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Gomorra 3, episodio 6: Scianel, chiave di volta della nuova alleanza

Serie TV

La sesta puntata della terza stagione di Gomorra - La Serie apre nuovi scenari: sul finale diventa protagonista indiscussa Scianel, che, accettando la proposta di Genny, mostra ancora di più la sua sete di potere. Aspettando i prossimi appuntamenti con Gomorra 3, ogni venerdì alle ore 21.15 su Sky Atlantic, abbiamo intervistato Cristina Donadio per approfondire il suo personaggio: continua a leggere e scopri di più

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di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)


Il morso del rettile è giunto, preciso e fulmineo, sul finire della sesta puntata di Gomorra - La Serie. Lì Scianel ha fatto capire, qualora ce ne fosse bisogno, che il potere è in cima alla lista dei suoi desideri. Mentre Genny Savastano sta cercando una nuova dimensione e il momento giusto per prendersi la sua vendetta, mentre Ciro tira le fila tra la vecchia e nuova camorra, mentreGiuseppe Avitabile si gusta la sua posizione di forza a Roma, mentre Patrizia è sempre più ambigua e in bilico tra un male e l'altro, Scianel gioca a carte con le sue amiche e fatica ad accettare l'incontro con Genny. Lei sostiene che lui non conti più nulla, che sia tempo perso, ma Patrizia, che usa la diplomazia come gli altri le pistole, la fa ragionare, e l'incontro c'è. Prima freddo, poi quando Genny le fa capire che c'è il cuore di Napoli da conquistare...il sorriso si allarga. Il cobra è pronto a mordere un'altra parte di potere. C'è solo un attimo di apprensione, crede di essere caduta in una trappola quando compaiono i nuovi ragazzi del male, quelli di Enzo. Ma è solo una presentazione informale. O almeno così pare.

 

Il sesto episodio di Gomorra La Serie ci conferma che Scianel è profondamente cambiata, il suo sorriso, che spesso sconfina nel ghigno, non è più quello tracotante del passato ma è l'unico elemento che mostra un barlume di debolezza. Nel sorriso stirato si capisce che Scianel è cambiata dentro. Fuori resta l'arrogante arrivista di sempre, ma nell'anima ci sono delle cicatrici che non si vedono ma che neanche si cancellano. Fosse la Scianel delle origini non avrebbe mai accettato di incontrare un Genny in disgrazia, non sarebbe mai scesa a colloquio con un inferiore, avrebbe mandato uno dei suoi sgherri. E invece è bastata una suadente Patrizia per farle cambiare idea dopo una prima rigida presa di posizione. Anche come ha allontanato le sue amiche dal tavolo delle carte è stato (sottilmente) anomalo: alla vera Scianel sarebbe bastato un gesto, ora ci sono volute anche le parole. Poche, ma le sono scivolate fuori dalle labbra. Tutte queste situazioni creano una instabilità reale e mentale. Perché una donna innamorata del potere, che lo pone davanti alla vendetta, non può permettersi errori. Errori? Neanche un mezzo passo falso. Nel tempo che è stata in galera la geografia di Gomorra è cambiata e lei non ne è stata protagonista. E' uscita di prigione e ha preso atto di una rivoluzione. E dunque vuole dire la sua. Non teme la violenza ma da donna intelligente quale è sa che dove c'è una palude le sabbie mobili possono essere ovunque. E, contrariamente alla palude, dove una liana o una mano amico può significare la salvezza, qui nessuno la aiuterà. Anzi, sarà più facile che qualche mano la spinga più rapidamente con la testa sotto, dove il respiro diventa rantolo e poi nulla. Che accadrà nei prossimi episodi? Il serpente Scianel morderà o sarà schiacciato come in una scena biblica? E nel caso da chi? Oppure chi avvelenerà?

 

 


Scianel con Genny e Patrizia

 

Aspettando Scianel, o forse sperando di non incrociare la sua strada, ci fermiamo a parlare con Cristina Donadio, persona splendida, umanamente e professionalmente. Impegnata, tra un morso e l'altro, in una rappresentazione teatrale che va al di là della dimensione spazio temporale: il testo è quello delle Baccanti di Euripide, ma la scelta registica ha spostato l'ambientazione in un rave party.

Cristina, ci parli delle sue Baccanti.
Il testo non è stato toccato, è talmente moderno Euripide che non necessita di alcun aggiustamento.
Cambia l'epoca. Cambiano i personaggi.
Dioniso è un po' Janis Joplin e un po' Jim Morrison, sempre in giro per locali, tra musica e alcol.
Lei chi è?
La regina Agave, persa tra sesso, droga e rock'n'roll. Al culmine di questo suo perdersi non capisce che nella dark room entra suo figlio e muore...un ruolo bellissimo, che richiede tanta energia.
E lei ne ha bisogno visto che è impegnatissima.
Ci sono parecchie cose in discussione, una è una commedia per il cinema: ci tengo molto, ho voglia di giocare un po' con la leggerezza. Ho appena terminato L'Eroe, un film con Salvatore Esposito, una storia di provincia.
Quando si sveglia sa chi è, visti i tanti ruoli che crea?
La testa degli attori è un guardaroba. Ci sono abiti pesanti e cassetti pieni di parole. Ogni personaggio interpretato viene messo lì, è un accumulo che può sempre servire.
Di cosa ha voglia oltre che di leggerezza attoriale?
Di una canoa. E andare.
Finestra sul mare?
Sono tornata a vivere a Napoli. Sono nata e cresciuta a Posillipo. Mi mancava la sua luce. E da casa vedo le canoe che vanno.
Anche Scianel va.
Ha avuto un cambio psicologico forte. Parte sconfitta, ha perso il figlio e il regno, non ha terra sotto i piedi. E' in una condizione di reclusione.
E cosa vuole?
Il potere. La vendetta viene un po' dopo. Ma accecata dal potere può commettere sbagli. La sua anima è mutata: ha un danno visibile nella sua espressione quando esce di galera. Il ghigno è quello della iena. E' passata dal ghigno smargiasso a quello sbilenco.
Resta una donna molto seducente, nonostante il vuoto che la circonda.
Il potere passa attraverso la seduzione. Nella creazione di un personaggio il grosso del lavoro è a monte: come cammina, come si muove, come gesticola, Scianel è fatta di piccole cose. Poi ci soffi la vita e si anima. E quando le dai vita inizia a vivere con te.
Voi convivete?
Posso dirle che nella mia vita non è entrata a gamba tesa, Scianel per me è un regalo. E' costruita così bene che non mi fa paura. Forse per il mio carattere accompagnato da una onesta ritualità.
Ha dei riti?
Io la chiamo distanza di sicurezza, aiuta a prendere il meglio. Ad esempio: fumo solo la sera e sempre e solo della stessa marca. Tengo i vizi sotto controllo.
Il controllo manca invece a Scianel.
Lei rischia sulla sua pelle. Quando ha un obiettivo lo punta e ci va diritto. Vorrei avere una sorella o una migliore amica come lei, al netto dell'orrore. La amano anche i bambini. E' una donna libera, è affascinante. Lei può permettersi di non avere un marito. O, come si dice da queste parti: non lo deve tenere più. Sa cosa le dico?
Dica.
Scianel poteva stare in una serie americana.
Invece va alla conquista del centro di Napoli.
Il cuore della mia città è un dark side, è orrido e magnifico. I turisti lo adorano. Per noi è un responsabilità andare in quei quartieri.
E per lei?
La gioia di guardare il mare dalla finestra di casa.