Romeo e Giulietta 1949, cosa sapere del nuovo romanzo pubblicato da Francesco Guccini
Musica A sinistra Francesco Guccini (credits: Ansa); a destra la copertina del libro "Romeo e Giulietta 1949" (credits: Giunti)Introduzione
Francesco Guccini torna in libreria con il romanzo dal titolo Romeo e Giulietta 1949, pubblicato il 21 ottobre 2025 e già in vetta a molte classifiche (tra cui quella nella categoria della piattaforma Amazon “Passaggio all’età adulta”). Dopo anni di canzoni e racconti capaci di intrecciare storia personale e memoria collettiva, il cantautore emiliano firma un nuovo romanzo che riassume tutti i temi a lui più cari: la nostalgia, la politica, la provincia e, questa volta, un sentimento che sorprende per la sua dolcezza – l’amore.
“È un racconto che contiene tutto ciò che amo – ha detto Guccini – e che, pur con il mio solito humour, porta con sé un tono più lieto, capace di sfidare il tempo”.
Scopriamo di seguito tutto quello che c’è da sapere di Romeo e Giulietta 1949, titolo che si aggiunge alla bibliografia di Guccini mescolando memoria, ironia e malinconia, oltre a segnare il ritorno di uno dei più grandi cantastorie dell’Italia contemporanea.
Quello che devi sapere
L’Emilia del dopoguerra e il viaggio di un bambino
Il romanzo di Francesco Guccini Romeo e Giulietta 1949 è ambientato nel 1949. La guerra è finita da poco e Francesco, terminata la scuola elementare, lascia la sua Pàvana per seguire la madre in pianura, dove vivono gli zii che conosce appena. Il viaggio lungo la ferrovia Modena-Suzzara-Mantova lo conduce verso un mondo nuovo, fatto di pianure e cittadine che sembrano immense agli occhi di chi è cresciuto tra i boschi e i torrenti.
La città che li accoglie – una Carpi appena ricostruita, ordinata e borghese – ha una grande piazza porticata e perfino un castello. Lì, tra cortili e soffitte, il piccolo Francesco impara che la vita cittadina può essere piena di regole e di segreti. Scopre la modernità di un condominio, la politica che divide le famiglie, la noia di giornate scandite solo da lavoro, messa e discussioni sull’Italia che sta nascendo dalle macerie.
Un romanzo tra storia e formazione
Guccini nel suo romanzo Romeo e
Giulietta 1949 intreccia il racconto di un’infanzia con il ritratto di
un Paese in bilico tra passato e futuro. Al piano di sotto, in un
appartamento fino ad allora disabitato, si trasferisce una famiglia che
non ha mai davvero rinnegato il proprio passato fascista; mentre nel
sottotetto due misteriosi inquilini vengono colti dal protagonista
intenti in attività “sovversive”. Sullo sfondo si affacciano le tensioni
del dopoguerra: lo zio Camillo, fervente democristiano e sostenitore di
Alcide De Gasperi, guarda con diffidenza i vicini comunisti, simbolo di
un’Italia spaccata ma viva, animata da ideali contrapposti.
“È una
storia solo vagamente autobiografica – ha spiegato Guccini in una
recente intervista concessa a La Stampa –. Il bambino protagonista è un
po’ più grande di quanto fossi io nel 1949. Tutto si svolge a Carpi,
dove veniva la famiglia di mia madre. Ho preso spunti, ma non ho voluto
fare una fotografia fedele”.
La genesi: l’immobilità e la fantasia
L’idea del romanzo Romeo e Giulietta 1949, racconta l’autore Francesco Guccini, è nata durante un periodo difficile. “Ho avuto la sventura di passare due mesi in ospedale, senza potermi muovere dal letto. Così ho cominciato a raccontarmi delle storie, a costruire dei personaggi, finché, appena ho potuto, li ho messi sulla carta”.
È una confessione che svela la natura più intima del libro: Romeo e Giulietta 1949 è anche un esercizio di memoria e immaginazione, un modo per reagire all’immobilità con la forza del racconto.
Gli autori che lo hanno formato
Nelle pagine di Romeo e Giulietta 1949 di Francesco Guccini si riconosce una tradizione letteraria precisa, che va da Fenoglio e Pavese a Gozzano. “Non so dire se abbiano influenzato la mia scrittura, ma li ho amati molto. Purtroppo oggi non riesco più a leggerli per via degli occhi, ma ricordo a memoria le poesie di Gozzano. Ho anche riascoltato tutto Fenoglio. E poi, nella mia formazione, sono stati decisivi Salgari e gli scrittori americani”.
La letteratura americana, in particolare, ha lasciato un segno profondo, anche se l’America di oggi lo delude: “Sta vivendo cose troppo diverse da come l’immaginavo. Già con la guerra in Vietnam quel ‘vuoto mito americano’ aveva perso molto del suo fascino. Ma ho ricordi bellissimi di quando insegnavo al Dickinson College di Bologna, dove oggi esiste una borsa di studio a mio nome”.
Politica, ironia e disincanto
Come nelle sue canzoni, anche nel romanzo Romeo e Giulietta 1949 di Guccini la politica è parte integrante del racconto della vita. L’autore rievoca la passione civile e familiare del dopoguerra: “Ricordo l’atmosfera del Referendum tra monarchia e repubblica. Le zie dicevano a mia madre di non sporcare la scheda con il rossetto. Lei voleva dare un voto di classe: sapeva che i signori avrebbero votato monarchia, e per questo votò Repubblica”.
La stessa lucidità si ritrova nel modo con cui guarda l’Italia di oggi. “Sono un po’ preoccupato e spaventato, ma continuo a sperare che le cose migliorino. Anni fa Giorgia Meloni, quando era nella giovanile del suo partito, mi fece invitare a una loro festa. Io declinai cortesemente. Da allora non mi hanno più cercato”.
E con la consueta ironia aggiunge: “Mi hanno detto che sui social c’è chi dice cose terribili di me, e questo mi affascina. Uno addirittura mi ha scritto una lettera per dirmi: ‘Guccini, va all’inferno vecchio rimbambito! Per fortuna che c’è Vasco Rossi!’. Ha comprato il francobollo solo per mandarmi all’inferno”.
Il romanzo che non scriverà mai
Tra una riflessione e l’altra, parlando del romanzo Romeo e Giulietta 1949 Francesco Guccini ammette di avere in mente una grande storia che probabilmente non vedrà mai la luce. “È un romanzo che parte da un racconto di mia bisnonna, una Fornaciari, parente di Enzo Biagi. Quei parenti erano contrabbandieri di sale. Ci sono dazi, dogane, briganti e inganni. E un montanaro che vede il mare per la prima volta da adulto. Anche io lo vidi a dodici anni, e non mi fece neanche tanta impressione. Ma non credo che riuscirò a scriverlo: sarebbe troppo lungo, troppo faticoso. Mi resta però la fantasia”.
Una storia di amore e memoria
In Romeo e Giulietta 1949 si ritrovano le atmosfere care all’autore: la lentezza del tempo contadino, l’Italia che si ricostruisce, l’eco delle ideologie e la scoperta del sentimento. È un racconto in cui la tenerezza convive con la disillusione, e dove l’amore – quello che dà il titolo al libro – diventa la chiave per guardare indietro senza rimpianto.
Guccini non scrive solo di sé, ma di un Paese intero, con la malinconia di chi ha attraversato il secolo e ne conosce le contraddizioni. Romeo e Giulietta 1949 è il suo modo di restituire alla memoria collettiva il sapore di un tempo semplice e complesso insieme, in cui ogni gesto quotidiano, ogni parola, ogni scelta politica diventavano racconto.
Un romanzo che, come le sue canzoni, profuma di torcetti, Moscato e Appennino, e che conferma ancora una volta la voce unica di un narratore capace di trasformare la vita in letteratura.
Guccini, il cantautore iconico della musica italiana
Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è tra i cantautori più rappresentativi della musica italiana: debutta nel 1967 con Folk beat n. 1 dopo gli esordi rock’n’roll degli anni Cinquanta, scrive brani per Nomadi ed Equipe 84 (Auschwitz, Dio è morto, Noi non ci saremo), approda presto a un repertorio d’autore che unisce narrazione civile e ricerca linguistica. Con Radici (1972) firma alcuni classici – dalla Locomotiva a Piccola città – e consolida un’identità che intreccia memoria familiare, impegno politico e ballata. Via Paolo Fabbri 43 (1976) lo impone al grande pubblico con L’avvelenata; seguono Amerigo (1978) e gli anni Ottanta tra concept urbani (Metropolis), ritratti e live (Fra la via Emilia e il West), mentre prosegue la sua attività di docente alla sede bolognese del Dickinson College. La sua scrittura, spesso accostata alla poesia, gli vale una pioggia di riconoscimenti del Club Tenco.
Una carriera inarrestabile
Negli anni Novanta e Duemila Guccini alterna album di successo e forte impatto generazionale – Quello che non..., Parnassius Guccinii, D’amore di morte e di altre sciocchezze con Cirano, Stagioni con Ho ancora la forza – a lavori di respiro storico-letterario come Ritratti (2004). Con L’ultima Thule (2012) annuncia l’addio ai palchi per dedicarsi ai libri, ma torna in studio con le raccolte di canti di osteria Canzoni da intorto (2022) e Canzoni da osteria (2023), fino al 45 giri del 2024 su Bella ciao (anche in farsi con Tosca). Autore prolifico tra narrativa e saggistica (spesso in coppia con Loriano Macchiavelli) e studioso di dialetti, ha collezionato Targhe e Premi Tenco, lauree honoris causa e onorificenze, restando una figura cardine della cultura italiana contemporanea.