The Young Pope: la recensione degli episodi 3 e 4

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Foto by Gianni Fiorito
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Secondo appuntamento con The Young Pope e con Papa Pio XIII, il (a tratti terrificante) protagonista della serie scritta e diretta da Paolo Sorrentino. Dopo i primi due episodi in qualche modo introduttivi, e soprattutto dopo il discorso di Lenny ai fedeli, ora è tempo di scoprire cosa ha in mente questo rivoluzionario, nel bene e nel male, giovane Papa. Dalla conferenza stampa a cui deve sottoporsi Suor Mary alle confessioni fatte a Gutierrez, passando per le sprezzanti parole di Spencer, per l’adorazione incondizionata di Esther, e per il ricatto di Voiello, il quadro inizia a farsi più chiaro. O forse no? Leggi la recensione del terzo e del quarto episodio

 

di Linda Avolio

 

 

Un discorso a dir poco fallimentare. O al contrario, assolutamente geniale. Ovviamente stiamo del discorso di Papa Pio XIII ai fedeli in chiusura del secondo episodio di The Young Pope, il manifesto programmatico che segna ufficialmente l’inizio del pontificato di Belardo. Un pontificato che non somiglierà a nessuna cosa mai vista o sentita finora. In fondo è con le minacciose parole di Lenny che ha veramente inizio la serie, e ora è tempo di scoprire cosa ha in mente questo rivoluzionario, nel bene e nel male, giovane Papa.

 

 

Episodio 3: Lui balla da solo

 

Lenny non ha bisogno di spiegare e di spiegarsi: lui parla direttamente con l’Altissimo. Il terzo episodio si apre con l’ormai consueta confessione notturna al cospetto di Don Tommaso, ma Pio XIII, un Jude Law assolutamente in stato di grazia, in realtà non ha niente da confessare e niente per cui chiedere perdono. D’altronde lui è lo strumento del Signore, anche se gli altri non lo capiscono. Ciò che invece ha capito benissimo il Cardinal Voiello, in compenso, è che far eleggere il giovane Cardinal Belardo è stato un vero e proprio errore di giudizio. Il problema è che, come gli dice Spencer, lui e gli altri porporati avevano paura di avere a che fare con un vecchio reazionario, ma, ironia della sorte, ora si ritrovano con un giovane reazionario ancora più radicale, e il pontificato di Lenny per forza di cose si prospetta molto lungo. Voiello tenta di fare il diplomatico per tutto l’episodio quando si trova a cospetto del suo “diretto superiore”, ma questi ha capito benissimo a che gioco sta giocando il Segretario di Stato.

 

Lenny non ha bisogno di giustificarsi, infatti si rivolge alla stampa tramite un breve comunicato fatto leggere dalla fidata Suor Mary. Il concetto è semplice: “E’ mia intenzione informarvi della mia totale indifferenza riguardo i vostri dubbi e le vostre critiche, e alla luce di ciò ci tengo a ricordarvi la mia infallibilità, al contrario della vostra fallibilità. E ci tengo a dirvi che non ho intenzione di prendere in considerazione nessun compromesso per portare a termine il mio piano”. Una vera e propria dichiarazione d’intenti, ma anche quasi una dichiarazione di guerra. Niente mezze misure per il giovane Papa, e non potrebbe essere altrimenti per un uomo che un tempo è stato un bambino abbandonato a se stesso e ai dubbi. Non può più esserci spazio per il dubbio nella vita di Lenny, e non ci sarà spazio per le mezze misure.

 

Lenny non ha bisogno di chiedere scusa, ma tiene ancora al suo mentore, e forse un po’ gli dispiace per lui. Forse. In questo episodio viene approfondito ancora di più il complicato rapporto tra Belardo e Spencer. “Vuoi farla pagare al mondo intero per il fatto che sei stato abbandonato. Sarai un Papa terribile. Il peggiore. Il più pericoloso, in quest’epoca moderna. E non butterò via i miei ultimi anni facendo da complice a un bambino vendicativo!”, sputa con astio il cardinale, e noi spettatori un po’ gli diamo ragione. Forse anche Lenny un po’ gli dà ragione, chi può dirlo?

 

Lenny non ha bisogno di seguaci, ma nella sua vita da pontefice è arrivata Esther, la devotissima moglie di una Guardia Svizzera. E Lenny non ha bisogno di un amico, eppure non abbiamo dubbi che il candidato a ricoprire questo difficile ruolo sarà Gutierrez. E’ in sua presenza che Belardo finalmente sorride, ed è in sua presenza che si lascia andare mettendosi a fare il giocoliere con delle arance. Addirittura gli confessa di essere stato innamorato di una ragazza in gioventù, e dalle sue parole capiamo che il ricordo di quei giorni è ancora estremamente vivo in lui. Sarà proprio questa vicinanza emozionale a Papa Pio XIII a far finire il mite Monsignore nel mirino di Voiello, che non esiterà a ricattarlo: se non gli fornirà informazioni scottanti sul Pontefice, rivelerà a tutti il suo segreto, un alcolismo mai sconfitto, anzi, mai veramente affrontato.

 

 

Episodio 4: Pecore, ciarlatani e altri fastidi

 

Il quarto episodio si apre con Tonino Pettola, il pastore che dice di parlare con la Madonna. Che, per inciso, è una pecora. C’è puzza di frode, e Papa Pio XIII se ne accorge subito. La carriera di ciarlatano di Pettola avrà vita breve, non abbiamo dubbi. Ma torniamo in Vaticano. Voiello non perde tempo, e dopo aver ricattato Gutierrez, ora tocca a Esther. L’adulterio è un peccato molto grave, e la donna alla fine si trova costretta a fare da complice al Segretario di Stato. Il piano è semplice: dovrà avvicinarsi al Papa, entrare in confidenza con lui, riuscire a fargli superare determinati limiti. Così Voiello avrà il suo scandalo, e finalmente potrà sbarazzarsi di questa enorme spina nel fianco. E il piano sembra procedere come sperato: Esther confida a Lenny di soffrire molto per il fatto di non riuscire a concepire un bambino, e lui non solo prende a cuore la questione e la rassicura dicendole di avere fede, ma addirittura prega insieme a lei. Per una donna che era madre ma che ha abbandonato il proprio figlio senza troppi sensi di colpa, c’è una donna che vorrebbe essere madre più di qualsiasi altra cosa ma che questo figlio non riesce mai ad afferrarlo, ed è ovvio che Belardo non può essere indifferente alla sofferenza di Esther.

 

Non solo passeggiate nei tranquilli giardini vaticani: per il giovane Papa è tempo di attendere ai suoi incarichi istituzionali. Molto divertente la scena in cui Pio XIII è praticamente obbligato a battezzare i bambini: dal tono della sua voce e dal suo sguardo si capisce benissimo che se potesse scavare un buco e sparire lo farebbe più che volentieri, ma purtroppo ci sono degli obblighi a cui neanche il Santo Padre può dire di no. E non si tratta solo di battesimi e cerimonie religiose: in quanto Capo di Stato, Lenny deve accogliere altri Capi di Stato e Primi Ministri, e ora è il turno di quello della Groenlandia, che è una donna. Perché allora, chiede il Pontefice a Sofia, i preti sono tutti impegnati a intrattenere il suo assistente invece che lei? In questo episodio torna in superficie l’ossessione di Belardo per l’omosessualità, ma d’altronde che reazionario sarebbe Pio XIII se non fosse contrario a quella che la Chiesa Cattolica considera una pratica a dir poco aberrante, al pari della pedofilia?

 

Sorrentino rischia portando in scena due argomenti estremamente delicati, ma non bisogna dimenticare che tutto questo serve a caratterizzare ulteriormente il personaggio di Jude Law, e al di là delle polemiche a cui certi discorsi inevitabilmente conducono, ciò che emerge sono due cose: la coerenza e la chiarezza di Lenny. Belardo non ha bisogno di indorare la pillola o di nascondersi dietro frasi ambigue che sembrano mostrare apertura e che invece nascondo profondo disprezzo. Non dice mai “Chi sono io per giudicarvi?”, semmai l’esatto contrario: Io sono il Papa, dunque è mio preciso dovere giudicarvi. Voiello, da bravo politico, lo mette in guardia riguardo i rischi di una linea così dura, ma Pio XIII semplicemente non lo ascolta. Perché lui è il Papa, e a differenza nostra è infallibile.

 

Sempre gradevoli gli scambi di battute con Sofia: dal modo in cui Lenny si rivolge a lei, dal modo in cui scherza con lei, è chiaro che tutto sommato prova stima nei suoi confronti. Forse perché lei è una delle poche persone che potrebbe veramente tenergli testa. Molto forte la sequenza in cui Belardo, durante una passeggiata notturna, vede Esther e il marito fare sesso, e in quel momento si inginocchia e chiede insistentemente a Dio di dare un figlio alla donna. “You must”, “Devi farlo”, ripete incessantemente Lenny quasi con rabbia, quello che dà all’Onnipotente è praticamente un ordine, quasi in un ribaltamento di ruoli.

 

Narrativamente parlando, il quarto episodio si chiude con Papa Pio XIII che affida un incarico di estrema importanza a Gutierrez. Il Monsignore dovrà recarsi a New York e raccogliere le prove necessarie per costruire una solida accusa contro il Cardinal Kurtwell, presunto pedofilo. Gutierrez, che ha il terrore di uscire dalla sua comfort zone, cioè dalle mura vaticane, è a dir poco riluttante. “Volete punirmi, Santo Padre”, dice il personaggio di Camara, ma il Santo Padre ribatte dicendogli “Questa non è una punizione. E’ una promozione. Mi fido di te”. Gutierrez però è molto turbato, ed è chiaro che l'idea di avere a che fare con un pedofilo lo turba profondamente. C'è sicuramente qualcosa che ancora non sappiamo, ma che possiamo intuire. Per una risposta certa, sempre che arrivi, dovremo attendere i prossimi episodi.

 

 

L’appuntamento con The Young Pope è ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic.

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