I Nothing But Thieves presentano il loro nuovo disco Moral Panic

Musica

Helena Antonelli

Nothing but Thieves_b_crediti Jack Bridgland

È uscito il terzo attesissimo album dei Nothing But Thieves, la rock band del momento che ha già scelto la data italiana del tour 2021: 3 novembre al Fabrique di Milano. Nell’attesa di sentirli live scopriamo di più sul loro disco Moral Panic

Oggi, venerdì 23 ottobre, è uscito “Moral Panic” (RCA Records/Sony Music), l’atteso terzo album di inediti dei Nothing But Thieves, una delle rock band più interessanti della scena attuale.

Il disco, disponibile in cd e in digitale è composto da 11 tracce tra le quali “Is Everybody Going Crazy?” (18 milioni di stream), “Real Love Song” e l’ultimo singolo “Impossible”, già in rotazione radiofonica.

Con temi che riflettono l’immagine della società odierna, i brani sono profonde riflessioni sul cambiamento climatico, la nocività dei social, i disordini politici e un generale desiderio di staccare la spina e fuggire via, per cercare di ritrovare se stessi guardandosi dentro. A raccontarci di più su Moral Panic sono Conor Mason (voce, chitarre), Joe Langridge-Brown (chitarre) e Philip Blake (basso) durante la conferenza stampa in streaming.

 

Com’è nato questo disco?

Conor Mason: Buona parte del disco è stato scritto prima della pandemia. Il disco precedente parlava molto di noi, l’avevamo scritto “on the road”, Moral Panic invece parla meno di noi e un po’ più di quello che ci circonda. Per questo risulta essere molto attuale.

 

Perché Moral Panic? E cosa rappresenta la copertina dell’album?

Conor Mason: È un disco che parla soprattutto delle persone, rispetto ai precedenti, è anche un disco più politico. Con Moral Panic abbiamo voluto dare voce alle tensioni che vivono le persone, il dolore che esse provano per via dei problemi che ostacolano il loro benessere quotidiano.

Joe Langridge-Brown: Per quanto riguarda invece la copertina abbiamo voluto espandere la palette di colori realizzando qualcosa di sgargiante, toni che rispecchiano bene le emozioni contenute nel disco.

 

C’è un brano in particolare che preferite?

Conor Mason: Siamo tutti d’accordo su Can you afford to be an individual? Chiaramente quando si scrive un pezzo l’intento è quello di fare una bella canzone senza lavorarla troppo. Con questo brano siamo riusciti nell’intento, a livello emotivo è molto coinvolgente.

 

Qual è il vostro rapporto con l’Italia?

Conor Mason: L’Italia è il paese in cui ci siamo esibiti fin dagli esordi, abbiamo infatti aperto nel 2015 il concerto dei Muse al Rock In Roma.

Philip Blake: Quel concerto è stato uno degli show più assurdi mai vissuti dove abbiamo potuto apprezzare i fan italiani, così veri e intensi, ce ne siamo innamorati.

 

Il vostro modo di fare musica è cambiato nel corso degli anni?

Conor Mason: Oggi abbiamo l’esperienza per poter sperimentare, non solo a livello di scrittura ma anche di registrazione.

Joe Langridge-Brown: Cerchiamo sempre di non pensare troppo, è anche per questo che siamo “diversi” perché non abbiamo paura di osare. Moral Panic segna un nuovo inizio per noi in questo senso.

 

L’album presenta una ricerca di suoni più moderna. È una mossa artistica o semplicemente volevate raggiungere un target di pubblico più ampio?

Conor Mason: Dom che oggi non è con noi è molto attento alle novità a livello sonoro, è un produttore molto prolifico, non soltanto lato pop – rock ma anche hip – hop. È anche grazie a lui che il nostro sound è sempre fresco. Il nostro intento è sempre stato quello di spingerci oltre i confini del rock, d’altronde viviamo in un’epoca dove c’è la cultura della playlist e dobbiamo tenerne conto.

 

Artisticamente quali sono i vostri punti di forza che hanno contribuito a realizzare questo album?

Joe Langridge-Brown: In realtà siamo cinque individui con cinque personalità diverse che confluiscono nella musica. Come un melting pot che riunisce tutte le varie influenze e emozioni. La verità è che ci ascoltiamo molto.

 

C’è un brano che ha un retroscena interessante?

Conor Mason: Dipende dai punti di vista. Sicuramente per noi lo è stata Impossible. Pensavamo di scartarla addirittura, non riuscivamo a venirne fuori e allo stesso tempo non ne potevamo più di ascoltarla. Così Dom ha preso la canzone e ha cambiato l’accordo tornando da noi il giorno dopo con un pezzo diverso, sentirlo è stato come una boccata d’aria fresca.

 

Come state vivendo questo periodo storico?

Joe Langridge-Brown: È dura, ci teniamo impegnati ma ci manca molto far sentire la nostra musica alle persone.

Conor Mason: In molti hanno deciso in questo periodo di staccare la spina e dedicarsi a se stessi, noi ci sentiamo già alla fase successiva. Rallentare è stato bello ora però siamo pronti a ripartire e ad andare in tour. Anche per questo abbiamo dato vita al progetto “Live from the Warehouse”, 3 livestream che si terranno il 28 e il 29 ottobre su 3 incredibili set e in 3 diversi fusi orari, un modo nuovo per presentare  i brani del nuovo album, cover e tracce arrangiate in maniera inedita.

 

Come nascono le vostre canzoni? Da un riff o da un testo?

Joe Langridge-Brown: Dipende, non abbiamo un punto di partenza e non ci mettiamo mai pressione addosso per ottenere un risultato. La verità è che ci piace molto sperimentare, questo ci aiuta molto ad alimentare l’interesse e la passione personale in quello che facciamo. Forse il nostro filo conduttore è proprio la sperimentazione in un brano.

Spettacolo: Per te