Twin Peaks - La serie evento: la recensione dei primi due episodi

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E' tempo di tornare a Twin Peaks: come sta l'Agente Cooper?
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Per i fan della serie cult creata da David Lynch e Mark Frost, guardare i primi due episodi del nuovo capitolo - The Return Part 1 e The Return Part 2 - è stato un po' come essere nuovamente a casa dopo un lungo viaggio, e come dar loro torto? Dopo 25 anni di attesa, di dubbi e di domande rimaste in sospeso, ecco finalmente l'agognato ritorno: LEGGI LA RECENSIONE

di Gabriele Acerbo (@gabace)

 

 

Questa è una recensione multistrato. La prima parte è spoiler free, la seconda - se vi siete persi la messa in onda delle prime due puntate di Twin Peaks ma intendete recuperarle, magari in versione italiana il prossimo venerdì su Sky Atlantic HD - è accuratamente da evitare.

 

 

Parte 1: dove non si dirà nulla né sulla trama, sull'atmosfera generale, né sui personaggi

 

Iniziamo dalle pochissime immagini rilasciate da Showtime nei teaser della nuova serie. Le ritroviamo quasi tutte nelle prime due puntate. Ma naturalmente c’è molto altro in più: le tende rosse e il pavimento a zig zag della Loggia nera, Laura Palmer e il padre Leland, il Gigante, l’uomo da un braccio solo e, nonostante la morte del suo interprete Frank Silva, c’è anche Bob. L’ufficio dello sceriffo è sempre lì e ci incontriamo Lucy, Andy e il vicesceriffo Hawk. E lo sceriffo Truman?

 

Anche il Great Northern è al suo posto, mentre della segheria restano solo degli inquietanti resti dopo l’incendio di 25 anni fa. Alla fine della seconda puntata facciamo in tempo a incontrare Shelley e James alla Roadhouse. Non manca la Signora Ceppo il cui marito continua a mandare strani messaggi. E a Catherine Coulson (l’interprete della signora Ceppo, scomparsa durante le riprese) è dedicato il primo episodio, mentre al termine del secondo si rende omaggio alla memoria di Frank Silva (Bob). Visto che nel corso del tempo moltissimi attori della serie sono deceduti (da Warren Frost a Miguel Ferrer), si può ipotizzare che in ogni puntata David Lynch ne voglia ricordare uno.

 

Una raccomandazione: questo nuovo Twin Peaks è una festa per gli occhi e le orecchie di tutti gli amanti di Lynch e di chi conosce bene la serie originale, mentre rischia di mettere a dura prova lo spettatore sprovveduto. Quindi: chi vuole lasciarsi cullare da questo viaggio lisergico nell’inconscio di Lynch, deve prima recuperare le precedenti due stagioni (oppure leggere Twin Peaks for dummies parte 1 e parte 2 e vedersi lo speciale riassunto in meno di dieci minuti).

 

 

Parte 2: gli spoiler

 

Twin Peaks 2017 non ha quasi nulla a che vedere con Twin Peaks 1990-91. Se i personaggi e i luoghi sono identici, l’atmosfera è completamente cambiata. La musica – onnipresente nelle prime due stagioni – questa volta è occasionale. Regna il silenzio o meglio i rumori d’ambiente amplificati, come Lynch ci ha abituato da sempre. Di momenti divertenti, strambi, buffi per ora non ce n’è traccia. Al suo posto c’è un’aria di vuoto, di morte, di assenza. Gli eventi strani delle prime due puntate sono quanto di più lontano da tutto quello che si è visto in tv fino ad oggi. Lynch ha spinto il pedale sull’acceleratore e ha prodotto due ore di pura sperimentazione in cui frulla, assieme ai fantasmi di Twin Peaks, Inland Empire, i suoi primi cortometraggi, gli esperimenti fatti sul web e persino i suoi quadri. E lavora sul tempo: dilata la durata delle scene fino a renderle splendidamente insostenibili (come quella che vede la madre di Laura Palmer attenta spettatrice di una sequenza televisiva in cui un branco di leoni sbrana un bue). Le prime due ore di Twin Peaks sono una potente, magnifica allucinazione da cui è difficile svegliarsi.

 

La prima immagine della nuova stagione ci rimanda alla famosa scena in cui Laura Palmer dice a Cooper che si rivedranno dopo 25 anni. Poi parte il tema di Twin Peaks, quello originale di Angelo Badalamenti, ma le immagini della sigla non sono più le stesse. La ripresa è dell’alto, come se un dio o un demone volasse sui boschi, sui corsi d’acqua e la natura rigogliosa. Non c’è traccia di alcuna presenza od opera umana. Anche il celebre cartello stradale che indica l’arrivo nella famosa cittadina latita.

 

D’altra parte il mondo di Twin Peaks è quasi assente in questi due primi episodi perché la vicenda si sposta continuamente tra New York (nel seminterrato di un grattacielo dove accadrà qualcosa di orribile), Las Vegas e una cittadina del South Dakota dove viene ritrovato il cadavere di una bibliotecaria, Ruth Davenport. O meglio la sua testa mozzata, abbandonata assieme a un corpo maschile mutilato e gonfio. Nella loggia nera ritroviamo il Gigante e Dale Cooper invecchiati e in bianco e nero. L’agente speciale è intrappolato lì da 25 anni, mentre il suo doppio malvagio, capelli lunghi e faccia trucissima, scorrazza on the road reclutando gente di malaffare e trucidando quasi tutto quello che si muove. Il suo obiettivo pare sia il famoso anello con il misterioso simbolo già visto in Fuoco cammina con me. Al telefono parla con Philipp Jeffries, l’agente Fbi che proprio in Fuoco cammina con me scompare misteriosamente sotto gli occhi dei suoi superiori.

 

Intanto il vero Cooper riesce ad evadere dal suo carcere dalle tende rosse, non prima di aver rivisto Laura Palmer - che però, dopo aver rivelato il suo vero volto e aver sussurrato qualcosa all’orecchio del buon Dale, viene traumaticamente risucchiata via. Cooper si ritroverà dalla padella alla brace: imprigionato in una scatola di vetro nel seminterrato di un palazzo newyorchese dove poco dopo una coppia sarà misteriosamente trucidata da una fantomatica presenza.

 

Nel frattempo a Twin Peaks veniamo a sapere che esistono due sceriffi Truman (uno vecchio e malato, un altro giovane che però anziché lavorare è a pesca), che Lucy ed Andy hanno un figlio di 24 anni e che Hawk ha il compito do trovare qualcosa che è scomparso collegato all’agente Cooper. E ancora: Benjamin Horne è vivo e vegeto (nella vecchia serie lo avevamo lasciato mezzo morto, colpito dalla furia del dottor Hayward), ha una segretaria con il volto di Ashley Judd mentre al fratello Jerry è cresciuta una fluente barba bianca.

 

Di torte alle ciliegie e gustosi donuts da assaggiare al Double R non c’è ancora traccia, ma forse basta avere un po’di pazienza e aspettare le prossime puntate.

 

 

 

 

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