Frank è in corsa per il rinnovo del mandato presidenziale, e nella quarta stagione di House of Cards, in onda ogni mercoledì alle 21.10 con un doppio appuntamento in esclusiva su Sky Atlantic a partire dal 9 marzo, vedremo che ne sarà del suo futuro alla Casa Bianca. Intanto, c’è chi si chiede se il protagonista della celebre serie tv saprebbe svolgere un buon lavoro nello Studio Ovale…voi cosa ne pensate?
"Dicono che abbiamo i leader che ci meritiamo. Io penso che l'America meriti Frank Underwood. E nel vostro cuore, sapete che ho ragione". Sono le parole che il leader politico a cui l’attore Kevin Spacey presta il volto pronuncia in un teaser della quarta stagione della serie che prenderà ufficialmente il via il 9 marzo alle 21.10. Frank Underwood è in piena campagna elettorale e deve fare i conti con il vuoto lasciato dalla moglie Claire che al termine della terza stagione lo ha abbandonato: tornerà a sedere sulla poltrona della Casa Bianca per il secondo mandato?
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Le carte in regola per governare le ha tutte, a partire dal consenso degli elettori: a giudicare dai sondaggi Frank Underwood è più amato di Barack Obama e solo qualche tempo fa ha messo a segno un 57% di rating favorevole, contro il 46% (reale) di Barack Obama. Ma non sarà troppo spietato e privo di scrupoli per essere un buon presidente? Certo, ma proprio i tratti del suo carattere lo rendono vincente. Ad esempio, ricordate quando è volato a Mosca per chiedere il rilascio di un sostenitore dei diritti gay arrestato a causa del suo stile di vita? Il fatto che sia un uomo testardo che non sa perdere lo ha portato a compiere azioni che pochi (veri) politici compierebbero. Inoltre si è dimostrato un vero democratico (se escludiamo tutti quei casi in cui ha messo in atto imbrogli e pure violenza contro i suoi nemici…): nella prima stagione quando è in discussione una riforma del sistema scolastico Frank va contro ad alcuni dei valori tradizionali della sua parte politica a costo di portare un miglioramento alla vita degli americani. E questo dimostra che è interessato a ciò che è meglio per l’America e non (o almeno non solo) a quello che fa gola al suo partito.
I temi su cui si è focalizzata la linea politica del leader di House of Cards nel corso delle puntate dovrebbe essere di ispirazione ai politici reali: nella terza stagione Frank Underwood si concentra sul mondo del lavoro mettendo a punto un programma volto ad eliminare la disoccupazione e a creare 10 milioni di posti di lavoro, un piano che dovrebbero attuare anche i nostri politici. Magari, però, evitando allo Stato una spesa di 500 miliardi di dollari…
Insomma, Frank Underwood - nonostante i suoi modi poco ortodossi - ci sa fare. Nelle prime tre stagioni di House of Cards abbiamo scoperto che sa essere un eccellente negoziatore, per non parlare di quel modo di pensare totalmente fuori dagli schemi, qualità che risultano utili quando si deve trattare con gli organi dello Stato e con altri leader mondiali. Infine a giocare a suo favore c’è un curriculum vitae di tutto rispetto: 22 anni come membro del Congresso gli hanno permesso di conoscere alla perfezione il sistema politico a stelle e strisce, insegnandogli come muoversi nell’ambiente. D’altronde è lo stesso Frank in un episodio della prima stagione a confermare quanto sia importante conoscere ciò di cui si parla: “La competenza è un uccello così raro in questi boschi che so apprezzarlo quando ne vedo uno”.