Fino a non moltissimo tempo fa, su Westworld - Dove tutto è concesso, l'attesissima serie di casa HBO prodotta da Jonathan Nolan e J.J. Abrams ispirata al film del 1973 di Michael Crichton Il Mondo Dei Robot, aleggiava un alone di mistero, ma ora, dopo l’uscita delle prime immagini e la conferma del cast definitivo, ecco arrivare nuovi dettagli direttamente dal panel che ha avuto luogo durante l’ultimo TCA Summer Tour: continua a leggere e scopri di più
di Linda Avolio
Debutterà il 2 ottobre negli Stati Uniti, ma andrà in onda anche in Italia in contemporanea su Sky Atlantic in versione originale sottotitolata: stiamo parlando di Westworld, l’attesissima serie prodotta da Jonathan Nolan, Lisa Joy e J.J. Abrams ispirata al Il Mondo Dei Robot (Westworld), il film del 1973 scritto e diretto da Michael Crichton. Finora, nonostante il trailer e la conferma dei nomi del cast principale, non è che però si sapesse poi molto riguardo il nuovo cult di casa HBO, ma dopo il panel che ha avuto luogo durante l’ultimo TCA Summer Tour, ecco emergere altri dettagli.
La genesi della serie. Com’è possibile che un film di più di quarant’anni fa, peraltro neanche di eccelsa fattura, bisogna ammetterlo, sia stato scelto dai vertici di HBO per farne un reboot in forma seriale? Pare che il primo incontro tra J.J. Abrams e Michael Crichton per parlare di un remake risalga addirittura a un paio di decenni fa, ma che si sia giunti alla conclusione di farne una serie soltanto molti anni dopo. Scelta sensata: con una tale ricchezza di materiale, la forma seriale è la più adatta, perché permette di esplorare a fondo le varie tematiche e permette uno sviluppo completo e graduale dei personaggi.
Musica contemporanea per un passato (virtuale) neanche troppo lontano. Negli episodi che i critici della Television Critics Association hanno potuto appunto vedere in anteprima durante il TCA Summer Tour, a saltare all’occhio, o meglio, all’orecchio, è stata la colonna sonora: le versioni strumentali di Paint It Black dei Rolling Stones e Black Hole Sun dei Soundgarden.
Domande di un certo peso. Con Westworld siamo assolutamente nel campo dell’intrattenimento, HBO non ha come mission quella di educare o di far conseguire al suo pubblico pagante “virtute e canoscenza”, ma una delle domande alla base della serie, come dichiarato da Nolan, sarà “Dove ha inizio la vita?”. E ancora “Che si tratti o meno di un essere artificiale ha poca importanza se queste intelligenze artificiali credono nella loro realtà e se le loro sensazioni, ciò che provano, è uguale a ciò che proviamo noi esseri umani.”
Il dove e il quando non sono importanti. Per ora, quantomeno, non è stato specificato quando e dove è ambientata la serie, e forse non verranno mai indicati un anno, un decennio, e un luogo preciso.
Essere (robot) o non essere (robot)? Prove attoriali degne di nota. Alla domanda “Com’è stato per voi attori interpretare delle intelligenze artificiali che non sanno di essere delle intelligenze artificiali?”, la risposta di Evan Rachel Wood, che nella serie è, per l’appunto l’intelligenza artificiale Dolores Abernathy, è stata “Per il pilot abbiamo discusso molto dei dettagli, fin dove potevamo o dovevamo spingerci. Sudiamo? Il sole può accecarci? Respiriamo? Questione di dettagli, ma è stata dura!”
Il problema della violenza. Come verrà gestita la violenza nella serie? I prodotti di casa HBO, specialmente quelli drama, non si tirano indietro di fronte a niente, dunque la domanda non è scontata. Ecco cos’ha dichiarato in merito Lisa Joy, co-creatrice di Westworld: “La violenza, nello specifico la violenza sessuale, purtroppo fa parte della storia dell’umanità dalla notte dei tempi. Prendiamo molto sul serio questa cosa, e siamo fermamente contrari alla feticizzazione di questi atti. Si tratta, piuttosto, di esplorare il significato di questo genere di crimine, e speriamo di averlo fatto nel modo migliore, con dignità e profondità.”