Il Trono di Spade 6: ecco il primo trailer!

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HBO ha rilasciato il primo trailer dell’attesissima sesta stagione della serie, che andrà in onda in esclusiva su Sky Atlantic in contemporanea con la programmazione americana a partire dal 24 aprile: GUARDA IL VIDEO

Fan de Il Trono di Spade, mettetevi comodi, fate un bel respiro, cliccate play e godetevi il primo trailer della sesta, attesissima stagione, che andrà in onda in esclusiva su Sky Atlantic in contemporanea con la programmazione americana a partire dal 24 aprile.

 

Fatto? Visto? Siete ancora con noi?

 

Bene, allora passiamo all’analisi. Il video si apre su Jon Snow. O meglio, sul suo cadavere. A parlare è Ser Davos, che si limita un semplice “Hes’s gone” (è morto). Poi andiamo ad Approdo del Re, dove vediamo Jamie e Cersei. Lui cerca di confortarla dicendole “Noi due siamo tutto ciò che conta, e tutto ciò che ci hanno portato via ce lo riprenderemo…e anche di più”. Lei, però, non sembra troppo convinta.

 

Torniamo poi al nord, che ora è proprietà dei Bolton. Ad accompagnare le immagini è la voce della sacerdotessa rossa, che sembra aver perso la fede, infatti dice “La grande vittoria che ho visto nelle fiamme…era tutto una menzogna”.

 

Ser Jorah è alla disperata ricerca di Daenerys, che non si capisce bene se sia ospite o prigioniera dei Dothraki. A parlare qui è l’Alto Passero, che ci illumina con queste parole: “Ognuno di noi è povero e inerme, eppure abbiamo la capacità di rovesciare un impero”.

 

Stacco su Sansa e Tyrion. Una voce, che scopriamo essere quella di Lancel dice “Ora fai parte del gioco più grande, e il gioco più grande è terrificante”. E ancora, sempre Lancel, il Passero pentito e redento: “Potresti cortesemente farti da parte, altrimenti dovremo usare la violenza”. Peccato che la Montagna non si faccia intimidire così facilmente! E neppure Cersei, che replica con un secco “Scelgo la violenza”.

 

Infine, in chiusura, c’è di nuovo Ser Davos: “Non sono mai stato un gran combattente, ma sono abituato a quello che sto per vedere”.

 

Beh, come direbbero i Bolton, o meglio, le loro vittime: non stiamo più nella pelle! 

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