Dal 4 ottobre arriva su Sky Atlantic 1994, la terza e ultima stagione della serie Sky Original ambientata a cavallo tra la prima e seconda Repubblica. Abbiamo incontrato la bellissima e talentuosa Miriam Leone che ci ha raccontato l’evoluzione di Veronica Castello: da soubrette a deputata in Parlamento.
Alfred Hitchcock, massimo cantore del concetto di bionda al cinema, l’avrebbe, con ogni probabilità, voluta in uno dei suoi tanti capolavori cinematografici. Autentica bellezza da brivido Miriam Leone, in versione platino con gonna a quadri bianca e tacchi a spillo, abbacina, seduce, sorprende. Elegante e spiritosa silfide, Miriam pare la riuscita incarnazione del celebre aforisma di Coco Chanel. “La moda passa, lo stile resta”. Si sa. Il capello color grano sfoggiato con nonchalance, nasce da esigenze di copione. Leone, inguainata nella mitica tutina nera, sarà Eva Kant a fianco di Luca-Diabolik-Marinelli per la regia dei Manetti Brothers nel film dedicato al ladro mascherato nato dalla fantasia delle sorelle Angela e Luciana Giussani.
In 1994 la serie, ultimo e meraviglioso capitolo di una trilogia destinata a fare la storia della Televisione Miriam è tricologicamente rossa, ma egualmente brava e fascinosa. Il personaggio di Veronica Castello controversa soubrette eletta deputata in parlamento assume una profondità e una potenza inusitate. Non si tratta della corriva favola di Galatea e Pigmalione: il personaggio brilla di luce propria, al netto delle figure maschili che la desiderano e la vorrebbero possedere. Episodio, dopo episodio, in virtù del talento genuino di Miriam, Veronica risulta una figura dolente, intensa, sincera. Leone recita con gli occhi e con il corpo, perché, in questo caso, è un corpo che possiede un’anima. Infatti, non siamo di fronte all’ennesima raffigurazione di una “bimbo” svalvoltata e indolente. Veronica Castello è una sirena nella definizione di Anais Niin, ovvero, “Una donna che non teme le profondità.” E Franz Kafka avrebbe aggiunto: “Le Sirene hanno un’arma ancora più terribile del canto, cioè il silenzio. Non è certamente accaduto, ma potrebbe essere che qualcuno si sia salvato dal loro canto, ma non certo dal loro silenzio.”Per fortuna nostra, mentre sullo sfondo Roma si manifesta in tutta la sua ineluttabile, grande bellezza, Miriam Leone parla volentieri di 1994 con la consueta empatia e gentilezza.
Come ti sei preparata per la serie 1994?
C’è stata sicuramente un’evoluzione del Veronica Castello. Certo, mi ha aiutato il fatto che il personaggio abbia una storia pregressa in 1992 e 1993. È uno dei grandi vantaggi della serialità. Si spera quindi di crescere, di evolversi, parimenti alla parte che interpreto, credo che in 1994, la battuta chiave di Veronica sia “Io devo essere credibile”. Insomma, in questa stagione, il mio personaggio deve dimostrare le sue capacità. Senza però rinnegare la propria femminilità superando il corrivo concetto che una donna debba mascolinizzarsi e rinunciare alle gonne corte per entrare in politica. Quindi Castello sfoggia le giacche anni Novanta con le spalline, però sotto indossa la longuette con lo spacco.
Quindi per Veronica Castello, la bellezza è una maledizione o una benedizione?
Per Veronica Castello è una maledizione. È stata violentata a 12 anni, un evento tragico che ha generato nel personaggio una voglia di riscatto. Una volta eletta in parlamento, Castello lotta per i diritti delle donne, nel 1994, lo stupro non era considerato un crimine contro la persona. E Veronica crede davvero in questa battaglia, si impegna con tutte le sue forze, al netto della sua inesperienza in politica.
Carl Gustav Jung diceva “Dove l'amore impera, non c'è desiderio di potere, e dove il potere predomina, manca l'amore. L'uno è l'ombra dell'altro”, Per certi versi, penso rispecchi la situazione che vive Veronica Castello in questo capitolo finale
In 1994, gli sceneggiatori si sono superati, hanno fatto un fantastico lavoro di scavo psicologico mai banale, delineando le vicende dei protagonisti senza esprimere giudizi, in questa stagione i personaggi della serie si trovano spesso sull’orlo di un precipizio. E noi speriamo che nessuno ci cada, Veronica è scissa tra cinismo e romanticismo. Paradossalmente la parte cinica risulta essere quella più sana. Per sopravvivere in un mondo di squali devi trasformarti in uno squalo anche tu. Ma Castello non ci riesce sino in fondo perché in lei alberga una parte maledettamente e oscuramente romantica. E quindi si trova al centro di un conflitto interiore, un’anima divisa in due.
Come hai vissuto sul set la presenza degli sceneggiatori?
Bene. Ormai siamo una squadra affiatata, direi un gruppo di amici. In questa ultima stagione si è sviluppata una forte dialettica tra attori e sceneggiatori. In corso d’opera sono stati rielaborati alcuni dialoghi proprio per venire incontro ad alcune istanze provenienti dal cast.
Ricordi una scena che è stata particolarmente difficile da girare?
In linea generale, il personaggio di Veronica è stato sempre particolarmente complesso da interpretare A partire dalle tante sequenze che hanno richiesto un abbandono e una fisicità totali. Insomma, un mettersi a nudo che non riguarda solo il corpo, ma anche e soprattutto l’anima.
Per prepararti a 1994, hai rivisto qualche filmato d’epoca?
Sì. Ho riguardato alcune immagini di Irene Pivetti (ai tempi Presidente della Camera N.d.R.) e del Parlamento. Però il mio è un personaggio di fantasia e quindi non ho utilizzato specifici riferimenti storici per la mia interpretazione. Al limite mi sono fatta ispirare da elementi pop come le musiche dell’epoca, in fondo anche se racconta un preciso momento storico dell’Italia, 1994 ci mostra i conflitti dell’essere umano, l’eterna lotta tra bene e male.
Miriam Leone con chi uscirebbe: Leonardo Notte o con Pietro Bosco?
Per favore, non mi fare scegliere (lo dice ridendo N.d.R.) Sono amica di entrambi. Nella serie esco con tutti e due.
Infine, perché uno dovrebbe guardare 1994?
Perché è una serie bellissima