"LUX" di Rosalìa: opera orchestrale tra tradizioni, sperimentazioni e spiritualità
MusicaUn album che segna la genialità di un’artista che ha sempre seguito il suo ritmo. Senza prestare attenzione a chi non l'ha mai ritenuta "abbastanza". Il ritorno alle origini della musica, nel rispetto delle tradizioni ma con la volontà di osare. Le collaborazioni con Björk, Yves Tumor, Yahritza y Su Esencia, Estrella Morente e Sílvia Pérez Cruz e la cantautrice portoghese Carminho. La spiritualità come dono. Il viaggio come conoscenza, anche per cantare in tredici lingue: la LUX di Rosalía è qui. La recensione
Le radici della musica classica. Le tradizioni dei luoghi che l’hanno cresciuta. La storia di cui si è formata. La curiosità che la nutre. Il viaggio che la fa crescere. E la musica che vuole fare, e che la rappresenta: Rosalìa riparte da LUX. E lo fa, come sempre, a modo suo. Senza prestare troppa attenzione alle opinioni degli altri, ma concentrata su un unico obiettivo: fare la sua musica, nel rispetto di chi prima di lei ha iniziato questo percorso, tra gli sguardi dubbiosi velati da un po’ di sospetto di chi non ha mai visto sperimentazione e viaggio come arricchimento. Ma come paura. Troppo catalana per essere spagnola, troppo spagnola per essere latina: quante volte ha sentito queste frasi Rosalìa. Forse troppe. Ma mai l’hanno fermata dal suo intento: unire le tradizioni locali, che l’hanno cresciuta e formata, alle ambizioni globali che le continuano a dare linfa vitale. Che la confermano vincente. LUX non è solo il quarto album dell’artista, ma un manifesto di chi sa cosa vuole fare. E sa farlo benissimo. Prendendosi carico della forza e del peso che ha un disco come questo, consapevole di poterlo sopportare. Anche l’idea che in molti possano trovare quasi del disordine tra tutte le sfumature musicali che si snodano tra i diciotto brani complessivi (quindici in digitale, tre in più nella versione fisica). Un caos che, però, non ha mai visto un ordine così perfetto.
LUX, i quattro movimenti dell'opera
Partiamo da un elemento molto chiaro di questo ordine: LUX si compone di quattro movimenti. E qui si legge già la base su cui si fonda il disco: i movimenti nella musica classica, infatti, sono sezioni di una composizione più ampia, come per esempio una sinfonia o una sonata. Questo significa che LUX, per Rosalìa, ha delle fondamenta solide, su quella che è la tradizione e l’origine della musica. Tutto parte da qui. È bene aggiungere, però, che quando si sceglie di plasmare un disco su questo elemento bisogna anche essere consapevoli di poterlo sopportare e supportare. Non si può dare una base così classica a un disco e non riuscire a dare il giusto valore. Bene: Rosalìa ci riesce alla perfezione. Soprattutto quando sceglie di sperimentare. E proprio qui si ascolta la genialità dell’artista catalana, che canta in tredici lingue diverse (tra queste anche italiano, siciliano, arabo, ucraino e tedesco), si fa accompagnare dalla London Symphony Orchestra e collabora con artisti diversissimi tra loro.
Il richiamo a FE!N di Travis Scott, la collaborazione con Björk e Yves Tumor in Berghain
Nel primo Movimento c’è solo Rosalía: cinque brani in cui l’artista si mette al centro, e trova il suo equilibrio. Si racconta, inizia a delineare i temi della musica presente in LUX, dalla spiritualità al viaggio, fino alla conoscenza delle lingue, dei popoli e dei paesi visitati nel corso degli anni. È una Rosalía che guarda a chi è diventata, e lo racconta senza paura. Un’artista che parte dalla sua essenza che, però, non si ferma alle basi classiche, ma le usa come trampolino da cui far partire la volontà di sperimentare. Si sente anche una campionatura di Travis Scott e del brano FE!N che, però, nel brano di Rosalía si trasforma in Fear, paura. E qui inizia il secondo movimento, che vede come primo brano Berghain con Björk e Yves Tumor. Dell’artista islandese Rosalía ha spesso parlato, definendola la migliore in assoluto su tutto. Una collaborazione che risale a novembre 2023 per Oral, brano di beneficenza per contrastare gli allevamenti intensivi di salmone in Islanda. Da lì stima e amicizia non sono mai mancate, tanto da portare Rosalía a chiedere a Björk la sua voce per LUX. L’unione della potenza dell’artista islandese alla misticità de La Rosalía, con la voce di Yves Tumor che campiona una frase del pugile Mike Tyson dà vita proprio a Berghain, e al secondo Movimento. Dove si alterna una forza spirituale come quella di questo brano alla delicatezza di La Perla, canzone in cui l’artista catalana racconta in una ballata di un uomo egocentrico, che non sa cosa vuole. Un uomo che lei stessa definisce una Red Flag vivente, ovvero proprio da evitare. Una ballad in cui si sente la bellezza del gruppo Yahritza y Su Esencia, composto da tre fratelli specializzato in musica regionale messicana), che si è distinto grazie a melodie di urban sierreño. Musicisti che uniscono elementi tradizionali a influenze moderne. Lo stesso modus operandi di Rosalía.
I pilastri della formazione di Rosalía
Le collaborazioni in questo disco non sono molte, ma hanno un valore importante: confermano i pilasti della formazione dell’artista catalana, che non ha mai rinnegato le sue origini, ma le ha sempre usate come punto di forza e di partenza. Come suo valore fondante. Quelle origini che le hanno dato la curiosità di viaggiare e imparare nuove lingue, che sono il suo strumento in LUX.
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Il viaggio come dono, i brani cantati in tredici lingue diverse
Il viaggio come dono, che arricchisce la spiritualità, che si sente nel terzo Movimento, in cui Rosalía si rimette al centro. Per poi tornare alle origini, nel quarto Movimento, in cui spiccano le collaborazioni con l’artista andalusa Estrella Morente e la cantautrice e musicista catalana Sílvia Pérez Cruz in La rumba del perdón: si torna in Spagna, tra Catalogna e Andalusia, cuori pulsanti della cultura musicale di Rosalía. Ultima, ma non meno importante, la collaborazione con la cantautrice portoghese Carminho nel brano Memória, stupendo. Carminho è una delle più talentuose e innovatrici cantanti di fado della sua generazione: unisce la tradizione in cui è cresciuta, e la rispetta, ma allo stesso tempo prova a dare nuovi colori alle radici musicali in cui è cresciuta. È questo il filo rosso che unisce gli artisti che Rosalía ha scelto per LUX: tradizione e innovazione. E no, non si parla di caos, ma di multiculturalità, curiosità e bellezza. In LUX c’è un ordine molto preciso, che rispecchia la crescita lineare ed esponenziale di un’artista che non è mai stata ritenuta “abbastanza” e che, però, si è ricavata il suo spazio. Osare con cognizione di causa si può, eccome. E Rosalía è l’artista che può farlo. Nel modo giusto. Facendo capire che la musica è un dono, e la ricchezza è nel comprenderlo e viverlo al meglio. Studiando, leggendo, viaggiando, incontrando nuove persone, ascoltando le loro storie e imparando la loro lingua. Conoscendo gli altri possiamo conoscere meglio anche noi stessi. E Rosalía ce l’ha fatto capire anche questa volta.
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I brani di "LUX"
MOV I
1. “Sexo, Violencia y Llantas”
2. “Reliquia”
3. “Divinize”
4. “Porcelana”
5. “Mio Cristo Piange Diamanti”
MOV II
6. “Berghain”
7. “La Perla”
8. “Mundo Nuevo”
9. “De Madrugá”
MOV III
10. “Dios Es Un Stalker”
11. “La Yugular”
12. “Focu ‘ranni” [CD/vinyl exclusive]
13. “Sauvignon Blanc”
14. “Jeanne” [CD/vinyl exclusive]
MOV IV
15. “Novia Robot” [CD/vinyl exclusive]
16. “La Rumba Del Perdón”
17. “Memória”
18. “Magnolias”