Dov’è Mario?, una commedia-thriller surreale per Edoardo Gabbriellini

Serie TV

Attore, regista e sceneggiatore: è stato il livornese Edoardo Gabbriellini a dirigere il cast di Dov’è Mario?, in onda il mercoledì sera alle 21.10 su Sky Atlantic. Un viaggio “divertente, intenso, spesso impegnativo, che ha richiesto una grande concentrazione”, e il risultato sono 4 episodi che sicuramente fanno ridere, ma fanno anche riflettere: leggi l’intervista

di Linda Avolio

 

Quando si parla di Edoardo Gabbriellini la mente va subito al divertente e commovente Ovosodo, film del 1997 di Paolo Virzì in cui l’interprete livornese era Piero, il protagonista. Da allora ne ha fatta parecchia di strada, dapprima davanti alla macchina da presa (Tutta la vita davanti, Io sono l’amore, C'è chi dice no, giusto per citare alcuni titoli), poi dietro (Padroni di casa). Ed è proprio in veste di regista che lo troviamo coinvolto in Dov’è Mario?, in onda il mercoledì sera alle 21.10 su Sky Atlantic. Abbiamo intervistato Edoardo Gabbriellini: ecco cosa ci ha raccontato.

 

Com’è stato dirigere un artista estroso come Corrado Guzzanti?

E’ stato complesso e divertente allo stesso tempo, perché la personalità di Corrado è a dir poco esplosiva, quindi ho cercato di arrivare sul set preparato, ma non avevo minimamente idea di cosa mi aspettava (ndr, ride divertito)! Scherzi a parte, lui era già una leggenda, ma è riuscito ad andare ben oltre per questo progetto.

 

Come e quando è stato coinvolto nella realizzazione della serie?

Beh, come raccontato dallo stesso Guzzanti, la genesi di Dov’è Mario? è stata piuttosto lunga, addirittura l’idea di partenza risale a qualche anno fa, ma io sono arrivato molto dopo, a sceneggiature scritte, dunque più o meno un anno fa. Ricordo che stavo finendo di lavorare a un altro progetto, e un giorno mi arriva una telefonata e mi si chiede “Vuoi venire a dirigere Guzzanti nella serie scritta e interpretata da lui?”, e io penso a uno scherzo addirittura. Invece era tutto vero! Poi con Corrado ci siamo incontrati e ci siamo piaciuti, e da quel momento sono salito a bordo.

 

Ci descriva Dov’è Mario? con due aggettivi.

Horror psichedelico. Però in chiave comica eh.

 

Lei si sente più Mario o più Bizio?

Io veramente mi sento più Cinzia!

 

Gli opposti si attraggono, si respingono, si guardano con diffidenza e vanno ognuno per la sua strada, o si completano?

Secondo me all’inizio si guardano un po' così, con diffidenza, ma nella maggior parte dei casi poi si pigliano. E’ inevitabile.

 

Alla fine: dov’è Mario?

Giuro, giuro, giuro che appena lo scopro siete i primi a cui lo dico!

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