La paura come motore di tutto. La paura per governare. Il grande ritorno della strategia del terrore. Abbiamo visto in anteprima il primo episodio della quinta stagione di House of Cards, in onda in esclusiva su Sky Atlantic da mercoledì 31 maggio alle 21.15: ecco la nostra recensione NO SPOILER
di Linda Avolio
Tra un “Noi non subiamo il terrore. Noi creiamo il terrore” e un “Basta dover conquistare il cuore degli altri”, torna in grandissimo stile House of Cards, giunta ormai alla quinta stagione e pronta al debutto su Sky Atlantic (l'appuntamento è per mercoledì 31 maggio alle 21.15).
Il quarto capitolo della serie, come ben ricorderanno i fan, si era chiuso con l’esecuzione di un cittadino americano a opera di un certo Joshua Masterson, presunto affiliato dell’ICO (una sorta di versione fittizia dell’ISIS). Frank, intenzionato a non dare spazio al suo rivale Will Conway, non segue le regole dettate dal terrorista, determinando così la decapitazione dell’ostaggio. Dopo un prevedibile momento di shock e di silenzio, ecco arrivare la risposta dei coniugi Underwood, l’ormai cult “Noi non subiamo il terrore. Noi creiamo il terrore”, con tanto di ambiguo sguardo in macchina di Claire (starà guardando i cittadini americani, o starà guardo gli spettatori?).
Si riparte dunque da qui, di nuovo con Robin Wright che guarda dritto davanti a sé, ma questa volta sta chiaramente parlando all'America. Si tratta del videomessaggio alla nazione di cui vi avevamo parlato qui, e l’intento non potrebbe essere più chiaro: cercare il consenso dei cittadini attraverso una richiesta di aiuto che arriva direttamente dalla First Lady, personaggio decisamente più amato del marito. A lei il compito di apparire rassicurante e vicina ai sentimenti del popolo, quantomeno a quelli di certa parte del popolo, a lui quello di apparire risoluto e determinato a catturare Masterson e a riportare l’ordine, costi quel che costi.
E infatti è proprio questo che cercherà di fare Frank, anche se riuscire a ottenere il consenso del Congresso per avere l'assoluta libertà d'azione non sarà facile. Ma da abilissimo manipolatore qual è, Underwood porterà a casa il risultato. Avevate per caso qualche dubbio? C’è però un detto che recita “Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo”…capito Mr. President?
Frank e Claire sono come al solito al centro della narrazione, ma in questo primo episodio c’è spazio anche per altri personaggi. Se Doug Stamper, LeAnn Harvey, Aidan Macallan, Seth Grayson, Thomas Yates, Bob Birch e Catherine Durant compaiono per pochi anche se fondamentali secondi, un maggiore spazio viene dato a Tom Hammerschmidt, intenzionato più che mai a scoprire la verità non solo sull’omicidio di Zoe Barnes, ma anche sugli altri loschi segreti degli Underwood.
Anche Will e Hannah Conway sono presenti in più momenti: lui è intenzionato a screditare il Presidente in vista delle elezioni – non dimentichiamoci che nonostante tutto siamo ancora in piena campagna elettorale –, mentre lei comincia ad avere dei dubbi sulla decisione del marito di candidarsi. Hannah non è pronta per stare sotto i riflettori in momenti critici come quello attuale, e alcune sue azioni la porteranno a discutere in modo accesocol marito. C’è dunque aria di crisi in casa Conway?
Anche tra i coniugi Underwood non è tutto rose e fiori. Certo, siamo ben lontani dall’allontanamento della scorsa stagione, ma se da una parte si ha la sensazione che Claire e Frank non siano mai stati così uniti e concentrati sui loro obiettivi, dall’altra c’è la certezza che ciò che è successo nel passato non troppo lontano ha profondamente segnato il loro legame. Ad ogni modo, in questo primo episodio Claire e Frank sono una perfetta e letale macchina da guerra.
La quinta stagione di House of Cards, la prima senza il creatore Beau Willimon (che però ha lasciato lo show nelle ottime mani di Melissa James Gibson e Frank Pugliese), è tutto ciò che i fan della serie hanno sempre amato, e siamo sicuri che non deluderà le aspettative. Un’ultima nota sulle performance del cast: bravi tutti, dai veterani alle new entry della scorsa stagione, ma soprattutto bravissimi Spacey e Wright. Così bravi al punto che spesso diamo per scontato la perfezione con cui interpretano i loro personaggi, e invece bisogna dirlo, e dirlo forte e chiaro: senza di loro House of Cards non sarebbe la stessa cosa.