Nell’undicesimo episodio di Gomorra – La serie siamo finalmente giunti alla resa dei conti tra Genny Savastano e Don Giuseppe Avitabile. In mezzo ai due titani, Azzurra e il piccolo Pietro, merce di scambio per la quale abbiamo tenuto il fiato sospeso. Il giovane Savastano, però, ha qualcosa che manca al suocero: una squadra fedele e pronta a tutto. Grazie a un piano studiato nei minimi dettagli, Avitabile cade vittima di un agguato, una grande prova di abilità per regia, stuntman ed effetti speciali. Continua a leggere per scoprire il making of della scena
Nell’undicesimo episodio di Gomorra – La serie siamo finalmente giunti alla resa de conti tra Genny Savastano e Don Giuseppe Avitabile.
I Confederati hanno il coltello dalla parte del manico, tenendo in ostaggio Azzurra e il piccolo Pietro. Genny non può far altro che accontentali in tutto e per tutto e accettare di consegnare loro Enzo Sangue Blu e Ciro Di Marzio, l’amico-nemico di una vita.
Tuttavia, questa volta sembra avere il sopravvento lo spirito di squadra e il neonato clan mette in atto un piano intricato e dalle variabili infinite, ma che di base si fonda sulla reciproca fiducia.
Genny finge di accettare le richieste, incontra i propri nemici in spiaggia, con l’immancabile Patrizia a far da tramite. I patti sono chiari, la sua famiglia in cambio dei compagni, e non appena posa lo sguardo su Azzurra e Patrizia, che gli assicura la sicurezza dello scambio, informa Don Eduardo Arenella riguardo il luogo in cui trovare i nemici. Si tratta, però, di una trappola, e gli uomini de O’Sciarmante finiscono preda di un agguato che presto coinvolgerà lo stesso Arenella.
Nel frattempo, su quella spiaggia isolata e inondata dal sole, Genny e Avitabile si guardano intensamente, si trasmettono odio e disprezzo, aspettano di farla finita. Il piano di Savastano sembra andare a gonfie vele, se non fosse che Patrizia lascia ancora dei dubbi circa la sua fedeltà al figlio di Don Pietro. Quanti di voi hanno creduto che la reunion familiare si sarebbe conclusa con una strage? E invece Patrizia non si è “vutat’”, non ha cambiato bandiera, è stata solo molto brava a fingere. Genny riabbraccia moglie e figlio e presenta loro il compagno di sempre “Chill è Ciro”.
Prima di raggiungere l'amico, però, Ciro si è occupato di Don Giuseppe, innescando quella scena che ci ha fatto sobbalzare e sorridere di amara soddisfazione: l’attentato ad Avitabile. L’uomo che più abbiamo odiato nel corso della stagione da carnefice è divenuto vittima, in un’esplosione creata ad hoc con tanto lavoro da parte di stuntman, regia, effetti speciali.
L'ATTENTATO A DON AVITABILE: IL MAKING OF
Don Avitabile va via non propriamente soddisfatto dal luogo dello scambio, ma è comunque convinto di aver vinto, di aver fatto pagare a Genny la sua indisponenza, il suo tradimento, e di aver punito sua figlia per essersi schierata apertamente dalla parte del marito. Ma Savastano non lo lascia andare impunito, e ad attenderlo, sulla via del ritorno, trova una carica esplosiva.
“Doveva essere una scena molto forte, che raccontasse da un punto di vista action la potenza del conflitto e della posta in gioco” spiega la regista Francesca Comencini. “Un’altra morte eccellente-aggiunge Marco D’Amore-che però doveva avere il sapore di una vendetta crudissima” ed è sempre lui a descrivere la scena: due grandi auto che corrono lungo la strada quando ad un certo punto i bidoni della spazzatura esplodono. “E sono esplosi veramente” specifica l’Immortale.
LA PAROLA AI PROTAGONISTI
"La genesi di questa scena va riconosciuta ad Alessandro Borgese” esordisce la regista. È lui, lo stunt coordinator, che “con grande coraggio e sprezzo del pericolo si è fatto esplodere” come racconta D’Amore.
La stessa scena è un’idea di Alessandro Borgese, che precisa “Mi sono permesso la velleità di creare un attentato bomba, l’ho proposto io e lo faccio io”, lui è fatto così.
Ovviamente, una scena così grandiosa e pericolosa è stata studiata alla perfezione, parola di Luca Ricci, coordinatore effetti speciali. “Facciamo di tutto per essere scientifici-aggiunge Borgese- poi una variabile c’è sempre nella vita”.
Una scena, insomma, per nulla semplice, ma anche entusiasmante, come si avverte dalle parole di Ivan Casalgrandi che si occupa della Supervisione Fotografica della Serie, “Per noi è stato molto emozionante farlo in diretta, avevamo una chance sola. È stata ripresa con sette camere, io avevo la macchina a mano molto vicina all’esplosione...ovviamente bisogna avere i nervi saldi.”