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Gomorra 3, trama e recensione dell’episodio 4

Serie TV

Dopo la parentesi in Bulgaria si torna a Napoli e ditorni. Genny scopre il tradimento di Gegé, e dopo averlo punito pensa di essere riuscito a raggirare Avitabile accordandosi con un compare calabrese, ma alla fine è Don Giuseppe ad avere l'ultima parola...per ora. Scianel è finalmente libera, e vuole vendetta per Lelluccio. Patrizia, però, riesce a farla ragionare. Straniero a casa sua, Ciro è di nuovo a Napoli, ma niente è com'era, ed è giusto così, perché per lui non dovrà mai esserci perdono per ciò che ha fatto. L'Immortale avvicina Enzo e i suoi solamente per cercare di piazzare della roba e tirare su qualche soldo, ma c'è qualcosa in questo ragazzo, nipote del Santo, un pilastro della criminalità organizzata della zona, che lo incuriosisce: leggi la recensione del quarto episodio di Gomorra 3

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di Linda Avolio

 

 

Gomorra 3, episodio 4: la trama

 

Il quarto episodio si apre con l’udienza che porterà all’assoluzione di Scianel. La “iena” di Secondigliano, sobriamente vestita, raggiunge con molta calma l’aula, si fa togliere le manette, e poi si avvicina alle sbarre. Il suo sguardo è fisso sulla persona che sta occupando il banco dei testimoni: Marinella. Annalisa Magliocca ascolta la ragazza ritrattare tutto, come da accordi, e sorride beffarda: è proprio vero che i soldi possono comprare (quasi) ogni cosa! Rivediamo il personaggio di Denise Capezza nella scena successiva. E’ al bar insieme al suo avvocato. Sta bevendo un caffè, ma a un certo punto, con la coda dell’occhio intravede qualcuno. In bagno si incontra con Patrizia, che è venuta a portarle la seconda tranche della cifra pattuita per il “servizio” reso a Donna Annalisa. Marinella mette via i soldi, ma è preoccupata: siamo sicuri che questa storia è veramente chiusa per sempre? “Hai la mia parola. Ma adesso vai”, risponde il personaggio di Cristiana dell’Anna, sempre più a suo agio nel suo ruolo di portavoce. “Ricordati la promessa”, sono le ultime parole di Marinella all’amica.

 

A Roma, Gennaro e Gegé si vedono per un caffè, e per discutere sulle prossime mosse. Quando Genny però vede l’orologio dell’amico, non può fare a meno di fermarsi un attimo a ricordare. Quell’orologio, infatti, è il regalo di laurea di Don Pietro, un vero e proprio onore per il personaggio di Edoardo Sorgenti, perché “tutti i Savastano ne avevano uno.” Per Gegé quello è un simbolo di appartenenza, è il simbolo della famiglia unita che a lui è venuta a mancare. “Solo un orfano come te può pensare che la famiglia è una cosa buona”, ribatte Genny. Ad ogni modo, il carico è arrivato, e spetta a Gegé organizzare le cose, nello specifico prenotare un posto in marina a Cala Galera per la Esperanza, una barca che batte bandiera panamense.

 

Torniamo a Napoli. Per Scianel è finalmente arrivato il momento della scarcerazione. Ad attenderla fuori c’è Patrizia. “E’ tuo questo cesso di macchina?” chiede Donna Annalisa, ma dopo un piccolo scambio di opinioni sulla vettura la iena va dritta al dunque: vuole parlare con Gennarino.

 

Pranzo di famiglia a casa Avitabile. Don Giuseppe stravede per il nipotino, ma quando Genny riceve una telefonata (è Patrizia che lo avvisa dell’uscita di prigione di una furiosa e agguerrita Scianel), si fa guardingo. E’ chiaro che il personaggio di Gianfranco Gallo ha tutte le intenzioni di farla pagare cara a quello di Salvatore Esposito, e che la sua vendetta non tarderà ad arrivare.

 

Ciro è tornato a Napoli. Cappuccio in testa, borsone in spalla, è come un reduce tornato da una guerra lontana, estraneo a casa sua. Nel frattempo, Genny sta per partire per andare a incontrare Scianel a Casavatore, in territorio neutro. Azzurra preferirebbe che lui restasse lì con lei, ma si rende conto della situazione: sa benissimo chi è suo marito. Avitabile, intanto, è in compagnia di Gegé, che sta organizzando l’attracco della barca. Ci sono 100 chili di cocaina in arrivo. Don Giuseppe si arrabbia perché le società create per ripulire i soldi sporchi sono inattaccabili: ma come diavolo è possibile?! “Le ho create io. Per questo sono intoccabili” gli risponde il giovane contabile, che si trova tra l’incudine e il martello. Avitabile ovviamente non ci pensa due volte e lo minaccia: se non trova il modo di rendere tutto più facile da gestire, e soprattutto se l’inganno ai danni di Genny non andrà a buon fine, qualcuno a cui lui tiene potrebbe farsi male, molto male.

 

A Napoli, Genny si incontra con O’ Cardillo e Capaebomba. I due ovviamente ce l’hanno a morte con Scianel, che ha fatto uccidere O’ Trak, ma allo stesso tempo sanno benissimo che la iena, intenzionata a vendicare Lelluccio, è pronta per la guerra. Gennaro parla chiaro: un’altra guerra significherà morte sicura, dunque bisognerà fare qualsiasi cosa per evitare che ciò accada. Che, tradotto in “gennarese”, significa: vedete di non fare ca**ate. Donna Annalisa, sempre con Patrizia al fianco, non è contenta di vedere Genny in compagnia di O’ Cardillo e Capaebomba, e parte all’attacco: “Cosa pensavi? Che una volta fuori sarei stata la tua cameriera? Io sui tuoi soldi ci pis**o sopra.”. “Però quando stavi dentro ti facevano comodo”, ribatte lui. La risposta di lei non tarda ad arrivare: “Eh ma lì dentro anche la mer*a sembra cioccolata.”

 

Ma cosa vuole Scianel? L’indipendenza. Genny, però, riesce a convincerla che le conviene rimanere fedele al clan Savastano, e il motivo è molto semplice: lui ha la cocaina migliore del mondo. E siccome lei, nonostante la parentesi dell’Alleanza, ha sempre mostrato rispetto nei suoi confronti e nei confronti di suo padre, lui le riserverà un trattamento di favore: potrà tenersi la sua piazza, e la percentuale che dovrà consegnare sarà bassissima, solo il 30%. Donna Annalisa dice che ci penserà, ma c’è ancora una questione in sospeso: di Ciro di Marzio si è saputo più niente?

 

Già, cosa starà facendo l’Immortale? Per quale motivo è tornato a Napoli? Intanto ha preso una stanza in un hotel vicino alla stazione. Un letto, uno specchio, e la foto di Deborah e Maria Rita a ricordargli ogni giorno le sue colpe. Una sigaretta accesa con uno dei fiammiferi di Enzo: ecco dov’è diretto.

 

Per Scianel è finalmente tempo di dare una sistemata a quella inguardabile ricrescita. Mentre una solerte parrucchiera si occupa della sua chioma, la iena chiede a Patrizia cosa pensa della proposta di Genny. “Che il 30% è troppo. Secondo me potete scendere anche a 25.”, risponde il personaggio di Cristiana Dell’Anna, ormai completamente a suo agio in questo mondo. A Donna Annalisa per ora conviene dunque accettare, anche perché c’è bisogno di rafforzarsi. Poi se ne riparlerà. E comunque, sui 25 pattuiti ci si potrà fare la cresta, e restituirne solo 20. “Tanto quello che ca**o ne sa? Sta sempre a Roma.”, chiosa Patrizia. E’ nata una nuova alleanza?

 

A Forcella, nel cuore della città fatto di vicoli, Enzo e gli altri sono seduti al tavolo di quella che scopriamo essere la pizzeria di Carmela, la sorella di Sangue Blu. I ragazzi sono euforici, cantano, fanno casino. Il personaggio di Arturo Muselli abbraccia Maria, la giovane cameriera, che è la sua ragazza, ma a guastare le feste arriva per l’appunto Carmela. Arriva Ronni, uno del gruppo, e avvisa i compagni che un loro conoscente è stato portato in carcere. Enzo e i suoi salgono subito sugli scooter. Sono diretti al carcere. Si fermano lì davanti, e, arroganti come solo dei giovani in ascesa sanno essere, urlano un insulto dietro l’altro nei confronti delle forze dell’ordine. Il messaggio è chiaro: attenzione, perché ora ci siamo (anche) noi, e non staremo zitti. Quando Enzo torna a casa, trova Ciro ad aspettarlo. Vuole vendergli 5 chili della roba che non ha preso in Bulgaria. Sangue Blu accetta, ma l’Immortale lo ammonisce: “Guarda che però questa volta i soldi devono essere buoni.”

 

Genny sta per andarsene da casa di Patrizia, ma lei lo ferma per ringraziarlo per aver trovato un lavoro al fratello. Il giorno dopo vediamo Tommaso Natale, l’uomo di fiducia di Avitabile, alla marina di Cala Galera: la barca è arrivata. Gennaro, però, non c’è, e non ci sono neanche i 100 chili di cocaina! Il personaggio di Salvatore Esposito è al largo su un gommone a motore insieme a O’ Cardillo e Capaebomba. Il nuovo boss del clan Savastano è astuto, ha fiutato il tradimento, e ha dato a Gegé informazioni sbagliate per farlo cadere in trappola.

 

Ciro viene invitato nel covo della banda di Enzo, e lì il ragazzo racconta di come la sua famiglia dopo l’omicidio del nonno si sia improvvisamente ritrovata senza niente. “Ma ora ci riprendiamo tutto quello che è nostro.” dice con orgoglio Sangue Blu, facendo eco alle parole di Don Pietro. 20 mila euro come prima rata, Ciro incassa e fa per andarsene. Enzo, però, non ha ancora finito, vuole parlargli ancora del Santo. Gli racconta dei 30 mila dollari trovati nella macchina rubata a un americano. Gli racconta dello Stregone, suo amico e socio, della sua idea di vendere sigarette di contrabbando. Così è nato l’impero. “E che significa?”, gli chiede Ciro. “Che nella vita contano due cose: la fortuna e i compagni.”, risponde Enzo. L’Immortale, completamente disilluso, gli dice che i bei tempi sono ormai andati, e che il mondo è cambiato. Però, quando Sangue Blu gli fa capire che avrebbe piacere ad averlo nel gruppo, non rifiuta. Semplicemente se ne va.

 

Genny e i suoi recuperano la droga grazie a uno scambio in mare, poi il personaggio di Salvatore Esposito va a parlare con un nuovo contatto. L’intenzione è di vendergli la roba a un prezzo veramente basso, ma il calabrese è diffidente: come mai un tale regalo? “Perché se non era per te, io a quest’ora ero morto in Germania. Tu mi hai avvisato, e questo è il mio modo di ringraziarti." Una stretta di mano sancisce l’accordo, ma come mai Genny sta vendendo a prezzi così economici?

 

Quando Gegé torna a casa, ad aspettarlo seduto sul divano trova Gennaro, che gli dice di sedersi. Capiamo subito che le cose stanno per mettersi male. “Lavori sempre fino a tardi…e ora hai anche un altro padrone.” Il tradimento è svelato, Gegé si giustifica dicendo che non aveva altra scelta, dicendo che in realtà Abitabile le società non le può toccare, ma è tutto inutile. Genny si fa restituire l’orologio, lo indossa a mo’ di tirapugni, e poi picchia l’amico fino a lasciarlo senza vita. Poi, con tutta calma, si lava la mano, lava l’orologio, si sistema, sale in macchina e parte. Durante il tragitto telefona ad Azzurra per sentire se va tutto bene, e lei conferma. Scopriamo però che in realtà non va bene per niente: il personaggio di Ivana Lotito è infatti a casa del padre, ed è stato lui a dirle di mentire. “Quel fetente di mer*a si è preso tutto quello che è mio, ma ora mi riprendo tutto, a cominciare da te”. Azzurra è terrorizzata, quando il padre l’afferra con rabbia e le chiede dov’era mentre lui finiva in prigione è pietrificata, arriva a rivelarle i suoi dubbi, le dice che continua a pensare che sia stato Genny, magari proprio col suo aiuto, a farlo finire in carcere. Lei nega, sente dolore, e a evitare l’escalation di violenza è il pianto di Pietro, svegliato dalle urla della madre. No, le cose non vanno per niente bene.

 

Prima di andare a casa, Genny si incontra con O’ Cardillo e Capaebomba. Giusto il tempo di un veloce brindisi a base di birra scadente, in onore dei bei vecchi tempi, e poi via, a concludere l’affare con i calabresi. Ad accoglierli sul luogo dello scambio, però, ci sono degli uomini armati. O’ Cardillo e Capaebomba muoiono con una pallottola in testa, mentre Genny viene portato via. Quando scende dalla macchina, sempre con le pistole puntate addosso, è ormai notte. Ad attenderlo ci sono tre auto. Gli uomini che lo tengono sotto tiro cominciano a colpirlo con calci e pugni, poi dalle macchine scendono alcuni personaggi: O’ Crezi, O’ Diplomato, O’ Stregone e O’ Sciarmante. “Dimmi una cosa Gè, secondo te Avitabile è una femmina?” gli chiede O’ Crezi. Genny non capisce, ma intanto vede il suocero scendere da un'altra macchina e avvicinarsi. “Ma come ca**o ti è venuto in mente che potevi fott***o?”, conclude O’ Crezi, e poi al gruppo si unisce anche il calabrese.

 

L’intento di Avitabile è chiaro: ha tutte le intenzioni di dargli una lezione che non dimenticherà mai. A quanto pare nessuno vuole mettersi contro Don Giuseppe, e a ragione. Il personaggio di Gianfranco Gallo dice a quello di Salvatore Esposito che l’unico motivo per cui non lo ucciderà è perché resta comunque il marito di sua figlia e il padre di suo nipote. Ma c’è dell’altro: Joaquin è stato fatto fuori, dunque anche con quello Gennaro ha chiuso per sempre. “Ti volevi prendere tutto quello che è mio? E ora non hai neanche più un euro”, continua Avitabile, che ha anche fatto bloccare tutto, le società e i soldi, grazie a una denuncia anonima alla Guardia di Finanza. L’unica cosa che gli resta da fare, come gli “suggerisce” Don Giuseppe, è tornare nella sua fogna e restarci, se ha cara la pelle. Soprattutto, non dovrà mai più avvicinarsi ad Azzurra e a Pietro. Nel sentire questo Genny si ribella, dice che non è possibile, che quello è sangue del suo sangue, ma Avitabile è inamovibile: “Tu non la meriti!! E quando uno le cose non se le merita, poi le perde.”

 

“Se vengo a sapere che ti ha cercato, e lo sai che lo vengo a sapere, quanto è vera la Madonna lo sai che gli faccio tagliare la testa!”, dice Don Giuseppe alla figlia quando torna a casa. Azzurra capisce subito la gravità della situazione: suo padre è pericoloso per tutti, anche per lei e per il piccolo Pietro.

 

L’episodio si chiude con Genny che viene scaricato in una strada di Scampia davanti alle Vele dagli uomini di Avitabile. E’ coperto di sangue, è ferito, ha perso tutto, ed è tornato al punto di partenza. Anzi, è completamente caduto in disgrazia. Ma un Savastano non sta mai in ginocchio: un Savastano si rimette in piedi, e torna a combattere. Ed è questo che, siamo sicuri, farà Gennaro. Forse con l’aiuto di Ciro? E’ proprio a lui che è dedicata l’ultimissima scena. Seduto sul letto, l’Immortale è perso nei suoi pensieri. Finché all’improvviso il suo cellulare squilla: qualcuno gli ha mandato un messaggio…

 

 

Gomorra 3, episodio 4: la recensione

 

Se il terzo episodio della terza stagione di Gomorra – La serie è quasi completamente dedicato al personaggio di Ciro di Marzio e si svolge in territorio estero, con il quarto torniamo in zone già note, ma andiamo anche alla scoperta di nuovi ambienti, i vicoli di Forcella, dove si muovono Enzo e compagni.

 

Soprattutto, il quarto episodio vede il ritorno in scena della “iena” Annalisa Magliocca, finalmente libera dopo un anno di detenzione. Il desiderio di vendetta di Scianel è evidente, e Genny capisce subito che l’unico modo di tenere a bada questa mina vagante è affiancarle qualcuno di fidato: Patrizia. E’ il personaggio di Cristiana Dell’Anna che va a prendere quello di Cristina Donadio fuori dal carcere, ed è sempre lei a farle da spalla, seppur silente, durante l’incontro con Gennaro a Casavatore. Donna Annalisa stima Patrizia, la considera una donna degna del suo rispetto, ed è chiaro che inizia a fidarsi di lei, al punto da chiederle consiglio quando è il momento di scegliere se accettare o meno l’offerta di Savastano. Patrizia ormai si muove completamente a suo agio in questo mondo, che è chiaramente diventato il suo dopo aver perso l’amore e la famiglia. A non essere chiare, però, sono le sue reali intenzioni: sta facendo il doppio gioco, dunque è effettivamente fedele a Gennaro (che, tra l’altro, ha trovato un lavoro per suo fratello), oppure sta facendo il triplo gioco, dunque diventerà effettivamente un’alleata di Scianel?

 

In questo episodio diciamo anche addio a Gegé, ucciso a pugni in faccia da Genny (che come “arma” sceglie non solo il suo braccio, ma anche, soprattutto, l’orologio regalato da Don Pietro al ragazzo il giorno della laurea, un oggetto dal forte significato simbolico, come a dire che è la famiglia stessa a ucciderti). Ci aspettavamo tutti che Gennaro prima o poi scoprisse il tradimento dell’amico, ma non ci aspettavamo che succedesse così presto, e soprattutto che finisse così brutalmente.

 

Gennaro capisce che Gegé lo sta fregando, ma soprattutto capisce che a manovrare questo povero burattino è Avitabile. E’ più furbo quando si tratta dell’arrivo della partita di droga dall’Honduras, è più furbo quando riesce a evitare la guerra con Scianel facendole un’offerta all’apparenza veramente vantaggiosa per lei, ed è più furbo quando conclude l’accordo con il compare calabrese. Peccato che non sia più furbo quando si reca insieme a O’ Cardillo e Capaebomba, gli amici ritrovati, a uno scambio. I due vengono fatti fuori senza tante cerimonie, mentre lui viene portato via e viene pestato dagli uomini di Don Giuseppe. Che – sopresa sopresa! – in realtà nel frattempo si è messo d’accordo non solo con i calabresi, ma anche con gli altri boss delle varie zone di Napoli, e che gli ha anche tolto tutto andando a fare una denuncia anonima alla Guardia di Finanza. Avitabile sarà anche un violento, un uomo che si infiamma per poco, ma di certo non è l’ultimo degli scemi. Il viaggio di Gennaro in questo episodio si conclude a Scampia, davanti alle Vele, dove tutto ebbe inizio, dove avrebbe dovuto esserci il suo battesimo del fuoco. Solo che allora davanti a lui c’era un futuro se non radioso comunque fatto di solide certezze (era pur sempre il figlio e l’erede di Don Pietro Savastano), mentre adesso non è più nessuno, non è più neanche un marito e un padre.

 

Tornano in questo episodio Enzo e i suoi amici. Ciro, di nuovo a Napoli dopo la fuga dalla Bulgaria, vuole vendere a Sangue Blu la roba di Mladen e Valentin rimasta invenduta a causa del “disguido” avvenuto a Sofia. Il personaggio di Arturo Muselli accetta, ed è molto contento del fatto che l’Immortale lo stia degnando della sua attenzione. Enzo offre a Di Marzio di unirsi al loro gruppo, ma il personaggio di Marco D’Amore ha chiuso con certe cose. Allo stesso tempo, però, il suo non è un rifiuto. L’sms ricevuto nell’ultimissima scena quasi sicuramente è una richiesta di aiuto da parte di Gennaro, rimasto completamente solo: rivedremo dunque insieme i due amici/fratelli/nemici?