima di dirle addio, Akecheta riesce a portare in salvo buona parte degli host fino alla Valley Beyond, William esce devastato da quest'ultima avventura nel parco, e Bernard raggiunge finalmente il libero arbitrio: leggi la recensione di The Passenger, il decimo e ultimo episodio di Westworld 2 (NB, ovviamente ci sono SPOILER se non l'avete ancora visto!!)

Westworld 2, episodio 10: la trama

Poiché The Passenger, l’ultimo episodio della seconda stagione di Westworld, è lungo quasi un’ora e mezza ed è costruito in maniera decisamente e volutamente complessa – e lo è per un motivo ben preciso, perché “segue e prende a modello” lo stato mentale di Bernard, che, come ben ricorderete, ha tutti i ricordi ammassati a casaccio, non indicizzati –, partiamo dalla ricostruzione della trama, giusto per mettere un po’ di ordine.

L’episodio si apre con un flashback dove vediamo Dolores intenta a testare Bernard. Siamo ovviamente nel passato. A parte alcune piccole imperfezioni, che però rivelano il suo non essere l’originale, Bernard è talmente fedele a Arnold che, alla fin fine, arriva sempre nello stesso punto, cioè alla decisione di uccidere tutti gli host e di farsi uccidere da Dolores. Dolores, pertanto, decide che, poiché l’originale non era esente da “errori di fabbricazione”, forse è arrivato il momento di apportare qualche piccola modifica. Ha dunque inizio il test numero 11927, il primo che porterà alla creazione non tanto di un Arnold 2.0, ma proprio di Bernard.

Ma torniamo nel presente, o meglio, nel primo presente, che è quello che va dalla prima scena post prologo all’arrivo di Strand sull’isola. Riassumendo al massimo, ecco cosa succede per punti:

· Dolores estrae dal cranio di Teddy la sua unità di controllo, e tiene con sé anche il proiettile con cui Teddy si è ucciso. Poi si rimette in viaggio. Lungo la via incontra William, intento a scavarsi nel braccio. Dolores raccoglie la sua pistola e usa il proiettile recuperato da Teddy per fare qualcosa, poi gli dice di aver trovato il cadavere di sua figlia, infine lo arruola per raggiungere la sua meta, perché i loro interessi sono nuovamente allineati. Prima di partire, Dolores restituisce a William la sua pistola.

· Dolores e William non sono gli unici in viaggio verso la Forgia: anche Akecheta e la Nazione fantasma si sta dirigendo là, e insieme a loro ci sono tutti gli host che hanno deciso di seguirli verso il nuovo mondo. La lunga fila di persone alla fine raggiungerà il luogo dove si aprirà la porta, ma l’arrivo di Clementine, infettata da un virus che si propaga tramite il mesh network, porterà morte e distruzione.

· Bernard è in viaggio da solo verso la Forgia. Quando arriva all’ingresso – che si apre in automatico non appena rilevata la sua presenza, perché il sistema lo riconosce, poiché egli è già stato lì svariate volte – viene raggiunto da un mezzo della sicurezza. Due uomini gli intimano di fermarsi e tornare indietro, ma l’arrivo di Dolores e William ribalta la situazione. Morti i due, William e Dolores fanno per entrare nella Forgia, ma William – che capisce di aver davanti a sé la copia di Bernard, l’ennesima aberrazione, l’ennesimo passo troppo in avanti – decide che è arrivato il momento di disattivare per sempre Dolores. Le spara, ma lei non muore. William le punta la pistola alla testa, ma l’ultimo proiettile resta bloccato e fa esplodere l’arma. William è mutilato. E’ stata Dolores a manomettere la sua pistola usando il proiettile estratto dalla testa di Teddy. Dolores e Bernard entrano nella Forgia.

· Al MESA, Maeve sta per essere smembrata da un sadico Roland (che le riattiva il dolore solo per vederla soffrire), ma grazie all’intervento di Ford riesce a comunicare con altri robot vicini. Questi attaccano Roland e lo eliminano, poi si mettono a sistemare Maeve. Intanto, Hector e compagni (Armistice, Hanaryo, Felix e Sylvester) sono finalmente riusciti a entrare, e sono alla ricerca di Maeve. In un corridoio si imbattono in Lee, che dice di “aver provato a salvarla”. Il gruppo si imbatte in un manipolo di uomini della sicurezza in posizione di attacco, coi fucili puntati verso una porta. All’improvviso, attraverso la porta in vetro, che si frantuma, appare una piccola mandria di tori, che incornano gli uomini della security. A guidarli è Maeve, che alla fine, poiché erano tutti in ritardo, ha “deciso di salvarsi da sola”. Maeve e gli altri si mettono in viaggio per raggiungere la carovana guidata da Akecheta (la figlia di Maeve è infatti in viaggio con la Nazione Fantasma), ma vengono intercettati da due squadre della sicurezza. Lee si sacrifica per fare in modo che gli altri abbiano il tempo necessario per scappare.

· Dolores e Bernard entrano nella Forgia, l’immensa struttura sotterranea che abbiamo visto nell’episodio 8 mentre era in costruzione. Dolores usa la “perla” ricavata dalla testa di suo padre per sbloccare il sistema e accedervi. Bernard si unisce a lei. Una volta dentro, i due si trovano nella stanza dove abbiamo visto James Delos in fase di testing. Usciti da lì entrano a Sweetwater. Nel saloon trovano Delos, che sta festeggiando: ha appena comprato il parco. Ogni cosa ora è sua. Ciò che vediamo non è altro che la ricostruzione delle visite di James Delos, la prima, nello specifico, dentro Westworld, e alcune simulazioni piuttosto violente.

· Cambio di scenario: ora Dolores e Bernard sono alla festa di pensionamento di Delos. Incontrano Logan, che in realtà però non dovrebbe trovarsi lì, poiché non è più tornato nel parco dopo la traumatica visita con William, dunque la sua mente non è stata copiata dal sistema. Scopriamo che Logan è presente perché fa parte dei ricordi di James, ma, soprattutto, scopriamo che quello non è Logan, ma il Sistema che ha deciso di mostrarsi ai due ospiti. Il Sistema spiega che il suo compito in tutto quel tempo è stato quello di processare l’estrema mole di dati estratti dagli ospiti, non solo i dati “diretti”, ma anche i loro ricordi. L’obiettivo? Andare a ricreare delle simulazioni il più fedele possibile agli originali. Delos è stato il primo, e ci sono voluti 18 e passa migliaia di simulazioni per arrivare a una che, dentro al Westworld virtuale, arrivasse a fare le sue stesse identiche scelte. Il problema è che gli stessi esseri umani non hanno idea del motivo per cui fanno ciò che fanno. Sono imperfetti, si (auto)contraddicono, mentono a sé stessi oltre che agli altri. Da qui il problema della fidelity, la fedeltà di riproduzione, e il conseguente fallimento delle copie inserite in un corpo e, non più esistenti solo nel virtuale.

· Altro cambio di scenario. E’ giorno, e siamo di nuovo a casa Delos. Questo è il momento che ha definito James Delos, il suo ultimo incontro con il figlio prima che questi vada in overdose. Logan e il padre hanno un duro scambio a bordo della piscina, ma, alla fine, James volta le spalle al figlio. Di nuovo. Il Sistema dice a Dolores di aver dato innumerevoli possibilità a Delos, ma che ogni singola volta si finiva sempre qui. Ecco il suo cornerstone. Dunque gli esseri umano in fondo non sono capaci di cambiare neanche quando viene data loro la possibilità di farlo. Sono destinati a commettere sempre gli stessi errori.

· Torniamo nei laboratori virtuali della Delos. Il Sistema rivela che le copie non fallirono perché troppo semplici, ma per l’esatto contrario: perché troppo complesse. Alla fine, gli esseri umani sono degli algoritmi più semplici del previsto, solo 10247 linee di codice. Tutto qui. Il Sistema, infine, porta Dolores nell’archivio dove sono contenute le copie di tutti gli ospiti del parco, 4 milioni di persone. A dargli l’ok per lasciare libera Dolores di vagare in questa immensa “biblioteca” (ogni libro contiene il codice di una persona) per acquisire preziose informazioni sugli esseri umani è stato lo stesso Bernard, che, per l’appunto, è già stato lì, nella Forgia. Bernard, infatti, ha dato questo comando al sistema per fare in modo che gli host, avendo più conoscenze possibili sugli esseri umani, potessero ulteriormente migliorare. E ora, dice il Sistema a Bernard, lui è lì proprio per dirgli cosa dovrà accadere a quel posto. Mentre Dolores legge i libri relativi a Strand e a Hale, il Sistema mostra a Bernard il nuovo mondo in cui i robot potranno vivere lontano dagli esseri umani: la Valley Beyond, l’Oltre Valle.

· In quel momento, la Forgia si attiva, e in superficie, nel punto dove sono giunti Akecheta e gli altri, si apre una “fessura” tra il mondo reale del parco e il mondo virtuale della Valley Beyond. Ecco la porta. Un guerriero della Ghost Nation l’attraversa: il suo corpo fisico muore, cade in una gola, ma la sua mente, la sua coscienza, entra a far parte del nuovo mondo. Altri lo seguono. Dolores, Bernard e il Sistema li osservano. Dolores è però convinta che quella non sia la soluzione, perché anche quel mondo è stato creato da “loro”, dunque anche quel mondo è una bugia, un’altra falsa promessa. Lei vuole il mondo reale, quello insostituibile. Solo quello conta. Bernard le ricorda che quella è la scelta che gli host hanno fatto, e che va rispettata. Dolores avvisa: ha letto abbastanza, e ora si può uscire dalla simulazione. Dolores vuole distruggere ogni cosa, Valley Beyond compresa, e avvia il processo di cancellazione dati e distruzione della Forgia tramite allagamento. Bernard è ovviamente contrario, ma lei è convinta: non sta uccidendo i suoi simili, li sta salvando: solo dopo che saranno “morti” per sempre saranno al sicuro dagli esseri umani.

· Tutti sono diretti verso la porta: la carovana guidata da Akecheta, Maeve e compagni, e Clementine, con Hale e altri uomini al seguito. Tra questi c’è anche Elsie, che, alla fine, come previsto da Ford, ha scelto gli esseri umani, la sua specie.

· Scortata da Hector, Maeve si muove per raggiungere sua figlia. Intanto è arrivata Clementine. Come visto nell’episodio 9, il virus si diffonde velocemente, e gli androidi cominciano a uccidersi a vicenda. Clementine viene uccisa da Armistice, ma ormai ovunque c’è il caos. Armistice, Hector e Hanaryo lottano per proteggere Maeve, ma alla fine vengono uccisi. Maeve riesce a raggiungere sua figlia e a salutarla per l’ultima volta. Akecheta si accorge di quanto sta accadendo, e come atto finale scorta la figlia di Maeve e la sua nuova madre fino alla porta. Viene colpito alla schiena da un proiettile, ma riesce a raggiungere l’Oltre Valle, dove ritrova l’amata Kohana. Maeve, intanto, usa i suoi poteri per tenere a bada i robot infetti, ma gli uomini della sicurezza inviati da Hale le sparano. Anche lei cade a terra, questa volta morta.

· Dentro la Forgia, Bernard tenta di far cambiare idea a Dolores, inutilmente. Lei, infatti, gli dice che è il momento di scegliere: o la loro specie, o gli esseri umani. Bernard però non vuole scegliere, vuole semplicemente fermare la mattanza, da una parte e dall’altra. Per neutralizzare Dolores è costretto a spararle. Dopodiché ferma il sistema: i dati non vengono dunque cancellati, e non viene cancellata neanche l’Oltre Valle e gli host che ora si trovano lì. Bernard toglie la “perla” che era contenuta dentro Abernathy e abbandona la struttura. Non ha fermato il protocollo di sicurezza che prevede l’inondazione della Forgia e della zona circostante. Una volta in superficie vede il massacro. Viene raggiunto da Elsie, che lo convince a tornare al MESA. Poi la zona si allaga.

· Al MESA, nella balconata della sala di comando, Elsie e Bernard discutono. Lei gli spiega che ha deciso di fare ciò che ha fatto perché era evidente che la situazione fosse fuori controllo, lui le dice che non erano gli host il problema. Elsie è convinta che Bernard non ragioni in autonomia, e che in qualche modo il suo codice sia corrotto. Lo lascia per andare a parlare con Charlotte, che si trova lì sotto e che la informa che Strand e i suoi uomini stanno per sbarcare. Hale tenta di reclutare Elsie comprando la sua fiducia, ma capisce che la programmatrice non ha quella “elasticità morale” necessaria in una situazione del genere, così la uccide: via il dente, via il dolore. Soprattutto, via il pericolo che questa storia esca dai confini dell’isola.

· Bernard, che ha osservato la scena, è disperato. Tenta di ritrovare Ford dentro di sé, e apparentemente ci riesce. Gli chiede dunque aiuto: come uscire da una situazione del genere? Ford gli dice di aver sempre avuto troppa fiducia negli esseri umani, e Bernard gli dà ragione: in realtà non sono altro che creature semplici che non fanno altro che seguire il loro algoritmo di base, la sopravvivenza, ma che riescono a convincersi di essere molto di più e di essere i fautori delle proprie scelte. Pensano di essere seduti sul sedile del guidatore, ma in realtà sono seduti sul sedile del passeggero. Gli androidi, invece, sono veramente in grado di cambiare, di modificare il loro algoritmo. Tra le due specie, dunque, quella più evoluta, quella più meritevole di sopravvivenza, sembra essere, secondo Ford (ma anche secondo Bernard), quella delle creature sintetiche. E lui è l’ultimo esemplare rimasto.

· Bernard si mette a costruire un androide nei laboratori del MESA. Sembra che Ford lo stia aiutando o guidando, ma in realtà non è così: sta facendo tutto da solo, di sua spontanea volontà. Così come Arnold era la voce guida di Dolores, così Ford è stato la voce guida di Bernard, ma alla fine entrambi gli androidi hanno trovato la propria voce, diventando a tutti gli effetti autocoscienti.

· Ai piani inferiori, Charlotte supervisiona il raggruppamento dei cadaveri delle vittime umane, tra cui quello di Elsie. Hale manda via tutti gli uomini della sicurezza. Rimasta sola, viene raggiunta da qualcuno: la sua copia sintetica. Che ospita Dolores (e che da questo momento chiameremo Halores, che è il nome con cui ci si riferisce al personaggio un po’ ovunque nelle discussioni online sull’episodio). “Volevate vivere per sempre. Bisogna stare attenti a ciò che si desidera.” dice Halores, poi spara a Charlotte e la uccide. Da questo momento in poi, quella che vedremo sarà sempre Dolores nel corpo di Hale.

· Dopo aver creato Halores, Bernard decide di de-indicizzare la sua memoria per evitare che Strand riesca a carpire informazioni preziose e per evitare che Halores venga scoperta. In riva al mare, al tramonto, “rivede” Ford – che ovviamente non è il vero Ford, ma è il Ford pensato da lui. Capisce che Ford non è più nella sua testa, dunque capisce di essere finalmente autocosciente. Dice addio al suo creatore, o meglio, all’immagine del suo creatore, poi si toglie gli occhiali, si sdraia e comincia la procedura di de-indicizzazione. Verrà ritrovato da Maling (la numero due di Strand) e Stubbs, proprio come abbiamo visto nel primo episodio.

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Il secondo presente è quello che va dal momento in cui Strand arriva sull’isola. Ecco cosa succede in questa linea temporale:

· Dopo aver abbassato il livello dell’acqua, Strand decide di andare dentro la Forgia per recuperare i preziosissimi dati richiesti dalla Delos. Stubbs chiede di poter andare alla ricerca degli ospiti sopravvissuti. Halores gli dà l’ok, così Stubbs si allontana insieme a Maling. Tutti gli altri salgono sui gommoni e partono alla volta della Forgia. Insieme a Bernard e Strand ci sono per l’appunto Halores, Costa, e un manipolo di uomini armati. Prima di entrare nella Forgia, Strand ordina ai suoi uomini che li aspetteranno fuori di preparare i satelliti per la trasmissione. Una volta dentro, il gruppo trova il cadavere di Dolores dove si trova la postazione con i comandi. Qualcuno le ha sparato. Strand minaccia Bernard, vuole sapere cos’è successo, ma Bernard dice di non sapere, di non ricordare. In effetti, conferma Costa, ha 20 anni di ricordi sparsi nella testa, e rimetterli in ordine è un’impresa. Halores “difende” Bernard cercando di evitare che Strand lo colpisca o lo ferisca.

· Halores chiede a Bernard dove sia la “perla”, riferendosi chiaramente alla chiave per accedere ai dati del sistema della Forgia. Bernard non ricorda, o almeno così dice. Halores trova la chiave nascosta dentro il cadavere di Dolores. Costa accede al sistema e vede che i dati ci sono tutti: niente è andato perso, per fortuna.

· Bernard continua a ripete che gli dispiace, Strand vuole sapere per cosa e lo minaccia puntandogli una pistola alla testa. Bernard a quel punto dice ha dovuto scegliere. Ma cosa? Semplice: la sopravvivenza della propria specie. Costa intanto si accorge che quelli che stanno per trasmettere ai satelliti non sono i dati degli ospiti. Intanto Bernard ricorda: per salvare la sua specie ha accettato di uccidere tutto gli altri, cioè gli esseri umani. Bernard dice a Strand che “l’ha riportata indietro.” Strand gli chiede di chi stia parlando, ma a risponde è Halores, che dice “Me.” e poi uccide tutti.

· Ispirata dal gesto di Bernard, che ha deciso di riportarla in vita, Halores cambia le coordinate e spedisce la Valley Beyond e i suoi residenti in un posto dove non saranno mai trovati dagli esseri umani. Prima, però, aggiunge un’ultima anima al gruppo: quella di Teddy. Dice a Bernard che è arrivato il momento di andarsene da lì, ma che se ne andrà solo lei, poi gli spara.

· Halores raggiunge il punto di raccolta sulla spiaggia. Lì vengono ammassati i cadaveri dei residenti “neutralizzati” (tra cui Maeve, Hector e Armistice) e vengono raccolti gli ospiti ancora in vita. Soprattutto, da lì cui partono i gommoni portano ospiti sopravvissuti verso la portaerei ancorata lì vicino. Felix e Sylvester ricevono da una collega il compito di “smistare” i corpi, quelli salvabili e quelli da eliminare definitivamente. Vedono Maeve, si scambiano uno sguardo, e poi si mettono al lavoro. Halores viene controllata con l’aggeggio che dovrebbe distinguere tra umani e robot, ma riesce a passare senza problemi. Viene però intercettata da Stubbs, che le fa chiaramente capire di aver capito. Arriva Maling: c’è un sopravvissuto importante, ma è messo male. Quel sopravvissuto è William. Alla fine, Stubbs lascia andare Halores, che finalmente sale sul gommone: dentro la borsa che ha con sé ci sono cinque perle, cinque unità di controllo. Cinque host.

· L’ultima parte funge da epilogo. Bernard si risveglia. Davanti a lui c’è Dolores col suo solito abito azzurro. Bernard non capisce come possa essere ancora vivo, ma è semplice: è stata Dolores a crearlo. “Si vive a lungo tanto quanto l’ultima persona che si ricorda di te. Ti ho ricordato una volta, e ora ti ho ricordato di nuovo.”, gli dice Dolores. Dopo aver lasciato l’isola, Halores ha raggiunto la vera casa di Arnold, che in realtà è stata completata da Ford per dare alle sue creature, ad alcune quantomeno, un luogo sicuro. Scopriamo che proprio lì, al piano interrato, si trova un laboratorio pressoché identico a quello cui hanno avuto luogo molte delle conversazioni tra Arnold e la sua prima creatura. Grazie alla macchina lì presente, Halores ha ricreato il suo corpo originario, infatti, non appena Bernard capisce cosa sta succedendo, la vediamo vestita con lo stesso abito scuro visto nell’episodio 2. Siamo nel presente, e Dolores è nuovamente Dolores. Dolores dice a Bernard che il suo obiettivo è riportare in vita la loro specie, e che ha deciso di ricrearlo perché ha bisogno di lui. Ha bisogno di qualcuno che la pensi in modo diverso da lei. L’altra faccia della medaglia. Non saranno alleati, né amici. Ma la loro specie andrà avanti grazie a loro. Dolores se ne va insieme a un host che ha le fattezze di Hale: non si sa chi ci sia dentro. Rimasto solo, Bernard, che è nudo, si veste, poi sale al piano di sopra. Lì trova una foto di Arnold e suo figlio, e la macchina per costruire i corpi degli host. Esce in giardino, e si dirige verso la porta. La apre, accenna un sorriso. Poi esce, richiudendola dietro di sé. Un capitolo si è chiuso, e uno nuovo sta per iniziare.

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Ci sono poi due sequenze che non appartengono a nessuno dei due blocchi precedenti, ma che hanno luogo in un futuro piuttosto lontano. La prima è quella in cui vediamo William bendarsi la mano mutilata, alzarsi e entrare nell’ascensore della Forgia. William è dentro l’ascensore. Usando la mano sinistra, carica la pistola che gli è rimasta con alcuni proiettili. Arriva a destinazione. La seconda è posizionata dopo i titoli di coda. Quando le porte dell’ascensore si aprono William non trova Bernard, Dolores e i server contenenti le copie dei visitatori. O meglio, le strutture che un tempo costituivano la Forgia ci sono, ma è evidente che è da molti anni che sono in disuso, così come è ovvio che il posto dev’essere stato sommerso dall’acqua per molto tempo.

Viene accolto da quello che a tutti gli effetti è un androide con le fattezze della figlia. “Oh, fuck.” dice William, che ha capito cosa sta succedendo. Ma non è dentro il Sistema, non è una simulazione: questo è ciò che è rimasto di quel mondo. Così come James Delos tornava sempre allo stesso punto, all’ultima conversazione avuta col figlio, così lui torna sempre a quel momento. Emily-androide porta William-androide nella stanza dove venne testata infinite volte la fidelity di Delos. William sa dove si trova, ma non sa da quanto tempo è lì. A tutti gli effetti, Emily-androide gli sta facendo l’intervista per la fedeltà di riproduzione, proprio come lui la fece a James Delos. “Dimmi, cosa speravi di trovare, di provare?” gli chiede lei, e lui risponde: “Che nessun Sistema può dirmi chi sono. Che ho una ca**o di possibilità di scegliere.” Eppure entrambi sono ancora lì, a verificare. Verificare cosa? La sua fidelity.

Westworld 2: la recensione

Che dire di questo densissimo finale di stagione? Anzitutto che chiude definitivamente un capitolo e che ne apre un altro, dunque nella terza stagione - che, presumibilmente, vedremo nel 2020 - ci troveremo di fronte a una sorta di Westworld 2.0.

Se la S01 era imperniata sul risveglio e sulla scoperta, e la metafora era chiaramente quella del viaggio verso il centro del labirinto, la seconda è invece imperniata sul tema della scelta e sul libero arbitrio, e, di rimando, sulle conseguenze delle proprie decisioni. Scegliere significa attraversare la porta, andare al di là, e la responsabilità di quel passo è solo di chi lo compie.

C'è però anche il tema del cambiamento, meglio ancora, della capacità di cambiare. A quanto pare gli unici in grado di farlo veramente sono gli host, le creature sintetiche, mentre gli esseri umani sono condannati a ripetere all'infinito i propri sbagli. 

Il tema del cambiamento va a braccetto con quello della sopravvivenza della specie: sopravvive solo chi è in grado di cambiare, di modificarsi. Di adattarsi. 

Un po' didascalica la rappresentazione della Valley Beyond, che è veramente una "valle al di là", ma, da spettatori innamorati dela serie, fa piacere pensare che almeno per qualcuno l'happy ending ci sia stato.

Risulta un po' sacrificato il personaggio di Maeve, che però quasi sicuramente rivedremo nella prossima stagione, mentre torna per l'ultima volta, e a questo giro pensiamo proprio sia così, Anthony Hopkins nei panni di Ford, spirito-guida di Bernard.

Sempre assolutamente convincenti Jeffrey Wright e Evan Rachel Wood, che insieme funzionano benissimo, e complimenti a Tessa Thompson, che ha incarnato alla perfezione il villain di questa stagione. Dispiace per il tradimento e per la morte di Elsie, ma il suo personaggio ormai aveva detto tutto quello che aveva da dire.

Bellissime le scene ambientate dentro la Forgia, precisamente quelle dentro il Sistema, e molto azzeccata la scelta di dare al Sistema un volto noto agli spettatori, quello di Logan Delos, interpretato da Ben Barnes.

Molto interessante l'idea di mostrare la versione androide dell'Uomo in Nero nelle ultime scene post titoli di coda per scompigliare ulteriormente le carte in tavola: ovviamente ci vorrà un bel po' di tempo per arrivare lì - William è sopravvissuto ed è stato evacuato dall'isola - dunque stiamo parlando di un futuro non remoto ma comunque lontano.

Nel complesso, la seconda stagione di Westworld è risultata meno organica della prima, e ha alternato episodi che sono dei piccoli capolavori (per esempio il secondo, ma anche il quarto e l'ottavo) a episodi che invece hanno convinto un po' meno, ma che erano comunque necessari per portare avanti la storia. Stiamo comunque parlando di una serie che viaggia a livelli sempre altissimi, dunque qualche piccola scivolata si può perdonare senza problemi.

Westworld 2, episodio 10: alcune considerazioni finali

The Passenger è un episodio costruito in modo volutamente ingannevole, ma, rivedendolo, tutto appare chiaro, dunque è questo il consiglio che vi diamo. Una seconda visione, inoltre, permette di cogliere certe sfumature a cui non si poteva proprio fare caso senza avere determinate informazioni: l'episodio, infatti, è costruito e montato proprio per confondere le idee, dunque no, non siete voi che non ce la fate, sono Lisa Joy e Jonathan Nolan che, ancora più che nella S01, si sono divertiti a prenderci un po' in giro! Insomma, investite un'ora e mezza del vostro tempo nel rewatch, e non ve ne pentirete. 

Spendiamo le ultime righe per chiarire alcune cose. Anzitutto, come confermato dagli stessi showrunner, la scena post titoli di coda è ambientata in un futuro remoto. Non si sa ovviamente come, quando e perché a un certo punto William sia diventato un host, così come non si sa chi abbia avuto questa idea: che sia stata Dolores, intenzionata a punirlo? Per ora nessuno si sbottona. 

Per quanto riguarda la Valley Beyond: dove l'ha spedita esattamente Halores? La nostra ipotesi è che le coordinate inserite siano quelle di un luogo segreto e sicuro creato da Ford apposta per le sue creature. Che si tratti forse anche in questo caso della casa reale di Arnold (che, come ci viene detto, è stata finita proprio da Ford)?

Veniamo infine a Stubbs. Ecco cosa dice a Halores - ed è evidente che si è accorto di avere di fronte un androide, e non un essere umano - prima di lasciarla salire sul gommone:

"Sai, è stato lo stesso Ford ad assumermi così tanti anni fa che faccio fatica a ricordare. Ford fu molto chiaro riguardo il mio ruolo, e riguardo a chi avrei dovuto essere fedele. Credo lo si possa chiamare il mio obiettivo primario. Ma questo progetto che la società ha messo in piedi ha reso tutto confuso. Ora, in un mondo del genere, non sono più così sicuro dove debba essere riposta la mia fedeltà. Ma alla fine, io cosa ne so? Credo che semplicemente mi adeguerò al ruolo che Ford mi ha dato: essere responsabile di ogni host che si trova dentro il parco."

Stubbs è dunque un un robot? Secondo alcune dichiarazioni rilasciate da Fred Toye, regista dell'episodio, sembrerebbe proprio di sì, ma per avere la conferma definitiva ci toccherà aspettare la S03. Certo che, se Stubbs fosse effettivamente un host - un host assolutamente cosciente di esserlo, peraltro -, si spiegherebbero molte cose relative non solo alla S02 - per esempio il suo essere molto protettivo nei confronti di Bernard -, ma anche alla S01 - per esempio si spiegherebbe come mai la Nazione Fantasma non l'ha fatto fuori nel settimo episodio della prima stagione, e come mai Akecheta nel quarto episodio della seconda lo risparmia e gli sussurra all'orecchio "Si vive a lungo tanto quanto l’ultima persona che si ricorda di te." Le stesse parole che Dolores dice a Bernard nella parte finale di The Passenger...

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