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Bon Iver, Justin Vernon compie 40 anni: chi è l'artista indie leader del gruppo

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©Kika Press

Il 30 aprile 1981 nasce il fondatore della band, “introspettivo e sensibile ragazzo di campagna", come si definisce lui stesso, che tra i boschi del Winsconsin ha dato vita a uno dei progetti indie-folk di maggior successo degli ultimi anni. Dalle band al liceo ai mesi rinchiuso nella cabina di caccia del padre, la storia e la carriera di uno dei falsetti più famosi della musica di oggi

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Justin Vernon, fondatore del progetto Bon Iver, compie 40 anni. Indissolubile il legame con il Wisconsin, dove nacque il 30 aprile 1981 e dove per la prima volta pensò al nome di quella che sarebbe diventata una delle band indie-folk di maggior successo degli ultimi anni. T-shirt larghe e non stirate, barba incolta anche sul palco, è l’emblema del ragazzo di campagna del Midwest, “sensibile e introspettivo”, come si definisce lui stesso. Dalle band al liceo a Kanye West e i Grammy Awards, ecco la sua storia.

Mount Vernon e il primo amore

Vernon scrive le prime canzoni appena 12enne, nella casa di Eau Claire, piccola cittadina di 66mila abitanti, dove vive con i genitori e i fratelli. Capitano della squadra di football al liceo, non abbandona mai la passione per la musica. Studia jazz in Wisconsin, posto che non riesce mai ad abbandonare e che ha tatuato sul petto. Al Memorial High School incontra quelli che diventeranno i membri della sua prima band, Mount Vernon, fondata nel 1997, tra cui il primo amore Sarah Jensen, che si rivelerà negli anni seguenti fondamentale per il decollo della sua carriera.

Il college, DeYarmond Edison e il North Carolina

Durante gli studi in religione al college, sempre in Wisconsin, nel 2001 fonda la sua seconda band insieme a quattro amici: i DeYarmond Edison. Dopo qualche anno di esibizioni nei club locali di Eau Claire, si trasferiscono a Raleigh, North Carolina. Quegli anni non furono sempre felici per Vernon. Alcol, incomprensioni artistiche, la rottura con Jansen e la perdita di 220 dollari giocando a poker – “tutto quello che avevo”, disse anni più tardi al New York Times – segnano il passaggio alla seconda fase della sua storia artistica.

“For Emma, Forever Ago”

La band si scioglie e Vernon torna in Wisconsin. Prima a casa dei genitori e poi nella cabina di caccia del padre. Lì, tra il 2006 e il 2007, nasce il suo primo album: “For Emma, Forever Ago”. Isolato nei boschi del suo Wisconsin, inizia a scrivere nuove canzoni e a sperimentare con l’auto-tune e con il falsetto che lo renderà famoso. È sempre lì che gli viene in mente il nome “Bon Iver”, storpiatura dal francese “Bon Hiver”, buon inverno. Pubblica in autonomia il risultato di quei giorni di solitudine, che promuove in alcuni live accompagnato da Sean Carey, Michael Noyce e Matthew McCaughan. Il disco riceve ottime critiche da Pitchfork e la band firma con la casa discografica indipendente Jagjaguwar.

“Blood Bank” e la sua casa nel bosco

Nel 2008 esce il secondo lavoro della band, “Blood Bank”, EP di quattro canzoni Intanto, dopo una cover di Peter Gabriel e la colonna sonora di “New Moon” della saga di Twilight, i Bon Iver acquistano sempre più fama.

La chiamata di Kanye West

Trampolino di lancio definitivo fu la chiamata di Kanye West. Dopo essersi innamorato di “Woods”, traccia di “Blood Bank”, il rapper contatta Vernon e lo chiama alle Hawaii per partecipare alla registrazione dell’album “My Beautiful Dark Twisted Fantasy”, dove presta la voce ad alcune tracce, tra cui “Monster” con Jay-Z e Nicki Minaj.

"Bon Iver, Bon Iver"

Vernon costruisce “April Base”, la sua personale casa nel bosco, a Fall Creek, una manciata di chilometri da Eau Claire. Raggiunto ormai un pubblico più ampio, Vernon e la sua band pubblicano nel 2011 “Bon Iver, Bon Iver”. Un grande successo: Rolling Stone lo inserisce al numero 21 dei 50 miglior dischi dell’anno. Arrivano i Grammy Awards nelle categorie “Miglior nuovi artista”, “Miglior album alternativo” e “Miglior canzone dell’anno” per “Holocene”.

"22, A Million" e "i,i"

A cinque anni dal lavoro precedente, nel 2016 esce “22, A Million”, dove le sonorità della band acquistano sfumature più elettroniche. Pitchfork paragona l’album al classico dei Radiohead “Kid A”, definendolo una “inaspettata inversione di marcia verso lo strano e lo sperimentale”. Il tour promozionale viene cancellato per motivi personali. L’ultimo album in studio “i,i” è uscito nel 2019.