Twin Peaks - La serie evento: la recensione dell'episodio 12

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Berenice Marlohe è una seduttiva donna francese che flirta con Gordon Cole (David Lynch) nel dodicesimo episodio della terza stagione di Twin Peaks

Una  bottiglia di Bordeaux, una deliziosa ragazza francese, del tacchino affumicato,  un ventilatore minaccioso, il progetto Blue Rose e un gradito ritorno. La dodicesima parte di Twin Peaks - La serie evento è un viaggio nel non detto, nel non visto, raccontato da ciò che è nascosto. In attesa dei prossimi appuntamenti con la serie - ogni venerdì alle 21.15 per gli episodi doppiati in italiano, e, dal 6 agosto, ogni notte tra domenica e lunedì alle 02.00, prima degli episodi della nuova stagione de Il Trono di Spade, per quelli in versione originale sottotitolata -, leggi la recensione del dodicesimo episodio. Ovviamente ci sono SPOILER se non avete visto l'episodio!!

 

di Paolo Nizza

" Ci sono molte cose nascoste che sembrano segreti; è tu non riesci a capire con certezza se sei solo paranoico o se questi segreti ci sono davvero. Impari un poco per volta, studiando scienze, che alcune cose sono nascoste, che ci sono cose che non puoi vedere. Hanno fatto degli esperimenti; sai che esistono gli atomi che tu non puoi vedere.  E la tua mente comincia a creare cose di cui preoccuparsi. E una volta che sei esposto a qualcosa di pauroso e ti accorgi che molte di queste cose non vanno bene e che molta gente prende  parte a cose orribili e strane, allora cominci a preoccuparti che la vita felice e pacifica che stai trascorrendo potrebbe scomparire”. 

Queste parole di David Lynch sono la cartina di tornasole di ciò che si prova guardando la nuova stagione di Twin Peaks.

 

 


Cosi, persino un supermercato può trasformarsi in un girone dell'Inferno e una confezione di tacchino affumicato rivelarsi un presagio di morte. La spesa per le sigarette e per gli ingredienti per preparare un Bloody Mary assai carico si trasfigura per Sarah Palmer (la bravissima Grace Zabriskie), in un incubo ad occhi aperti. Il conto di 133 dollari e 70 è il nuovo numero della Bestia. Un suono astratto introduce i demoni della loggia Nera. Qualcosa è successo alla madre di Laura e, forse succederà, ancora.

 

 


Il dodicesimo episodio ci ricorda che a volte ritornano. Specie a Twin Peaks. E in una stanza del Maifair Hotel scopriamo l'origine di Blue Rose. Negli anni Settanta un progetto denominato Blue Book e condotto dall'aeronautica militare americana sanciva che non c'erano prove sufficienti per affermare l'esistenza degli Ufo. Ma non era di questo avviso una Task Force del Fbi che continuò a indagare sugli oggetti volanti non identificati. Decisero di chiamarsi Blue Rose perché furono queste le ultime parole pronunciate prima di morire da una donna coinvolta in un'indagine sugli extraterrestri. Insomma, anche i federali amano la poesia e sanno apprezzare i fiori del male. E Gordon Cole pensa bene di fare entrare nella squadra la volitiva Tammy. Ma dalla consueta e malevola tenda rossa si palesa Diane e la sua vodka con ghiaccio. Al grido di Let's Rock, la perfida bionda che sfoggia un taglio Bob e che forse lavora per Bob accetta di partecipare alle indagini. I nemici, si sa, è sempre meglio tenerli vicini.

 

 


Il dramma è che in Twin Peaks spesso sono i padri a essere troppo vicini. Oppure troppo lontani. Il dodicesimo episodio della serie ci offre una sequenza degna di Tati, con il piccolo Sonny Jim Jones che nel giardino di casa tenta di giocare a baseball con lo svalvolato genitore. Come al solito Dougie risulta molto poco ricettivo. A differenza di Benjamin Horne che nell'ascoltare dalla bocca dello sceriffo Frank Truman le gesta criminali compiute da suo nipote Richard, si rifugia nel ricordo di una bicicletta regalatagli dal padre. Una pausa dal male. Uno di quei momenti buffi e dolci che alleggeriscono una serie che altrimenti risulterebbe per certi versi insostenibile.

 

 

 

Nell'episodio 12 fa capolino pure un gustoso intermezzo galante. Forse un omaggio a Le Cow-boy et le frenchman, il cortometraggio girato per la tv nel 1988 e commissionato dal settimanale parigino "Figaro magazine". E una delizia per gli occhi ammirare la Bond Girl di Skyfall Berenice Marlohe essere l'oggetto del desiderio di Gordon-Lynch-Cole in versione Casanova. Nei panni di una fascinosa donna francese, Berenice civetta, si mette il rossetto, mostra quelle armi di seduzione di massa che sono le louboutin, mentre Gordon sogna l'amore innaffiato da bottiglia di Bordeaux. Ma a rompere l'idillio arriva Albert. Il terzo incomodo genera una straordinaria sequenza comica e un bizzaro gioco di parole.  Lo humour bizzarro del James Stewart venuto da Marte colpisce ancora.

 

 

 

Last but not Least, irrompe la più desiderata della serie, ovvero Audrey Horne. E ‘uscita dal coma ed è di cattivo umore. Maltratta il malcapitato marito Charles, vuole a tutti i costi ritrovare il suo amante Billy e chiede al consorte di portarla al Roadhouse., Entrano poi in gioco Paul, Chuck e una certa Tina (detestata da Audrey) a cui Charles decide di telefonare. Con un colpo di genio, Lynch spariglia ancora una volta le carte. Il ritorno in scena di uno dei personaggi più amati della serie è assolutamente imprevedibile e privo di qualsiasi pathos. Non sappiamo nulla de personaggi nominati in questa sequenza, e forse non lo sapremo mai. Come nella vita, le cose accadono e basta. Per i messaggi c’è l’ufficio postale. Nell'episodio 12 trova spazio anche un omaggio a Quentin Tarantino con un dialogo fra Tim Roth e Jennifer Jason Leigh, coppia di balordi intenti a dissertare amabilmente prima di eseguire un omicidio su commissione. Consueta chiusura nel fumoso ed etilico Bang Bang Bar con il gruppo dei Chromatics che suona e canta "Saturday" e un paio di giovani sconosciute che sbevazzano heineken, mentre una certa Natalie esclama "Whopee" che è più o meno l'equivalente inglese di Evviva! Quindi, Evviva David Lynch che con la terza stagione di Twin Peaks ha cambiato ancora una volta la storia della televisione.

 

 

 

 

 

 

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