Gomorra 3, l'ultimo fedelissimo: Fabio De Caro racconta Malammore

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Veronica Rafaniello

Il primo episodio della terza stagione di Gomorra - La serie ha visto l’uscita di scena di uno dei personaggi più amati, il fedelissimo Malammore: con la sua morte finisce un’era e ne inizia un’altra, con nuovi personaggi, equilibri e guerre da combattere. Abbiamo fatto due chiacchiere con Fabio De Caro, l'attore partenopeo che ha dato voce e volto al figlio dell’amore sbagliato. Ecco l'intervista

Lo abbiamo conosciuto nel ruolo di Malammore, personaggio amato dal pubblico, fedelissimo di Don Pietro Savastano, ma all’anagrafe è l'attore partenopeo Fabio De Caro.

Gomorra - La serie gli ha offerto il ruolo che lo ha portato al successo, ma De Caro ha alle spalle una lunga carriera tra tv, cinema e teatro e adesso sogna l’America.

Lo abbiamo intervistato poco dopo la messa in onda del primo episodio di Gomorra 3, dove il suo personaggio, a sorpresa, esce di scena, cercando di vendicare il compagno di una vita. Quello che scopriamo essere 'figlio dell'amore sbagliato' è l'ultimo esponente di un'intera generazione, che ora lascia spazio a nuovi boss, lotte di potere ed equilibri precari.

 

Cosa pensa dell’uscita di scena di Malammore?

È una scelta che sicuramente mi è dispiaciuta a livello attoriale, ma la trovo narrativamente corretta. In America è una strategia che funziona quella di eliminare a inizio stagione personaggi chiave, e Gomorra ricalca molto quel genere internazionale.

 

C’è una caratteristica che ammira del suo personaggio?

La fedeltà. È l’unico personaggio che è rimasto fedele fino alla morte ed è questa la dote che lo ha fatto amare dal pubblico. La gente quando mi incontra per strada mi parla di Malammore definendolo ‘L’ultimo fedelissimo’.


Malammore resta fedele a Don Pietro fino alla fine, mentre altri personaggi cambiano fronte facilmente…

C’è un legame di molto forte, come quello tra fratelli o padre-figlio. Ha fatto cose gravissime per rimanergli fedele e nonostante gli errori di Don Pietro, Malammore non ha mai smesso di stargli accanto. Per lui provava riconoscenza, ma soprattutto amore, per come la vedo io.

 

L’omicidio di Maria Rita ha segnato profondamente il personaggio ed è lui stesso a dire di essersi guadagnato un posto all’inferno. Come si è preparato a girare una scena così forte?

Quando ho letto la sceneggiatura ne ho parlato subito col regista, e Claudio (ndr Cupellini) mi ha spiegato nel dettaglio la scena. Certo, leggerla mi ha fatto effetto, ma quando recito divento Malammore, a lui è pesato ma l’ha fatto. Non ho avuto grandi difficoltà nel girarla, anche perché la bambina era solo in un ciack, negli altri otto/nove non era neanche in auto. Da Malammore, padre di famiglia, il pubblico non se lo aspettava, fino all’ultimo hanno sperato che non premesse il grilletto, ma noi raccontiamo un mondo senza scrupoli e la realtà è sempre peggiore di quello che mostriamo. Mi è pesato più guardarla che interpretarla.


C’è un altro personaggio nella serie che le sarebbe piaciuto interpretare?

Bella domanda. In effetti, ai tempi feci il provino per il ruolo di Don Pietro, ma non rispettavo le caratteristiche fisiche. Idealmente mi piacerebbe essere Ciro Di Marzio, mi affascinano i suoi continui cambiamenti. Mi piacciono i personaggi che si evolvono e lui passa da momenti di buio a momenti di euforia incredibili. Inoltre, è l’Immortale, non muore mai, subisce, cade, si rialza, è un lottatore come me.

 

Cosa dovrebbe aspettarsi il pubblico da Gomorra 3, può darci qualche anticipazione no spoiler?

C’è un cambiamento nella storia, raccontiamo il nuovo che avanza, attenendoci a ciò che sta cambiando nella realtà. In Gomorra 3 vedrete la situazione ai giorni nostri, vedrete cosa sta accadendo oggi in Italia, mentre nelle precedenti stagioni abbiamo presentato uno scenario di qualche anno fa.

 

Il successo di Gomorra - La serie è tale da associare, spesso, le identità dei personaggi a quelle degli attori. Può raccontarci, invece, chi è Fabio De Caro, senza Malammore?

Io sono l’opposto di Malammore, odio la violenza con tutto me stesso. Sono un buono, un tenerone. Spesso si dice che un buono diventa cattivo sul set perché lì sfoga sentimenti ai quali non dà spazio nella realtà e a volte mi è capitato. Mi dicono anche che mi riesce bene fare il cattivo, ma ora mi piacerebbe fare anche altro. Qualcosa in comune con Malammore, però, c’è: l’amore per la famiglia e la fedeltà.

 

In quale tipo di ruoli cinematografici si sente più a suo agio?

Mi piacciono molto i drammi con personaggi complessi, sofferenti, come quelli che ho avuto modo di interpretare in diversi cortometraggi. Mi danno molta carica. Il ruolo del cattivo mi ha portato al successo, ma ora vorrei fare una bella commedia.

 

Quali sono adesso i suoi progetti per il futuro?

Al momento sto lavorando a Un Posto al Sole, ma mi piacerebbe fare cinema oltreoceano e per questo sto studiando l’inglese. Inoltre, amo i film d’autore e vorrei lavorare con i nostri registi più noti, anche se questo più che un progetto è un sogno.

 

La rivedremo in altre serie tv?

Non so, mi piacerebbe lavorare nelle produzioni americane, ci sono tante serie che apprezzo, ma per ora preferirei fare un film.

 

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