Un disco capolavoro e un nome entrato nella storia della musica. Le canzoni più famose di Jeff Buckley a 26 anni dall’uscita di “Grace”, nel giorno del suo anniversario di nascita (17 novembre 1966)
Sono trascorsi ormai 26 anni dall’uscita di “Grace” disco capolavoro di Jeff Buckley. Il 23 agosto 1994 il cantautore, nato ad Anaheim, aveva dato alle stampe il primo e unico album della sua carriera. Una gemma incastonata in eterno nella storia della musica e regalata da uno degli artisti più talentuosi della sua generazione. Mostri sacri come Bob Dylan, Bono Vox e Robert Plant hanno esaltato la qualità della voce e delle composizioni di Jeff Buckley. Un’estensione vocale eccelsa che è stata possibile apprezzare solo per poco tempo. Una carriera breve ma efficace che ha permesso a Buckley di essere ancora oggi uno dei cantautori più apprezzati. “Grace” raccoglie alcuni veri e propri capolavori come “Hallelujah” di Leonard Cohen e che molti pensano sia proprio di Jeff Buckley. L’intero album ha ispirato artisti come i Coldplay, gli Starsailor, Ryan Adams, Damien Rice e i Muse. Dopo la morte è stato pubblicato l'album postumo "Sketches For My Sweetheart the Drunk" oltre a quattro live e 3 raccolte. Per l’anniversario di “Grace” nel 2019 è uscita una nuova edizione con la bonus track “Strawberry Street”. Inoltre tutto il catalogo digitale è stato messo a disposizione con quattro album live e la demo di “Sky Blue Skin”. Una discografia essenziale dove spiccano cinque canzoni, ritenute le più famose e importanti di tutta la sua carriera per la capacità di essere ancora oggi un traino per cantautori e musicisti:
- Grace
- Hallelujah
- Last Goodbye
- Lover, you should’ve come over
- Mojo Pin
Grace
Un giro di chitarra entrato nella storia della musica per il brano che dà il titolo all’album “Grace”. Il testo parla della paura di non partire, di non andare avanti e di morire. È il primo estratto dell’unico disco di Jeff Buckley ed è stato scritto dallo stesso cantautore insieme a Gary Lucas. La produzione invece fu affidata a Andy Wallace. Intensità allo stato puro, una scoperta accecante di un talento che fin dal debutto aveva attirato le attenzioni di pubblico e critica.
Hallelujah
Cover del brano di Leonard Cohen, anche questa canzone fa parte dell’album “Grace” ed è probabilmente la più famosa di tutta la discografia di Jeff Buckley. Una versione struggente divenuta un inno, una vera e propria preghiera per tanti. La storia vuole che il cantautore volle suonare “Hallelujah” in un bar dell’East Village, dove si trovava anche un dirigente della Columbia che venne letteralmente stregato. Fu così che Buckley firmò il suo contratto discografico e ovviamente inserì “Hallelujah” nel suo album.
Last Goodbye
Il secondo estratto da “Grace” è Last Goodbye, altra canzone senza tempo. È il brano di maggior successo commerciale negli Stati Uniti e utilizzato in numerosi film e telefilm. Originariamente era intitolata "Unforgiven" e aveva un arrangiamento più semplice. Fu registrato per la prima volta in una sessione demo nel 1990. Una versione live della canzone, ancora intitolata "Unforgiven", fu registrata nel 1993 e pubblicata nell'album postumo 2003 “Live at Sin-é (Legacy Edition)”.
Lover, you should’ve come over
Settima traccia di “Grace”, "Lover, You Should’ve Come Over" è un brano ispirato dalla fine del rapporto tra Buckley e Rebecca Moore. Racconta lo sconforto di un giovane che cresce, scoprendo che le sue azioni rappresentano la sua volontà di andare oltre. La canzone è stata oggetto di numerose cover: da Jamie Cullum a John Mayer passando per Matt Corby, Natalie Maines e Nikka Costa.
Mojo Pin
Per i 25 anni dall’uscita dell’album “Grace”, è stato pubblicato un video inedito e registrato il 10 marzo 1994 di Jeff Buckley che suona una versione catartica di “Mojo Pin”. Le immagini ritraggono l’artista al Gleneagles Hotel, in Scozia, in una convention organizzata dalla Sony. Nei prossimi mesi verranno pubblicati ulteriori video inediti dell’esibizione. «Questa è una canzone sulle ossessioni. Quando ti sembra di volere qualcuno e tutto l’universo ti dice che devi averlo. Inizi a guardare i suoi programmi tv ogni sera, le compri le cose di cui ha bisogno, bevi i suoi drink, fumi le sue sigarette, imiti la sua voce». Il testo trasmette una sensazione di dipendenza, sia alla droga che a una persona. “Mojo Pin” mescola un'atmosfera psichedelica ad un tono rock più duro.