Halleluja Leonard Cohen, la sua Nevermind illuminò True Detective

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Se ne è andato, a 82 anni, Leonard Cohen, considerato il poeta dell'America dei nostri tempi. Un mese fa è uscito il suo ultimo album You Want it Darker. Il suo nome resterà anche sempre legato alla serie televisiva True Detective, le cui due stagioni sono state trasmesse su Sky Atlantic: la musica dei titoli di testa della seconda stagione fu proprio la sua Nevermind

 

di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)



L'America ha perso una delle sue voci più profonde. Pochi come Leonard Cohen, morto improvvisamente a Los Angeles a 82 anni, hanno saputo entrare nelle pieghe di quel paese e declinarlo in mille sfumature. E dire che era canadese. Solo un mese fa è uscito il suo quattordicesimo album, You Want It Darker. Un altro ritratto d'America. Perché lui, con oltre cinquant'anni di carriera, di Americhe ne ha conosciute tante. E ognuna ha saputo raccontarla a chi, per età, poteva essere suo nipote.



Il suo debutto è nel 1967 con un semplice Songs of Leonard Cohen: il successo non gli sorrise, era la stagione hippy, degli inni alla vita, e lui cantava la morte. Poi sono arrivati Songs From a Room e il definitivo, per accedere all'empireo delle rockstar, Songs of Love and Hate. E' anche partita una evoluzione musicale che lo porta ad accompagnare suoni più ricchi a quello semplice della sua chitarra.



I temi più presenti nei suoi lavori sono l'amore, il sesso, la religione, la depressione, e la musica stessa. Talvolta ha sconfinato in politica. Le sue radici ebraiche hanno inciso nel suo modo di scrivere. Come è accaduto in letteratura per Bellow e Malamud, per citarne un paio. Lui amava definirsi un poeta minore. Forse per questo era amato anche dal cinema, che vedeva in lui quel guizzo intellettuale che nobilitava un'opera, e lo sanno bene, tra gli altri Altman e Moretti. Si sono innamorati di lui anche i produttori di True Detective, la serie televisiva trasmessa in Italia da Sky Atlantic, che per la seconda stagione hanno voluto la sua Nevermind per i titoli di testa. Ma oggi, che siamo più soli, l'America è più pallida e la poesia più povera, e c'è solo un modo per salutarlo (oltre a leggere il libro pubblicato da Giunti Editore Una vita di Leonard Cohen di Ira B. Nadel) ed è con la sua Halleluja.

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