Chiara Raggi e Giovanna Famulari feat Moni Ovadia presentano Teresa Siamo Noi: il video
MusicaProtagonista della canzone è una donna che si mette al centro e vive ogni giorno la propria fame di libertà
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DI CHIARA RAGGI
Siamo un po’ tutte e tutti Teresa. Ognuno di noi possiede una parte che vuole ribellarsi alle ingiustizie, che non accetta di essere schiacciata dalle regole imposte o dai giudizi degli altri. Come Teresa, anche noi viviamo momenti di fatica, di rabbia e di desiderio di riscatto. Attraverso questo personaggio che Dacia Maraini ha creato per il suo libro Memorie di una Ladra, non si parla solo delle donne, ma di tutti gli esseri umani che cercano giustizia e rispetto. La protagonista ha risuonato a lungo in me perché incarna valori che ancora oggi ci vengono negati, in più parti del mondo e lo vediamo quotidianamente: dignità e libertà. Ed è questa rappresentazione che Teresa porta in sé, che mi ha mosso nel dedicarle una canzone: una donna che si mette al centro e vive ogni giorno la propria fame di libertà.
In questa visione si inserisce con delicatezza il video illustrato di Juta (Simone Rastelli) che ho scelto per lo stile narrativo introspettivo. Un tratto semplice ed evocativo, l’utilizzo di colori che non sono decorazione ma definiscono l’atmosfera. La sua interpretazione di Teresa invita a “guardare dentro” più che a “guardare fuori”. Ho amato questi suoi disegni animati dai primi frame perché inducono a una attenzione lenta che apre spazi di riflessione personale: cosa c’è dietro ciò che vedo? cosa mi tocca di queste figure? Pochi elementi ma fortemente simbolici, tutto si trasforma. L’immagine del divenire che si rinnova ciclicamente, come un’onda che si allontana ma poi ritorna alla riva, come il pallino rosso che rimbalza sullo schermo ed ogni volta diventa altro da sé per poi tornare a essere Teresa. Dentro il suo moto c’è una memoria silenziosa, un filo che la richiama all’origine. Ogni volta che Teresa cambia, cresce, si perde, una parte di lei resta intatta e alla fine evolve, come la luna: illumina, si oscura, si rinnova. Si adatta, si piega, si rialza.
Io e Giovanna Famulari abbiamo dato voce a tante donne musiciste e compositrici nel nostro percorso musicale, condiviso sotto il nome “In punta di corde” e questo inedito che ho scritto per noi, per le nostre tessiture vocali, comincia non a caso in prima persona, con un linguaggio diretto, a voler rompere un silenzio: le donne continuano a reclamare con diritto spazi di potere, parola e identità in una società che cerca di zittire, affievolire, limare le voci di tutte “le Teresa” che desiderano essere viste, ascoltate e rispettate. Moni Ovadia, voce importante e necessaria che si affianca a noi ed impreziosisce la canzone, è la testimonianza che uno spiraglio di cambiamento c’è tra le crepe di un vecchio sistema. Teresa non è solo un simbolo del femminile ma la sua voce è universale, appartiene a tutti coloro che si sentono esclusi, costretti da ruoli che non hanno scelto, prigionieri di modelli che non sentono propri, in una società che impone maschere, in un mondo che chiede forza ma non permette fragilità. Teresa ci insegna il coraggio di essere umani.