Roberto Saviano & Friends: "Nessuno abbia più paura"

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Roberto Saviano ha raccontato un po' della sua vita in una serata unica all'Alcatraz di Milano. Con lui tanti amici, tra cui Jovanotti, Ligabue, Clementino e Teresa Mannino. Sono state esorcizzate paure e ricordate storie terribili, ma da quel rogo è nata la speranza che, stando uniti, si può costruire un mondo migliore. Noi c'eravamo e vi raccontiamo come le parole possono far germogliare la speranza. Intanto sono in corso le riprese del terzo capitolo di Gomorra - La Serie 

di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)


Sottosopra. Poche parole potevano essere più azzeccate per una serata con Roberto Saviano. Perché quando c'è lui tutto va sottosopra: le emozioni vanno in testacoda, le file per entrare sono interminabili, il clima dell'anima è spesso, la birra e il Barolo di Borgogno fanno scivolare l'attesa che è ingannata anche dalla gente che sfoglia il suo ultimo libro La paranza dei bambini (edito da La Feltrinelli), che prende appunti sull'agenda di Smemoranda. Per una sera l'Alactraz di Milano, tempio pagano di musica e balli, diventa la casa di Roberto Saviano e dei suoi tanti amici che, una tantum, smettono i panni che indossano nella vita, chi musicista e chi attore, chi rapper e chi poeta, per leggere brani del suoi libri, per raccontare quel mondo che Saviano ha denunciato, sfilandogli un sudario di omertà e connivenze, e che oggi lo costringe a una vita da recluso. La scorta sempre attorno, tanti incontri via skype, un po' meno de visu, non gli tolgono la voglia di combattere.

Erano in tanti seduti vicino a lui, da Ligabue a Jovanotti, da Linus e Teresa Mannino, da Nadia Toffa a Geppi Cucciari, da Saturnino a Clementino fino a Guido Catalano. Debora Villa gran cerimoniere e poi la musica della Woody Gipsy Band e le irruzioni dei ragazzi del Collettivo Rione Sanità. Su quel palco si è voluta ricostruire una città speciale perché "tutte le capitali vorrebbero essere Napoli perché lì c'è tutto". A partire appunto dai ragazzi del Collettivo Rione Sanità: "In quel teatro -dice Saviano- si misurano col mondo, quel teatro rappresenta uno spazio che considero vitale. Lo slogan è All you can eat, un mangiare per il corpo e l'anima". La cultura è come quella formula: puoi abbuffarti ma non si spreca! Non ci sono finanziamenti statali. Chiedono soldi non per gli spettacoli ma perché "siamo aperti tutto il giorno e la gente viene lì anche solo a passare il tempo". E comunque al Rione Sanità assicura Saviano, bisogna andarci "oltreché perché è un a zona bellissima per mangiare due piatti speciali: il dolce fiocco di neve e la pizza".

Teresa Mannino è protagonista dell'intervento più (emotivamente) violento della serata. Legge la storia di Annalisa Durante raccontata da Saviano in Gomorra ma prima dice che "Roberto è stato costretto a fare l'eroe, gli è capitato. Dire la verità oggi è già tanto". Annalisa Durante, impreca la Mannino, aveva 14 anni e fu uccisa a Forcella il 27 aprile 2004 da un fuoco incrociato. Pensava che quei due motorini giocassero...poi partono gli spari. Lui era Salvatore Giuliano, un nome che è già un marchio. Lui passeggia, poi capisce che è il bersaglio e fugge, prende alcune ragazze come scudo, tra cui Annalisa, estrae la pistola, spara e fugge. Le ragazze cercano riparo in un portone, si girano e manca Annalisa: un colpo le ha preso la testa. Al funerale ci sono i vigili vicino alla bara in rappresentanza di chi dovrebbe garantire l'ordine, la vita. Sul feretro c'è il suo cellulare. Annalisa è colpevole di essere nata a Napoli nulla di più nulla di meno.

Si alza Jovanotti che esordisce con "Roberto chiamo Lorenzo risponde. Stavo leggendo libro quando mi ha proposto di essere con lui in questa serata. Un libro che per altro mi piaceva, ho letto in un attimo. Ne La paranza dei bambini c'è tutta la realtà che una fiction sa contenere. Mai avrei pensato di debuttare all'Alcatraz leggendo l'incipit del suo libro". E lo fa accompagnandosi con la chitarra per quell'introduzione ha una sua musicalità. Poi Linus legge la storia del pianista Michel Petrucciani di origini napoletane: "Ha 4 anni quando sente Duke Ellington e vuole il pianoforte, lui e le sue ossa di cristallo". Luciano Ligabue ricorda che il 21 gennaio 2005 è stato arrestato Cosimo di Lauro. Viveva in 40 metri quadrati e a mochi metri aveva una magione da favola. Non tenta la fuga, si pettina quando sente il ticchettio degli anfibi dei Carabinieri. Fissa le telecamere come dovesse andare in scena e non in prigione. Non sembra in arresto, tutt'al più cambia il ruolo del comando. Il quartiere si rivolta, vuole dimostrare che nessuno ha tradito. La faccia del boss arrestato diventa lo screensavers dei ragazzini. Il boss viene arrestato ma quel che ha creato rimane e si modifica.

Anche la sensazione tra le mura dell'Alcatraz era di cambiamento. Perché quello che si è respirato per oltre due ore è stato una atmosfera bella e pulita. E se chi ieri c'era riuscirà a trasmetterla anche a una sola persona, potremmo davvero inseguire la magia di un mondo migliore.

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